Ti preferisce a noi tre

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Bellatrix: Ti preferisce a noi tre


Lasciai passare qualche giorno per abituarmi all'idea di sposarmi, prima di procedere con tutto il necessario a che avrei dovuto fare per portare a termine gli eventi come voleva il mio maestro.

Riflettei bene su ciò che stavo facendo.

Rodolphus Lestrange non era affatto male, anzi, eravamo sempre stati insieme come fidanzati, fin dai tempi della scuola. Lui ed io eravamo perfetti, ci esaltavamo reciprocamente ed eravamo pronti a tutto.

Il nostro modo di vivere e stare insieme era sempre stato ai limiti dell'estremo.

Eravamo sempre stati molto felici, finché non era arrivato lui, il mio maestro, allora le cose per me erano molto cambiate.

Lord Voldemort mi aveva completamente sconvolto l'esistenza, con la sua personalità imprevedibile e sfuggente e travolto l'anima con quella sua sua capacità di farmi fare tutto ciò che desiderava, nel bene e nel male.

Era inutile pensare oltre: non gli avrei mai detto di no, anche se si trattava di un capriccio espresso solo per il suo tornaconto.

Cercai un momento adatto per comunicare la decisione a mio padre e, per una serie di circostanze fortuite, la possibilità mi si parò davanti di lì a pochi giorni.

Cissy comunicò a casa la buona riuscita dei suoi MAGO e che quindi si preparava all'imminente rientro.

Essendo ormai arrivata l'estate, i miei genitori si erano ritirati nella casa di Torquay, decisi quindi di approfittare di quei giorni per sistemare definitivamente le cose.

Inoltre, mi sarebbe stato particolarmente utile quel periodo in un luogo naturalistico, a contatto con gli elementi, per tentare di capire qualcosa di più della mia magia e che genere di elemento mi rappresentasse. Avevo promesso di non voler essere più una dilettante e come prima cosa avrei dovuto iniziare da quello: capire il mio elemento una volta per tutte.

Attesi l'arrivo di Cissy e partimmo insieme alla volta della casa di villeggiatura.

Esattamente il giorno del nostro arrivo, nostro padre decise che era giunto il momento di parlarci e durante la cena ci avvisò che l'indomani ci avrebbe portato fuori, per il consueto giro in barca di quando doveva dirci cose importanti.

Cissy si allungò sulla sedia per sussurrarmi il suo scarso entusiasmo.

Alzai le spalle, non amavamo molto questi ritrovi padre e figlie, soprattutto da quando non c'era più Andromeda con noi, sembrava sempre mancare qualcosa, ma a me tornava particolarmente utile per i miei scopi.

L'indomani ci recammo nel piccolo porto della comunità magica del paesino di mare, pronti per prendere il largo.

"Voi due ragazze pensate alle vele, io mi metto al timone, usciamo dal porto così parleremo in pace."

Mi misi a prua e preparai le vele per prendere il largo, Cissy mi diede vagamente una mano.

"Vai a metterti tu al timone Cissy, prendi il largo velocemente, così nostro padre affronterà prima l'argomento, cerchiamo di finire presto questa conversazione."

Agile come una piuma, lei tornò a poppa e prese il timone.

"Padre, posso provare? È da tanto che non lo faccio."

Lui acconsentì e, una volta sistemato tutto, tornai anche io tra loro. Il mare era calmo e il vento teso, ma non forte, per cui si poteva parlare comodamente.

Tagliai corto sugli altri argomenti e andai dritta al punto.

"Allora, padre? Diteci il motivo di questa uscita in mare."

Il Maestro di Arti OscureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora