Capitolo XXIII

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Trovai Jake che ormai era uno dei miei alunni più affezionati all'uscita del tunnel della metropolitana. Dopo l'aggressione a me e Pierre, mi accompagnava sempre alla fermata ma quel giorno dovevo semplicemente passare alla Evermore per ritirare i loro elaborati che avevo richiesto. Avevo specificato che avrebbero dovuto semplicemente concentrarsi sul motore, l'interruttore che li portava a ballare, tutto era incentrato sulla domanda "Perchè?".

Avevo dato loro più di qualche settimana ormai pensavo che avrebbero consegnato in pochi, invece Jake era lì ad aspettarmi con un arisma compatto e spesso di fogli.

Osservai quel ragazzo che fino a qualche settimana prima mi considerava una minaccia per la loro realtà degradata e che invece ormai mi proteggeva. Era appoggiato al corrimano della scala grigia della metro, con le cuffie premute sopra il cappuccio della felpa che ricopriva la sua pelle ambrata

<<Che ascolti di interessante?>> mi avvicinai con il sorriso che lui ricambiò

<<Solo una base...a cui sto lavorando con altri>> generalizzò stando sulle sue

Lo esortai a condividere l'ascolto con me <<Dai, coraggio fa sentire>>

Mi porse ancora incerto le cuffie, regolai il volume e mi immersi nell'ascolto. Con le prime note nella mia mente iniziai a intravedere alcune possibile combinazioni di passi, aveva carattere e parlava dritta all'ascoltatore oltre che al ballerino

<<Mi piace molto, perchè non porti a lezione queste basi?>> proposi incoraggiandolo

<<Non voglio che pensino che sono uno sfigato che perde tempo con queste scemenze>>

<<Perché vuoi sempre recitare la parte di quello duro senza cuore o passare per quello che si limita a ballare senza passione o a guidare auto rubate? Hai delle passioni Jake, mostrale al Mondo...usale. Ti aiuterò a farlo>> stranamente ebbi l'impressione che mi stesse ascoltando davvero

Consegnò i temi dei suoi compagni e poi si avviò con me verso la metropolitana, chiesi il motivo per cui non tornasse a casa, mi raccontò di aver trovato un lavoretto in città, era molto fiero di averlo fatto da solo

<<Non vai a spacciare in qualche vicolo, vero?>> domandai indagando

Lui mi sorrise divertito <<Lavorare per quelli come me non significa solo quello. sa? Semplicemente farò il cameriere tre giorni a settimana>>

<<E la scuola?>> incalzai apprensiva conoscendo il tasso di abbandono scolastico di quelle zone

<< Riesco a gestire anche quella, però mia madre anche se non me lo chiede apertamente ha bisogno di una mano in più e ho una sorella più piccola che ha solo 8 anni. Voglio solo aiutare>>

Ero molto fiera di lui, in generale di quelle persone che provavano in tutti i modi a cambiare la loro condizione, non adattandosi semplicemente agli ambienti tossici in cui crescevano.

<<Trovare un lavoro in città per quelli come me non è così semplice>> sottolineò riferendosi alle sue origini e al quartiere in cui viveva

<<Non sono tutte uguali le persone, non tutti vivono di pregiudizi e razzismo>> puntualizzai incoraggiandolo <<esistono ancora individui che riescono ad andare oltre>>

<<Come Pierre?>> domandò cogliendomi di sorpresa

Mi sistemai sul sedile della metro improvvisamente sotto pressione solo sentendo il suo nome <<Certo, lui ha davvero un cuore grande...per chiunque a cui lo apra>> compresa la sottoscritta che gliev'aveva spezzato innumerevoli volte <<Perché hai pensato a lui, Jake?>>

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