La mattina dopo mi svegliai verso le nove del mattino, convinsi Pierre a fare colazione da me prima che se ne andasse per i suoi impegni lavorativi. Poi mi chiese quali fossero i miei programmi per quella giornata, gli raccontai della mia decisione di insegnare danza in una scuola del Bronx, sapevo che non sarebbe stato completamente d'accordo ma che avrebbe capito le mie ragioni
<<Ho pensato a una cosa, dato che la domenica di solito mi alleno e sostanzialmente non ho molto da fare. Si tratta di un'idea>> dissi
<<Oltre a quella di lavorare in uno dei quartieri più pericolosi degli Stati Uniti?>> replicò ironicamente
<<Ho scelto di tenere il corso anche di domenica a volte perché quei ragazzi non hanno le famiglie accanto e non molto spesso non sanno cosa fare e decidono di stare in strada, alcuni probabilmente per spacciare o peggio...voglio dargli un'alternativa>> spiegai
Pierre sorrise e senza che lo dicesse esplicitamente sapevo che era orgoglioso di me <<E come ti sembra stia andando per ora?>>
<<Non lo so Pierre, ancora non mi hanno accettata, non riescono a vedere altro se non la ragazza che viene da una un'accademia per ricchi>> non ero molto fiduciosa <<ho paura che oggi non verranno, ancora non si fidano di me>>
Pierre allungò la mano verso di me e la strinse con forza<<trasmettirgli quello che provi quando balli, condividi la tua storia con loro. Solo una cosa però...>>
<<Che cosa?>> chiesi
<<Solo...stai facendo tanto qui, non ti affezionare troppo a quei ragazzi se hai intenzione di tornare a vivere a Monaco l'anno prossimo>> disse a bassa voce senza guardarmi
<<Che vuoi dire?>>
<<Sai quasi quanto me quanto è difficile dire addio alle cose e alle persone che ami>> sussurrò distogliendo lo sguardo dal mio
Poi finì la conversazione morì lì perché era il momento di andare per Pierre, promise che se fosse riuscito, sarebbe venuto a prendermi dopo la lezione. All'improvviso il suo volto era diventato scuro, non riuscivo a comprendere il motivo mentre mi preparavo per la lezione, pensai e ripensai a quello che ci eravamo detti, poi capì: temeva che se mi fossi legata e affezionata troppo a quella fase della mia vita non sarei tornata a casa.
Timbaland Bounce (Remix)
Mi concentrai su quello che dovevo fare, sforzandomi di non distrarmi con tutti i pensieri che mi affolavano la mente. Uscì di casa con il borsone e le cuffie, come facevo spesso con la musica ad un volume medio-alto per rilassarmi, molte volte riascoltavo i brani delle coreografie per ripassarle.
Ormai quelle strade erano diventate quasi familiari, erano silenziose, talvolta deserte alcune ma quello che mi piaceva di quel distretto di New York: il Bronx, che molti evitavano o denigravano era la diversità che lo caratterizzava tra i graffiti sui muri, gli edifici e i condomini con le mattonelle rosse e i tetti piani oppure i campi da basket in cui molto spesso il canestro se c'era era danneggiato eppure molte volte i ragazzini animavano quegli ambienti come se niente fosse.
Mi avvicinai alla Evermore e sentì della musica in lontananza, sicuramente proveniva da qualche cassa in strada. Trovai la maggior parte dei ragazzi che frequentavano le mie lezioni sul piazzale fuori dalla scuola intenti a sfidarsi. Cercai di camuffarmi tra loro in quel piccolo cerchio che si era creato come accadeva tendenzialmente durante le battle. Studiai e osservai il modo in cui ballavano, senza seguire combinazioni preimpostate, esprimendo la rabbia che provavano ma anche l'amore per quello che stavano facendo.
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Blue boy
RomanceSEQUEL di The boy in red "I think true unconditional love is like, do you love someone so much that even you would even love them, if they didn't love you anymore? Like that is unconditional love" -T. Swift Rosso era il colore dell'amore, il...