CAPITOLO VENTITREESIMO

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~I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare, ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare, certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica, perché ci sono legami che sono semplicemente destinati ad essere.~
-Grey's anatomy

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-Okay, dovrebbe rimanere addormentato per almeno un giorno.-
Dico rivolgendomi alla ragazza dai capelli rossi.
-Riusciremo a salvarlo.- dice cercando di convincere più se stessa che me.
Nelle ore che restano prima che cali la notte, raccogliamo dei sassi e cerchiamo in tutti i modi di mimetizzare l'apertura della grotta. È un processo lento e faticoso, ma dopo molto lavoro e sudore il risultato è abbastanza soddisfacente. La grotta adesso sembra far parte di un più grande cumulo di pietre, simile a molti altri lì vicino. Possiamo comunque strisciare fino a Gale attraverso una piccola apertura, che però dall'esterno non si nota.
E se non riuscissimo a tornare dal festino? Gale sarà sì nascosto, ma
completamente bloccato. Poiché io dubito che possa riuscire a strisciare fuori da un passaggio così stretto e non resisterebbe molto a lungo, senza medicina.

Se muoio al festino, è improbabile che il Distretto 12 abbia un vincitore. Sia io che Faccia di Volpe lo sappiamo. E un silenzio teso regna fra di noi.
Mangiamo i piccoli pesci pieni di spine che vivono in questa parte del torrente, riempiamo tutti i contenitori per l'acqua, la purifico e pulisco il mio arco mentre. Lei ha solo due coltelli ma non ho intenzione di cederle di nuovo la mia arma.
-Ti coprirò le spalle- le dico molto malvolentieri.
-Lo so.- Anche lei non ha intenzione di rivolgermi la parola. Perfetto.
-Quante frecce ti restano?- mi sbagliavo.
-Nove in tutto.-
-Bastano. Una per Cato, una per Clove e una per Thresh.- e una per te, penso. Davvero è così ingenua? Cosa pensa di fare quando rimarremo in tre nell'arena? Gale non riuscirebbe mai ad ucciderla, ma io si.
-Giusto.- rispondo infine.
-Quindi cosa succederà di preciso?-
-Tutti gli ultimi tributi saranno lì. Per recuperare quello che ci serve attaccheremo da lontano. Rimaniamo nascoste tra i cespugli. Tu esci per prima io ti copro da dietro con l'arco. Poi vado io e tocca a te coprirmi. Torneremo indietro con le medicine. Okay?-
-Capito-

Avremo molto da fare. L'abilità nell'uccidere a distanza è la mia maggiore risorsa, ma so che dovrò gettarmi nella mischia per prendere quello zaino, quello con sopra il numero 12 di cui ha parlato Claudius Templesmith.

Stiamo aspettando l'inno, sedute con la schiena appoggiata contro la parete di pietra che abbiamo costruito oggi. Gli sguardi rivolti al cielo, in attesa di veder comparire una faccia. Le note della breve musica cominciano a risuonare nell'aria. Domani ci saranno di sicuro dei volti, lassù. I festini portano sempre sangue.

Le note della breve musica risuonano nell'aria umida della sera.
-Sì.- mi dice Faccia di Volpe sottovoce, contando sul fatto che Panem non possa sentire ciò che ha detto a causa dell'inno.
-Sì cosa?- le chiedo io non capendo, ma tenendo il tono di voce altrettanto basso.
-Sono innamorata di lui.- sospira-me lo avevi chiesto e non ti avevo risposto.-
Spalanco gli occhi. Non posso credere che l'abbia detto davvero. Lo conosce da neanche due settimane. Noto il rosso acceso che le ricopre le guance illuminate dalla luce della luna. Perché me lo ha detto adesso?
-Mi dispiace.- rispondo semplicemente. Cerco si nascondere l'odio che mi cresce nel petto. Mi sento anche in colpa. Io sto con lui e faccio finta di amarlo, lei invece deve stargli lontana. Perché è così, vero? Sono profondamente arrabbiata con lui. Allora perché la gelosia mi sta consumando?

L'inno si interrompe e nessuna nuova faccia è comparsa nel cielo. Faccia di Volpe si allontana velocemente da me in direzione del piccolo passaggio che porta alla grotta. Forse è imbarazzata per la mia reazione.
-Dove vai?-
-A salutarlo.- si infila nello stretto passaggio e sparisce. Dovrei scappare. Un pensiero improvviso mi attraversa la mente. Se io sparissi lei rimarrebbe con lui, oppure andrebbe a cercare la medicina per lui. In questo momento è lei quella giusta. Io non ho bisogno di niente, quello zaino sarà inutile per me. Io non ho bisogno di lui, è lui che ha bisogno di me. Ma lei è qui per lui. Dovrei andare via ma non ci riesco. Dovrei smettere di fingere e lasciarlo andare. Dovrei ma non posso. Perché io non sto più fingendo.
È bastata una stupida confessione di una ragazzina con la cotta per farmi aprire gli occhi. Un sorriso stupido si stampa sulla mia faccia e attendo sempre più in ansia il mio turno dei saluti.

I 74° Hunger Games: GalenissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora