Capitolo XII

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Je te laisserai des mots-Patrick Watson

Pierre continuava a minimizzare l'accaduto ripetendo di non sentire dolore ma riuscivo a leggere nei suoi occhi che era rimasto scosso ed era preoccupato per me. Jake sosteneva che gli individui come quelli che ci avevano aggrediti lavoravano sempre per qualcuno ma non riuscivo a crederci. Chi avrebbe potuto farmi del male o prendermi di mira? Ero arrivata da poco tempo in città.

Aiutai Pierre a sedersi sul divano, si lasciò andare sulla superficie buttando la testa indietro sullo schienale e sollevando le gambe

<<Non muoverti, prendo quello che serve per medicarti>> sussurrai ancora con il cuore in gola, era ridotto così a causa mia

Quando tornai da lui cercai di camuffare il più possibile quello che stavo provando, mi posizionai vicino a lui su una sedia e cominciai a tamponargli il taglio sulla guancia sinistra con il disinfettante

Lui socchiuse gli occhi ma non si lamentò <<Fa male?>> chiesi titubante

<<Diciamo che è sopportabile>> replicò con gli occhi chiusi

Poi passai un pò il ghiaccio sull'altra guancia, non riuscivo a parlare e nemmeno a guardarlo, mi sentivo colpevole e inutile <<Lisa>> mi riportò alla realtà

Asciugai in fretta una lacrima che mi era sfuggita<<Ti hanno fatto male da qualche altra parte?>> domandai

Lui si mise seduto facendo una smorfia di dolore e puntò gli occhi nei miei<<Smettila di colpevolizzarti>>

<<Cos'hai all'addome Pierre?>>

<<Sto bene, sono solo indolenzito>> replicò secco ma non gli detti ascolto e sollevai il bordo della felpa

Stava già spuntando un livido viola, allungai la mano iniziando a poggiare il ghiaccio sulla sua pelle, Pierre non riuscì a trattenersi lamentandosi per il contatto con il freddo poi tornò a guardarmi mentre lo curavo

<<Sta fermo altrimenti non riesco a tamponare bene la botta>>

Mi colse alla sprovvista trascinandomi verso di lui, mi ritrovai a cavalcioni su di lui mentre con la mano tremolante curavo la sua botta. Non mi ricordavo nemmeno quanto tempo era passato dall'ultima volta che eravamo stati così vicini

<<Non è qui che fa male>> sussurrò poggiando la mano sulla mia che teneva il ghiaccio <<nemmeno qui>> aggiunse posandole sulle guance

Lo guardai tremante fino a quando non posò le nostre mani sul suo petto e capì quello che stava cercando di dirmi. Abbassai lo sguardo, incerta su cosa replicare, sapeva che ormai avevo la mia scelta eppure a differenza di Charles, era stato per anni e anni nell'ombra ma era ancora lì sforzandosi di essere sempre la mia luce

<<Pierre, io non posso...se accadesse ancora qualcosa tra noi non riuscirei a perdonarmelo e nemmeno Max lo farebbe...>>

<<Lo stai dicendo per lui o per te stessa? Per non porti nemmeno il problema?>>

<<Amo Max, lo sai. E ho appena finito di soffrire e rovinarmi l'esistenza per Charles, non fare questo...non rovinare tutto>> dissi flebilmente <<E comunque tu meriti di meglio...io sono un casino, continuo a crearti problemi, a farti del male. Non so nemmeno come riesci ancora a guardarmi Pierre>>

<<Io non sono come Charles, e questo lo sai. Non sono nemmeno Max, nessuno dei due sarebbe capace di amarti pur stando in secondo piano come ho fatto io>> aggiunse pungente

<<Che fine ha fatto Charles? Mi sembra quasi assurdo che sia davvero sparito dalla mia vita>> lo pensavo dal primo giorno in cui ero partita

<<Non lo so...non si è fatto più sentire, anche a me è sembrato strano, forse è meglio così>>

Non aggiunsi altro ma non mi allontanai da lui, sussultai quando prese la mia mano sinistra tra le sue

<<Per quel che vale comunque io non mi sono ancora arreso e continuerò aspettarti almeno fino a quando...>>

<<Cosa?>> domandai incerta

Fece scorrere le dita sulla mia mano formando un cerchio attorno all'anulare, il dito dove avrei indossato l'anello se Max mi avesse chiesto di sposarlo.

Mi allontanai da lui dandogli la buonanotte senza proferire altre parole, l'avevo convinto a passare da me la notte, lui aveva insistito per dormire sul divano così mi diressi in camera chiudendo la porta alle mie spalle, mi appoggiai con la fronte inspirando agitata. Non sapevo perchè quello che aveva detto mi avesse turbato tanto, guardai la mia mano continuando a sfiorare l'anulare sinistro con un nodo alla gola e allo stomaco. 



Nota dell'autrice 

Scrivere questo capitolo mi ha emozionato davvero molto, spero che per voi sarà lo stesso. Il prossimo capitolo sarà pubblicato QUESTO SABATO, perciò l'attesa non sarà troppo lunga. Nel frattempo vi ricordo i nuovi contenuti su Tiktok su tutti i nostri protagonisti.

Buona lettura!

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