Non è facile con lui

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Rabastan: Non è facile con lui


La grande novità di mio fratello e della sua dolce metà, venne comunicata impietosamente anche a me.

Sentendo del matrimonio direttamente dalla bocca di Rod non feci altro che alzare le spalle rassegnato: sarebbe dovuto accadere prima o poi, e avevo avuto la fortuna di risparmiarmi di assistere alla cerimonia, quindi potevo considerarmi sollevato.

In quei giorni eravamo comunque talmente in pochi a sapere della notizia, che non notai particolari cambiamenti nella nostra vita.

La situazione iniziò invece ad evolvere, nel momento in cui Bella mi confessò un segreto importante.

L'avevo aspettata a lungo, atteso tutti i suoi allenamenti e che si decidesse a ritornare a casa, quindi finalmente l'avevo fermata.

"Ti va se facciamo un giro, prima di rientrare?"

Lei mi guardò incerta. Era un po' pallida.

"Sarei un po' stanca a dire il vero."

Le sorrisi, la trascinai via con me.

"Dai... ci rilassiamo un po'."

Passeggiammo insieme, fu una gioia averla tutta per me. Parlammo di tante cose, senza che mai mi nominasse Rod. Le comprai un dolce di zucca e non appena lo mangiò tutto, di gusto, riprese colore, la trovai bellissima. Avrei desiderato prendermi cura di lei per sempre.

Quando arrivammo al giardino di casa mia, già a pomeriggio inoltrato, era ormai scesa un po' di nebbia, i lampioni erano accesi e illuminavano tutto il vialetto che portava all'entrata.

"Non entriamo ancora, fermiamoci più in là."

Accennò col viso ad una panchina ritirata, lontana dal viale principale.

Quando ci sedemmo, tirai fuori poche foglioline di erbe che avevo con me e gliele offrii. Le fece bruciare in un attimo, ce le passammo aspirando a fondo quell'aroma profumata, con molta calma e lentezza.

L'atmosfera si fece subito calda e ovattata. La guardai a lungo nella luce della sera, le guardai la pelle del viso, leggermente arrossata dal freddo, le labbra che avrei voluto baciarle, i capelli neri, lisci, che le si appoggiavano dolcemente sulle spalle, feci per accarezzarglieli, ma mi interruppe.

"Posso dirti una cosa, Rab?"

La guardai più attentamente.

"Certo, Bella, tutto quello che vuoi."

Rimase zitta per un attimo.

Abbassò il viso e portò lo sguardo a terra, pensieroso.

Vidi che iniziò a torturarsi le unghie delle mani, fu l'unico gesto che tradì il suo improvviso nervosismo.

"E' una cosa che non deve sapere nessuno, devi tenertela per te."

Annuii.

"Stai tranquilla, ti ho mai tradita, forse?"

Scosse la testa, ma ugualmente non si decise a parlare.

Provai a farle coraggio.

"Puoi fidarti, so bene che se parlo, sono morto."

Lo dissi ridendo, ma lei rispose subito, seria.

"Lo farei sicuramente."

Si chiuse nel suo mantello nero, poi parlò in un sospiro.

"Lo amo, mi sono innamorata di lui."

Il silenzio calò fra noi.

Non pronunciò il nome, ma capii fin da subito di chi si trattasse. Non ebbi nemmeno un dubbio.

Il Maestro di Arti OscureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora