Capitolo 3 - Grace

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L'irritazione mi accompagnò per il resto della giornata e anche in quelli successivi.

Quell'uomo era un cazzone.

Pensava che bastasse mettere in mostra i muscoli, dire qualcosa di sconcio, per farmi cadere ai suoi piedi?

Non avevo la fama di Despota a caso.

Niente mi scalfiva. Lunghi anni di allenamento erano riusciti a rendere la mia maschera impenetrabile. Non sarebbe stato un bodyguard da strapazzo a cambiare le cose.

Era vero, però, che mi sentivo sempre più stressata. Tra la pressione esercitata dai miei e i pungolamenti continui che avevo con Dylan a lavoro, mi sembrava di non avere mai respiro.

Mi guardai attorno e sbuffai.

A causa del mio lavoro mi trovavo spesso a dover partecipare a eventi di galà - come quelli che avevo sempre evitato quando vivevo ancora a casa dei miei. Ero bravissima nelle pubbliche relazioni, altrimenti non avrei ricoperto il ruolo che avevo. Il mio carattere altero mi permetteva di estraniarmi anche in mezzo alla folla. Potevo condurre una conversazione brillante, mentre, in realtà, stavo pensando alla lista della spesa.

C'erano momenti, però, dove non riuscivo a sopportare nessuno, figuriamoci un branco di uomini d'affari pomposi e altezzosi.

Per mia fortuna, nessuno era interessato ad approfondire la conoscenza di una semplice assistente personale, quindi riuscivo a scomparire sullo sfondo ogni volta che ne sentivo il bisogno.

Come in quel caso.

Mi portai il bicchiere di acqua tonica alla bocca e buttai giù una lunga sorsata. La sala era così affollata che nemmeno l'aria condizionata riusciva a dissipare la calura. Sperai che il Governatore decidesse di andare via presto, in modo da poter sgusciare via anche io.

Lancia un'occhiata distratta al Cartier che portavo al polso. Avrei dovuto penare almeno per altre due ore.

«Ecco dove ti eri rintanata.»

La voce di Samantha mi fece sobbalzare. Cavolo, non mi ero nascosta abbastanza bene.

«Sto riprendendo fiato» affermai.

La donna fece un gesto spazientito con la mano. «Ti stai nascondendo e se potessi lo farei anche io.»

Aveva un tono stressato, così mi presi il mio tempo per guardarla. Trucco naturale, lentiggini in bella mostra, i capelli rossi acconciati in un semplice chignon. Indossava un vestito aderente che la fasciava senza lasciare niente all'immaginazione.

Tutti gli occhi erano puntati su di lei - e non solo a causa del vestito. Molti si chiedevano se il Governatore fosse impazzito a voler sposare una semplice stagista, per di più molto più piccola di lui.

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