REGRESSION (traduzione - noctisx)

Capitolo 17: Cosa mi aspetta?

Note:

La canzone dedicata a questo capitolo è: did you know that there's a tunnel under ocean blvd di Lana Del Rey

Open me up, tell me you like me

Fuck me to death, love me until I love myself

There's a tunnel under Ocean Boulevard

Don't forget me

There's a tunnel under Ocean Boulevard

Sabato 1 novembre 2014 - Draco

I raggi del sole mattutino avvolgevano Draco in un bozzolo di calore, ma facevano ben poco per combattere il vuoto che si era insediato nel suo petto. Fissò il soffitto della sua camera da letto. La vernice color crema, di solito così confortante, aveva un aspetto cupo e poco gradevole. Le sue lenzuola di seta sembravano troppo pesanti, troppo soffocanti per la rabbia che gli cresceva nel petto. La dura realtà delle ultime ventiquattro ore si abbatté su di lui. Quella che era iniziata come una fantastica notte di divertimento con Hermione era diventata orribile nel giro di poche ore. L'immagine del corpo senza vita di Greg gli balenò nella mente e si sentì soffocare da un singhiozzo. Era una verità nauseante: il suo migliore amico e sua moglie erano morti per colpa sua. Il grottesco omicidio di Molly si ripeteva in loop; il suo corpo mutilato evocava il ricordo della forma di Hermione che giaceva immobile sul pavimento del salotto nel Maniero dei Malfoy. Hermione...

Si voltò verso il punto in cui lei giaceva profondamente addormentata accanto a lui, tranquilla senza i tormenti degli orrori del giorno. I suoi riccioli scompigliati si aprivano a ventaglia sulla distesa dei cuscini di seta color smeraldo. Osservando come gli occhi di lei muovevano le palpebre, lui allungò la mano per spostare una ciocca solitaria, sperando che stesse sognando visioni di gioiose delizie piuttosto che l'incubo che stavano vivendo. Le lenzuola le si erano arrotolate intorno alla vita, esponendo la camicia di cotone bianco che lui le aveva dato per dormire. Avevano ballato il loro gioco pericoloso molto più a lungo di quanto lui avrebbe voluto, ma il modo in cui si era realizzato era tutt'altro che decoroso. Avrebbe voluto corteggiarla come si deve, non portarla su un divano nel bel mezzo del suo dolore da ubriaco. Il modo in cui lei gli aveva afferrato l'uccello quando era venuta, i suoni che aveva emesso, erano tutti ricordi vividi nella sua vaga disperazione. Avrebbero dovuto parlare della notte scorsa, del caso e del sesso. Poteva sentire tutto - rabbia, lussuria, dolore - ribollire sotto la superficie.

Hermione si agitò accanto a lui. Rotolò sulla pancia, stiracchiandosi leggermente, prima che i suoi occhi si aprissero, con il sole nascente che si rifletteva nell'ombra. "Ciao", lo salutò, con la voce che era solo un mormorio sommesso.

"Ciao". La sua voce si incrinò, impastata dal sonno e roca per le lacrime versate. Lo sguardo di lui vagò sul viso di lei, alla ricerca di qualsiasi segno di rimpianto. La tensione che gli si era stretta nel petto, mentre aspettava la sua risposta, si sciolse lentamente quando lei gli offrì un sorriso triste.

"Dovremmo parlare", riuscì finalmente a dire mentre il silenzio minaccioso incombeva su di loro.

Hermione strinse le labbra, ma allungò lentamente una mano per spostare i capelli che gli erano caduti sugli occhi. "Sì. Ma non oggi. Non c'è nulla da dire che non possa aspettare".

Draco sentì gli occhi bruciare alle sue parole. Sapeva che aveva ragione, che c'erano questioni più urgenti da affrontare. Ma aveva bisogno di sapere, aveva bisogno di essere rassicurato che non sarebbero regrediti fino ad evitarsi in modo imbarazzante.

"Parleremo comunque, vero?" Odiava il suono patetico delle parole che gli uscivano dalle labbra.

Sembrava che lei stesse lottando con se stessa prima di pronunciare le parole successive. "Sì. Te lo prometto, Draco". Hermione si chinò in avanti, posando un morbido bacio sulle sue labbra.