CAPITOLO DICIOTTESIMO

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Rue ha deciso di fidarsi di me totalmente. Lo so perché, appena termina l'inno, mi si rannicchia accanto e si addormenta. È bello non passare più la notte da sola, sono contenta di averla incontrata. Neanch'io ho dubbi su di lei, così non prendo nessuna precauzione particolare. Se mi avesse voluta morta, non avrebbe dovuto far altro che sparire da quell'albero senza indicarmi il nido degli aghi inseguitori.

In un angolo remoto della mia mente c'è però la solita questione che mi tormenta. Non possiamo vincere entrambe questi Hunger Games. Ma, dato che le probabilità che una di noi sopravviva sono ancora scarse, riesco a ignorare il pensiero.

Inoltre sono distratta dalla mia ultima pensata sui Favoriti e sulle loro provviste. Io e Rue dobbiamo trovare a tutti i costi un modo per eliminare il loro cibo. Di solito la strategia dei Tributi Favoriti consiste nell'impossessarsi di tutto il cibo fin all'inizio e partire da lì.

Gli anni in cui non lo hanno protetto bene (un anno un gruppo di rettili orrendi lo distrusse, un altro l'inondazione provocata dagli Strateghi lo trascinò via) sono quelli in cui hanno vinto tributi di altri distretti. Il fatto che i Favoriti siano cresciuti nutrendosi meglio può tornare a loro svantaggio, perché non sanno come affrontare la fame. Non come sappiamo farlo Rue e io.

Ma stanotte sono troppo esausta per iniziare qualunque piano dettagliato. Le ferite stanno guarendo, la mia mente è ancora un po' confusa per via del veleno, anche se il calore di Rue vicino a me, la sua testa appoggiata sulla mia spalla mi danno una sensazione di sicurezza. Mi rendo conto, per la prima volta, di quanto mi sono sentita sola senza Gale. Di quanto può essere confortante la presenza di un altro essere umano. Cedo al sonno, convinta che domani la situazione si capovolgerà.

Domani saranno i Favoriti a doversi guardare le spalle.

Il rombo del cannone mi fa svegliare di soprassalto. Il cielo è striato di luce, gli uccelli stanno già cinguettando. Rue è appollaiata su un ramo di fronte a me e tiene qualcosa con entrambe le mani. Aspettiamo, in attesa di altri spari, ma non ce ne sono.

-Chi pensi che fosse? - Non posso fare a meno di pensare a lui.
-Non so. Potrebbe essere uno qualunque degli altri - dice Rue. - Credo che lo sapremo stanotte.-
-Chi è rimasto? - domando.
-Il ragazzo del Distretto 1. Tutti e due i tributi del 2. Il ragazzo del 3. Thresh e io. Tu e Gale- dice Rue.
- Fanno otto. Aspetta, e il ragazzo del 10, quello con la gamba malandata. Con lui fanno nove.- conto ad alta voce.
C'è qualcun altro, ma nessuna di noi riesce a ricordare chi sia.
-Mi chiedo come sia morto l'ultimo - dice Rue.
-Non lo dicono. Ma per noi va bene. Una morte dovrebbe attirare l'attenzione del pubblico per un po'. Così avremo il tempo di fare qualcosa prima che gli Strateghi decidano che la faccenda sta procedendo troppo lentamente- ribatto.
-Cos'hai in mano?-
-La colazione - risponde Rue.
Tende le mani, mostrando due grosse uova.
-Di che cosa sono? - domando.
-Non saprei. C'è una zona paludosa, da quella parte. Di un qualche uccello acquatico- dice lei.

Sarebbe gradevole cuocerle, ma nessuna delle due vuole arrischiarsi ad accendere un fuoco.
Secondo me il tributo che è morto oggi è una vittima dei Favoriti e ciò significa che si sono ripresi abbastanza da rientrare in gioco.

Succhiamo ciascuna il contenuto di un uovo, mangiamo una coscia di coniglio e qualche bacca. Sarebbe una buona colazione ovunque.

-Pronta a farlo? - dico infilando lo zaino.
-A fare cosa? - chiede Rue, ma dal modo in cui balza in piedi capisco che è pronta a fare qualsiasi cosa le proponga.
-Oggi distruggiamo le provviste dei Favoriti - rispondo.
-Davvero? Come? - Nei suoi occhi si scorge lo scintillio dell'eccitazione. In questo è esattamente l'opposto di Prim, per la quale le avventure sono un'esperienza traumatica.
-Non ne ho idea. Andiamo, escogiteremo un piano mentre cacciamo- rispondo.

I 74° Hunger Games: GalenissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora