La sciocca coincidenza-parte uno.

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<Cazzo!>, Valentino sbatté il cellulare sulla tavola facendo tintinnare i bicchieri, <Quella puttanella farà meglio a rispondermi altrimenti giuro che lo farò scopare da un esercito di camionisti sudati>. Silenzio. Velvet sfiorava velocemente lo schermo del suo smartphone con aria annoiata, <Hai visto Vox?> chiese dopo un po'. <Mm? No> rispose Val impegnato a ricontrollare i messaggi. <E' tutto oggi che sclera come una fighetta> continuò Velvet. <Mah sarà per quel casino che è successo col demone della radio> Val sollevò la testa dallo schermo, <Sai che alla fine è andato tutto a puttane! Non ho mai capito se all'epoca...>. Proprio in quel momento la porta scorrevole della lussuosa sala si aprì con un lieve sibilo. Bastò questo a far ammutolire i due. Velvet notò che la pupilla sinistra di Vox guizzava delirante al centro dell'occhio e quando faceva così significava che era decisamente furioso. Ci pensò Val a mandare in mille pezzi quel silenzio gelido che era calato sui tre, <Allora com'è andata?>;
<Una merda!> sbottò Vox, poi si sforzo di ridere <Ah ah cosa crede di fare quel vecchio rincoglionito con quella banda di imbecilli? Ora che hanno anticipato lo sterminio pensano di prendere i dannati per disperazione ah ah>;

<Be' a te è venuta in mente quella boiata della angel security, Carmilla ti ha sfanculato senza troppi problemi> gli ricordò Velvet. <Ah fanculo!> Vox battè un pugno sul tavolo e saltò in piedi spingendo la sedia all'indietro, <Carmilla è una stronza, tutto qui. Con il nuovo hotel vedremo chi comanda!>. <Vox,> con un gesto svenevole Valentino si portò la sigaretta alle labbra, <Te lo devo dire: non capisco perchè dovremmo aprire un hotel>;
<Te l'ho spiegato il perchè!>;
<Va bene e di solito sono il primo che si galvanizza con un nuovo progetto, tanta droga, sesso... ma vedi? Niente che non facciamo già nella V tower. Ci serve davvero un hotel?>. In quel momento la tavola vibrò e Valentino raccattò immediatamente il proprio cellulare, <Angee? Dove cazzo eri finito?!?> strillò allontanadosi. Vox si massaggiò la fronte, <Razza di smidollato>.

***

Angel liberò un lungo sospiro non appena ebbe riattaccato la chiamata. Il bagliore azzurrino del cellulare svanì.
Raggomitolato al centro del letto, cominciava ad avere freddo nella stanza buia. Uno spiffero gelido si insinuò fra le sue braccia facendolo rabbrividire. Fat nuggets aveva occupato quel posto fino a ieri. Questo pensiero fu l'ennesima pugnalata al cuore.

Si mise a sedere sospirando una seconda volta. Nonostante avesse voluto chiudere gli occhi inariditi dalle troppe lacrime versate e dormire fino all'inverosimile, Val voleva che lo raggiungesse. "Voglio passare un po' di tempo con te, babe" aveva detto sdolcinato fra un'ingiuria e l'altra. Angel fece una breve sosta davanti allo specchio: non sembravano essere rimaste tracce del pianto sul suo volto, dopodichè uscì dalla camera dal letto.
Scendendo le scale notò che la hall era deserta e che dalle finestre rimbombava il rumoreggiare dei tuoni. Si incamminò verso il portone, <Dove te ne vai con questo diluvio?> una voce alle sue spalle. "Il micio" pensò Angel allargando un sorriso. <Ovunque possa succhiare cazzi, micetto> rispose, per poi ridere soddisfatto dal broncio di Husk e dai mugugni di disapprovazione.

Quel sorriso svanì in fretta. Angel, sull'uscio, guardò scoraggiato la fitta pioggia. <Prendi almeno un ombrello> il tono riluttante del gatto era talmente sommesso che Angel si chiese se non stesse parlando a se stesso. <Che hai detto?>;
<Lo vuoi o no l'ombrello?!?>;

<Sì. E stai calmo> tornò sui suoi passi, verso l'angolo bar, <Voglio sentirti fare le fusa micet...>. Un lancio provetto e l'ombrello rosso lo zittì, impedendogli di finire la frase. <Vaffanculo Husk!> gli urlò raccogliendolo da terra, prima di allontanarsi con l'ombrello. Husk sorrise, quasi quasi lo preferiva così.

The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora