CAPITOLO SESTO

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Strap. Stringo i denti mentre Venia,  donna dai capelli color acquamarina e con tatuaggi dorati sulla fronte, strappa bruscamente una striscia di tessuto dalla mia gamba, portando via i peli che stanno sotto.

-Scusa!- dice con la sua voce stridula e l'accento della capitale. -È che sei così pelosa!- Venia mi guarda con un'aria che nelle intenzioni dovrebbe essere comprensiva. -Però questa è l'ultima. Sei pronta?- mi aggrappo al bordo del tavolo davanti al quale sono seduta e annuisco. L'ultima striscia di peli della mia gamba viene strappata con uno strattone.

Sono in questa sala da più di tre ore e non ho ancora incontrato il mio stilista. Sembra quasi che non voglia vedermi.

-Ti stai comportando benissimo- dice un tizio di nome Flavius. Scuote i riccioli a cavatappi color carota e applica un altro strato di rossetto viola sulle labbra molto più carnose del normale. Sto rispettando la mia parte di patto con Haymitch e dalle mie labbra non è uscita neanche una parola di protesta, anche se molte ne ho pensate.

-Se c'è una cosa che non sopportiamo, sono i piagnoni!- continua lui ungendomi il corpo con strani oli che non emanano odori invitanti.

Finalmente mi fanno alzare e mi portano al centro della stanza, lasciandomi nuda.

-Eccellente!- commentano -sembri quasi un essere umano, adesso! Stai tranquilla, ora arriva Cinna, e quando avrà finito sembrerai una stella!-

Speriamo che non mi conci come loro. Non mi ci vedo affatto con i capelli arancioni e il rossetto viola. I preparatori escono dalla stanza e mi lasciano sola.

La porta si apre poco dopo ed entra un giovane uomo che deve essere Cinna. Sono colta alla sprovvista dal suo aspetto del tutto normale. La maggior parte degli stilisti intervistati in Tv sono talmente tinti, decorati e modificati chirurgicamente da sembrare grotteschi. Ma credo che i capelli rasati di Cinna siano del loro castano naturale. Indossa una semplice camicia nera e un paio di pantaloni in tinta. L'unica concessione in fatto di ritocchi è l'eye-liner color oro metallizzato, che è stato applicato con mano leggera, per far risaltare i suoi bellissimi occhi verdi. E malgrado il mio disgusto per Capitol City sia immenso, non riesco a non pensare a quanto è attraente.

-Ciao.- azzardo con cautela.

-Ciao.- risponde lui senza guardarmi.

Comincia a girarmi intorno, senza toccarmi, squadrando ogni centimetro del mio corpo.

-Chi ti ha fatto l'acconciatura?- chiede sempre guardando altrove.

-Mia madre- rispondo.

-Non male. È da migliorare.-

Non male? È l'acconciatura più bella che io abbia mai avuto, è l'ultimo ricordo che ho di mia madre e uno stilista presuntuoso non me lo porterà via.

Stavo per rompere il patto con Haymitch.

Mi ero aspettata una persona vestita in modo sgargiante, una persona più vecchia che tentasse disperatamente di sembrare giovane. Ed invece eccomi qua, con un uomo spregevole che mi guarda come fossi un pezzo di carne da servire su un piatto da portata.

-Sei nuovo, vero? Non credo di averti mai visto prima- dico cercando di mantenere la calma.

La maggior parte degli stilisti sono facce note e sono una costante nel gruppo mutevole dei tributi.

-Sì- replica Cinna.

-E così ti hanno assegnato il distretto 12- concludo. In genere i nuovi venuti finiscono con l'essere assegnati a noi, distretto meno desiderabile.

-Ho chiesto io il distretto 12- ribatte lui senza altre spiegazioni. -Rivestiti che parliamo- ordina.

Infilando l'accappatoio,  lo seguo attraverso una porta, sin dentro un salotto. Due divani rossi sono disposti l'uno di fronte all'altro, divisi da un basso tavolino. Tre pareti sono vuote, mentre la quarta è tutta di vetro, e dà modo di osservare la città. Dalla luce capisco che deve essere quasi mezzogiorno, anche se il cielo si è rannuvolato.

I 74° Hunger Games: GalenissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora