Il frastuono del traffico londinese irrompeva prepotentemente nelle strade, un brusio incessante che scandiva il ritmo frenetico della città. La gente camminava spedita, ognuno immerso nei propri pensieri e impegni: chi correva verso il lavoro, chi verso la metro o l'autobus per raggiungere la scuola. La guerra e i bombardamenti erano ormai un lontano ricordo, un incubo sbiadito nelle menti di chi ne aveva a lungo sofferto. Il mostro era stato sconfitto e la vita scorreva tranquilla, come se nulla fosse mai accaduto.
Anche per i cinque ragazzi, il ritorno alla normalità era stato graduale ma inesorabile. Era passato un anno da quando, per errore o per destino, avevano varcato di nuovo il portale nell'armadio guardaroba, nella soffitta del professor Kirk. Un anno in cui si erano dovuti riadattare a una vita di routine, dove la magia di Narnia era stata sostituita dalla monotonia della quotidianità. Niente più fauni, centauri o castori parlanti, solo persone comuni. Niente più regni da governare, solo banchi di scuola e compiti da sbrigare.
Era un'esistenza semplice, a tratti banale, che stentavano ad accettare. Il loro cuore era ancora pieno dei ricordi di Narnia, delle avventure vissute, delle battaglie combattute, dei legami di amicizia e amore nati in quel mondo fantastico. Tutto sembrava un'eco indelebile nelle loro menti.
Ogni giorno era una sfida, un continuo confronto tra la magia del passato e la realtà del presente. A volte, nei loro occhi, si accendeva una luce nostalgica, un desiderio struggente di rivivere le emozioni di Narnia. Ma la consapevolezza che quel mondo era ormai perduto li riportava alla dura realtà.
Ma come si fa a scordarsi di essere cresciuti in un mondo dove il tempo scorre in maniera diversa? Dove la realtà supera l'immaginazione? Come si fa a scordarsi di Narnia?
Erano domande che li tormentavano giorno dopo giorno, pungenti come spine nel loro animo. Domande a cui non trovavano risposta. La loro speranza era quella di poter farvi ritorno un giorno, di cavalcare nuovamente nei fitti boschi che circondavano Cair Paravel, di sedersi sui loro troni e rivedere il loro popolo. Un popolo che aveva creduto in loro fin dal primo momento, che non li aveva mai abbandonati.
Ma tra loro c'era chi, in fondo, temeva di tornare. Temeva tutti i ricordi che l'avrebbero assalita, un'onda impetuosa che minacciava di travolgerla. Da quando era tornata, Grace non aveva fatto che sentire un vuoto dentro di sé, un vuoto che piano piano la stava divorando.
Non aveva dimenticato ciò che aveva perso nell'attraversare quell'armadio: la vita che portava dentro di sé era svanita come cenere nel vento. E ancora, dopo un anno, le faceva male. A Peter non aveva ancora detto nulla, la decisione presa quel giorno era rimasta tale. Non si pentiva della sua scelta, perché vedeva quanta sofferenza le portava quell'idea e coinvolgere il ragazzo sarebbe stato solo aggiungere angoscia alla sua già esistente. Non sapeva se entrambi ne sarebbero usciti. Preferiva soffrire da sola, in quel modo sarebbe stato più semplice per tutti.
Il dolore era un compagno silenzioso che la accompagnava ovunque, un'ombra che la inseguiva anche nei sogni. Si sentiva diversa dagli altri, come se una parte di lei fosse rimasta intrappolata in quel mondo fantastico, incapace di tornare indietro del tutto.
La tensione tra Grace e Peter era palpabile. Un'inquietante alternanza di alti e bassi caratterizzava la loro relazione, con momenti di pace effimera che li riportavano al loro matrimonio felice, seguiti da scontri accesi. Peter era turbato dai frequenti momenti bui di Grace, momenti in cui la sua mente si spegneva e il suo sguardo diventava freddo e distaccato. Invano cercava di capirne la causa, chiedendole cosa la affliggesse, ma lei rispondeva solo con un cenno di diniego, scatenando la sua ira. Peter era sicuro nascondesse qualcosa. Aveva notato un cambiamento in lei dopo il loro ritorno da Narnia, come se un timore interiore la tormentasse incessantemente. Lui desiderava aiutarla, ma il suo ostinato silenzio rendeva impossibile qualsiasi progresso. I loro litigi diventavano sempre più frequenti e intensi, culminando in periodi di silenzio che duravano giorni o addirittura settimane, deteriorando il loro rapporto in modo irreparabile.
STAI LEGGENDO
The Prophecy [P.P.] - 2 -
Fantasía- Pensi che io non soffra adesso? Mi hai negato un segreto così grande, Grace! - Si avvicinò a lei con tono accusatorio - Come posso più fidarmi di te?! Come?! Dopo tutto questo. Abbiamo fatto un giuramento, insieme ci siamo promessi di affrontare q...