Capitolo XXVIII-I parte

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Dopo tante settimane fu come ritrovare l'armonia con me stessa, Max mi aveva riportato quella tranquillità che tanto mi era mancata dalla mia partenza da Monaco. Tutto ciò che volevo era che non finisse, che potessimo tornare a vivere insieme sotto lo stesso tetto ma non sarebbe accaduto, sicuramente non a breve perchè nonostante ciò che aveva affermato qualche ora prima ero certa che se avesse vinto il suo primo titolo mondiale non si sarebbe ritirato.

La passione per la velocità, il brivido e quella innata predisposizione al pericolo, e l'impulso innato di raggiungere la bandiera a scacchi, erano parte di quel Max che amavo. Sapevo che non sarebbe stato capace di andare oltre, e in quelle ore avevo capito quanto la sua presenza fosse diventata essenziale nella mia vita, non sarei mai riuscita a separarmi da lui o a provare quei sentimenti per qualcuno che non fosse lui.

Max aveva conquistato ogni singola parte di me, non sarebbe mai cambiato. Nella mia mente si fece spazio l'immagine di due occhi che blu mi osservavano, quel bacio per le strade caotiche e affollate di New York, tanto quanto lo era la mia mente in quegli istanti. Pierre mi aveva chiesto di concedergli quella possibilità che a lui avevo sempre precluso ma capì che non poteva succedere, la verità era che aveva aspettato troppo e non era il momento giusto della nostra vita per provare a tenerci per mano, probabilmente non sarebbe mai accaduto ed era destino che fosse così.

Mi girai su un fianco, i miei occhi furono subito sull'uomo al mio fianco. Max aveva gli occhi socchiusi, le lunghe ciglia gli accarezzavano la pelle, teneva un braccio piegato sotto il capo e uno teso verso di me. Una leggera sfumatura di barba gli macchiava il mento e le guance, sorrisi mentre sentivo il mio cuore volteggiare nel petto.

Mi appoggiai al suo torace con la testa, il suo battito era ancora irregolare e impazzito proprio come la prima sera, sollevai lo sguardo sul suo viso, accarezzai piano con le dita le sue guance, poi non riuscì a trattenermi e lasciai un tiepido bacio sulle sue labbra che non esitarono ad incurvarsi in un sorriso

<<E questo per cos'era?>> sussurrò con un occhio ancora chiuso stringendomi

<<Per tutto>> risposi continuando ad accarezzargli i capelli e le spalle <<per essere qui, per avermi portato in spiaggia quella sera, per aver avuto il coraggio di restare e di continuare a provare a conquistarmi>>

<<Bè modestamente...se voglio conquistare il primo gradino del podio so farlo molto bene, soprattutto se il trofeo è il più importante che la vita potesse offrirmi>> replicò facendomi l'occhiolino e pizzicandomi il fianco

Presi il suo viso tra le mani, con il mio riflesso nelle sue iridi

<<Non sei solamente sul primo gradino del podio, non ci sono altri da sorpassare e non ci sono altri gradini, l'unico disponibile è tuo Max Emilian Verstappen, questo non cambierà mai>> capì di aver colto nel segno, quando i suoi occhi si fecero improvvisamente lucidi e chiuse gli occhi sorridendo

<<Qualcuno qui si è emozionato>> constatai baciandogli le labbra, la punta del naso e la fronte <<ti amo così tanto Max, forse non te ne rendi nemmeno conto>>

Mi baciò con trasporto e passione facendo scontrare le nostre labbra tenendomi sopra il suo petto che tremava quanto il mio, fui io a trovare la forza di staccarmi anche se completamente controvoglia ma era il momento di chiudere quella questione in sospeso che nelle settimane precedenti mi aveva logorata, era l'unico modo per vivere serenamente quei momenti con Max senza ombre.

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