REGRESSION (traduzione - noctisx)

Capitolo 20: Perché cosa sono, se non un uomo?

Note:

La canzone dedicata a questo capitolo è: Moment's Silence (Common Tongue) di Hozier

When stunted hand earns place with man by mere monstrosity

Alarms are struck and shore is shook by sheer atrocity

A cure I know that soothes the soul, does so impossibly

A moment's silence when my baby puts her mouth on

Me and my babe relax and catch the manic rhapsody

All reason flown, as God looks on in abject apathy

A squall, and all of me is a prayer in perfect piety

A moment's silence when my baby puts her mouth on me

When the meaning is gone

There is clarity

And the reason comes on the common tongue of your loving me

Venerdì 5 dicembre 2014 - Draco

L'immemorabile battaglia tra il tempo e il dolore si trascinava nella psiche di Draco. A ogni marcia in avanti verso la serenità, i luogotenenti del dolore - il dispiacere e il senso di colpa - lo costringevano alla ritirata. Tuttavia, le parti in lotta riuscirono a notare il cambiamento di atteggiamento di una certa strega dopo il funerale. Avevano osservato come lei concedesse generosamente sorrisi e confortanti scrosci di risa, si erano stupiti della sua perseveranza nel chiamarlo Draco e avevano persino dichiarato una tregua quando lei gli aveva consegnato un ramoscello d'ulivo direttamente alla porta di casa.

Draco si era svegliato martedì mattina in preda alla confusione, stravolto da una notte di sonno agitato. I sogni sull'omicidio di Greg e Molly lo avevano tormentato, trasformandosi in qualcosa di più sinistro quando un'ombra ridacchiante e senza volto incombeva su di lui. Si era svegliato in preda al panico nel cuore della notte, urlando mentre il suono della risata maniacale di Bellatrix gli riempiva le orecchie; il suono era rimasto a lungo anche dopo che il suo respiro aveva rallentato. Quando finalmente si assopì di nuovo, le immagini di un corpo mutilato, completo di rune incise e di un'orrenda ingiuria, gli riempirono la mente. Solo che non erano Greg o Molly. Era Hermione. Era corso verso il suo corpo, cullando il suo cadavere senza vita contro il suo petto. Il sogno era stato così vivido che, quando aveva sentito la propria voce chiamarlo, si era voltato per vedere se stesso sotto la bacchetta dell'ombra senza volto. Si era ritrovato congelato, incapace di muoversi, mentre guardava con orrore il rituale che veniva eseguito su se stesso. Il sangue gli colava lungo le braccia mentre il suo aggressore gli incideva le rune. Proprio mentre l'ombra gli posava la bacchetta sulla fronte, Draco si svegliò, sentendo ancora il sapore del sale delle sue lacrime e la sensazione persistente del sangue di Hermione sulla sua pelle.

Quando si riprese dallo stato di agitazione, si rese conto di aver dormito nonostante l'allarme della sveglia.

Draco era entrato in ufficio alle nove e un quarto, mentre si aggiustava ancora la cravatta, per scoprire che Hermione era arrivata molto prima di lui. Nella sua confusione, aveva completamente dimenticato il loro tè mattutino, ma gli era subito venuto in mente, vedendo Hermione che portava una tazza bianca alle labbra. I suoi occhi d'ambra si allargarono mentre lo guardava attentamente. Era certo che i lievi lividi violacei che non era riuscito a mascherare, la barba incolta del mattino e i capelli pettinati a caso erano difficili da non notare. Ma, mentre lei era concentrata sulla sua presenza, Draco si stava rimproverando per il suo vuoto di memoria: si era preso il suo tè da sola, cazzo. Riacquistando rapidamente la calma e dando un ultimo strattone alla cravatta, si levò dalla porta e si diresse verso la sua scrivania. Un silenzio imbarazzante riempì il loro ufficio; questo disordine non era decisamente da lui. Anche nei primi giorni dopo la morte di Greg, Draco aveva mantenuto una certa compostezza. Quando si avvicinò alla scrivania, si sfilò la tracolla di cuoio dalla spalla con l'intenzione di appoggiare la borsa sul tavolo, ma qualcosa attirò la sua attenzione e si bloccò.