La porchetta troppo cotta-parte uno.

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Con un gemito addolorato, Pentious appoggiò delicatamente l'ultimo pezzo dell'assspiratutto d'ottone ai piedi del mucchio. Charlie sospirò tristemente, <Dovevi proprio fargliela smantellare? Povero Sir Pentious> aggiunse intrecciando le dita davanti al petto. <Charlie,> rispose Vaggie facendola voltare, <hai visto cosa ha fatto a Fat Nuggets. Non posso permettere che accada a uno di noi>;
<Fat Nuggets... hai ragione>, Charlie prese le mani della compagna. <Be'> sorrise consolata, <Appena Angel tornerà sono sicurà starà meglio. Dobbiamo dirgli...>. Non finì di pronunciare la frase che Angel Dust fece irruzione nella hall. Si richiuse la porta alle spalle con un fragore che rieccheggiò per la hall e si poggiò a essa per riprendere fiato. Husk rimase con la bottiglia a mezz'aria, <Che diavolo...?>;
<Angel!>, Charlie gli venne in contro esultante, <Ho una buona notizia!>;
<STA CERCANDO DI UCCIDERMI!> strillò lui precipitandosi al bancone. <Cosa? Chi!?!> si allarmò Charlie. Il pornodivo non rispose: aveva afferrato il primo sgabello che gli era capitato fra le mani e ora stava tornando indietro di corsa. <Alastor!> incastrò lo sgabello in modo tale da bloccare la porta, <Quel pazzo bastardo>. <Alastor?> ripeté incerta Vaggie abbassando la lancia, <Ehi! Avevo detto niente armi nell'hotel!>. Angel aveva scavalcato il bancone stringendo un mitra. Fece un paio di respiri pesanti nel silenzio sospeso che era calato, poi si sporse dal suo nascondiglio per controllare l'ingresso. <Ehmm...> Husk provò a dire qualcosa , <...non importa>. La maniglia si abbassò con uno scatto, si udì un sussulto: Angel si rintanò. Dopo un paio di tentativi nei quali lo sgabello fece il suo lavoro, dallo spiraglio ai piedi dell'uscio, strisciò un'ombra. <Alastor> disse Charlie quando il demone si materializzò davanti a lei. <VAFFANCULO!>, Angel era sbucato dal suo rifugio sfoderando l'arma. Con uno slancio Vaggie e Husk gli furono addosso. Partirono alcuni colpi, prima che Husk riuscisse a impossessarsi del mitra. Tutti guardarono il soffito bucherellato. <Cosa stracazzo ti è preso?!?> lo sgridò Vaggie. Angel tacque: gli occhi sulfurei di Alastor lo avevano inchiodato al parquet. Il signore supremo fece serenamente un passo in avanti, <Non ti avvicinare!> gridò Angel. Scansò Vaggie e si fiondò al piano di sopra, sparendo nel corridoio. Lo sbattere violento di una porta si propagò per l'hotel qualche secondo più tardi. <Be' che dire, adoro le accoglienze plateali> gongolò Alastor sistemandosi il papillon. <Mi dispiace Alastor...> gli si avvicinò Charlie, <Non ho idea di che cosa gli sia successo>;
<Forse potresti aiutarci a capirlo> intervenne Vaggie indicando Alastor con la lancia. <Vaggie?>;
<Angel non può essere semplicemente impazzito!> obbiettò Vaggie. <E esattamente di che cosa mi staresti imputando?> un sguardo sinistro oscurò il volto di Alastor. <Ok ok> Charlie si frappose tra i due <Calma>. Mentre parlavano, passato il trambusto, da sotto il divano della hall era sbucato un musetto rosa che grugniva e annusava l'aria. Quando fu convinto della situazione, Fat Nuggets venne allo scoperto. Zampettò ai piedi di Charlie strusciando la testolina contro la sua gamba. <Oh Fat Nuggets eccoti> Charlie lo prese tra le braccia. Alastor parve piacevolmente sopreso, <Pensavo che la porchetta fosse irrimediabilmente troppo cotta!>;
<Ehm...> Charlie rise senza sapere cosa dire, <Per fortuna si era incastrato nel tubo. Abbiamo dovuto smontare il macchinario, ma alla fine eccolo qui!> gli rivolse uno sguardo dolce, poi una carezza sulla testa. <Volevamo fare una sorpresa ad Angel...>;
<Ma a quanto pare vi ha preceduto> convenne Alastor;
<Esatto>. Il signore supremo tese calorosamente le braccia lunghe e magre, <Lascia che glielo riporti io, principessa>. Charlie tentennò. <Spero tu stia scherzando> si intromise Husk da dietro il bancone. <Aspetta,> Charlie si illuminò in volto, <è un'ottima idea!>. Vaggie fece per ribattere, <Così capirà che può fidarsi di Alastor e che non vuole fargli del male> continuò Charlie. Ignorò l'aria per nulla convinta della compagna e affidò Fat Nuggets alle braccia del demone della radio. <Potrebbe essere un'ottimo esercizio di fiducia!> esclamò Charlie, <Affidare qualcosa di caro ad un altro demone. Devo assolutamente includerlo nel programma di domani> squittì di entusiasmo allontanadosi. Alastor guardava il maialino con un lieve ribrezzo, stando ben attento a tenerlo alla larga dalla sua giacca. Si avvide del piglio sospettoso con cui Vaggie lo stava scrutando, <Tranquilla occhio di falco,> il broncio sulla sua faccia si raggrinzì ulteriormente, <il nostro amico sarà al settimo cielo quando si ricongiungerà con il suo suino domestico> rise di gusto, <Non è forse questo il vostro obiettivo?> aggiunse imboccando le scale. <Spiritoso> brontolò Vaggie. Lei e Husk si scambiarono un'occhiata preoccupata, poi il micio scrollo le spalle e trangugiò il suo whiskey.
***
Le aplique rischiaravano di una luce calda il corridoio. Lo rendevano accogliente. Il bagliore si rifletteva sulle colonne, sul battiscopa e gli stipiti dorati. Il resto della parete era coperto da una moquet bordeaux dal colore intenso che ad Alastor piaceva particolarmente. Quando era da solo, e aveva le mani libere, faceva scorrere delicatamente gli artigli sopra quei ghirigori barocchi. Questa volta, però, si era ritrovato a percorrere assorto quel corrridoio, con un maiale sotto il braccio e senza poter apprezzare l'arredamento d'antiquario che lui stesso aveva accuratamente selezionato per l'hotel. Si arrestò davanti alla stanza che sapeva essere del pornodivo e bussò. Avrebbe potuto spaventarlo a morte così da zittirlo per un po', rifletté fra sé e sé nell'attesa. Cominciò a far errare lo sguardo sulla porta. Al centro di essa vi erano affisse alcune fotografie, tra le quali una che ritraeva il porcellino. Abbassò lo sguardo su Fat Nuggets come a verificare che fosse realmente lui e l'animaletto cercò di divincolarsi sgranando gli occhietti neri.
Le altre due foto erano state scattate con gli ospiti dell'hotel. Alastor assottigliò le palpebre: Angel appariva diverso, fragile, vulnerabile; nel senso che era completamente epurato dal suo menefreghismo. Eppure doveva tenerci a quelle foto se aveva deciso di esporle fuori dalla sua camera... Alastor sbuffò spazientito e ribussò, più forte questa volta. All'intermo si agitò qualcosa. <Chi è?> vociò Angel con un tremore. <Alastor: benefattore di questo hotel e amico dei suoi inquilini. E' permesso entrare?>. Angel fissò la porta nella penombra della camera, paralizzato. Le luci del corridoio si infiltravano nella fessura sotto l'uscio, interrotte dall'ombra di due stivali a punta che incombevano sulla sua stanza. <Ho una sorpresa per teee> cantilenò Alastor. Angel riconobbe una lieve apprensione confondersi nei toni sempre più smielati del signore supremo. Voleva ottenere qualcosa. Gli ricordò Val.
Alastor avvertì il respiro affannoso avanzare cautamente. <Che vuoi, stronzo?> un ringhio sommesso radente alla porta. Per un attimo, Alastor pensò che sarebbe stato facile trafiggerlo da parte a parte con uno dei suoi tentacoli, poi si ricompose all'istante. <Solo restituirti qualcosa a te molto caro>, fu immediatamente seguito da un grugnito stridente come se il porcellino avesse capito si stava parlando di lui. <Fat Nuggets...> Angel aveva riconosciuto subito quel verso e gli era mancato il respiro. La catenella di sicurezza si tese all'improvviso e da quello spiraglio schizzò fuori un braccio di Angel. Il maialino era a pochi centimetri dalle sue dita. <Ma...> Alastor sollevò un dito, <a patto di poter scambiare due parole>. Angel si rabbuiò nuovamente. Incastrato fra la porta e lo stipite, guardò torvo il signore supremo. Quel sorriso affabile si era rivelato estremamente compiaciuto nel vederlo annaspare per raggiungere il suo maialino. <Prima passami Fat Nuggets> ordinò, facendogli cenno con la mano. Alastor non si mosse, <In tutta onestà penso sia troppo grasso per passare da quella fessura>. Angel, di tutta risposta, gli sbattè la porta in faccia, un breve scatenio e l'uscio si schiuse nuovamente lasciando emergere alla luce calda l'esile figura di Angel Dust. <E' permesso?> domandò Alastor gioviale sul punto farsi strada nella stanza. <No> lo bloccò Angel, <Non mi fido di te>;
<Pochi sono così stupidi da farlo> rispose fieramente Alastor. <Dammi Fat Nuggets> ripetè Angel con decisione, ma allo stesso tempo impaurito. Alastor indugiò un momento con la fronte increspata di meraviglia. Mosse un passo in avanti e subito Angel lasciò andare la porta per venirgli in contro. Il suo viso si addolcì, per poi farsi languido quando finalmente riebbe fra le braccia il suo maialino.
Da tempo, ormai, Alastor aveva rinunciato a interrogarsi sul motivo che spingesse gli abitanti dell'inferno a legarsi così tanto a qualcosa. Eppure, talvolta, restava incredibilmente colpito dagli sguardi, le parole che gli altri demoni si scambiavano. Gli smuovevano le viscere nel profondo, perlopiù di ripugnaza e inquietudine, ma intuiva la profondità e la potenza di tali sguardi e ne era affascinato. Pensava ciò osservando sovrappensiero Angel che coccolava il porcello, finchè il pornodivo non sollevò improvvisamente lo sguardo, cogliendolo in flagrante. Ancora diffidente, Anthony posò in terra Fat Nuggets. Il maialino corse ad accoccolarsi sul tappeto della stanza. Poi Angel richiuse la porta. <Sono tutto orecchie> disse insofferente alla presenza del signore supremo. Alastor lo notò e in fin dei conti non gli sarebbe importato in qualsasi altra circostanza. Ma ora aveva bisogno che Anthony gli prestasse attenzione per convincerlo a collaborare, con le buone o, più probabilmente, con le cattive. <Ti comunicherò quello che ho da dirti fra un minuto,> esordì Alastor cordiale, <tuttavia preferirei che questa conversazione si tenesse unicamente fra me e te. Da soli> fece una pausa. Angel non riusciva a interpretare pudicamente quella frase e sapendo che Alastor non era il tipo da alludere a certe cose, era sicuro di aver fraiteso. <Perciò,> continuò il signore supremo, <dal momento che non hai voluto farmi entrare, ti invito a seguirmi nel mio alloggio>;

<Per poi uscirne a pezzetti in un sacchetto della spazzatura?> lo rimbeccò Angel, <Non ci penso nemmeno>;

<Suvvia mio effemminato amico, cosa vuoi che ti accada fra le mura di "questo" hotel che scoraggia il peccato e...>;

<Non lo so, ma se vuoi ammazzarmi sono sicuro che troverai il modo per uscirne pulito>. Tacquero per qualche secondo, Angel cominciava sentire la stanchezza, ma sapeva che Alastor non gli avrebbe concesso di dormire sonni tranquilli se prima non lo avesse accontentato. <Sai non penso che tu abbia molta scelta e io posso stare in piedi per tutta la notte>, Alastor si passò con disinvoltura il bastone da una mano all'altra. <Posso non ascoltarti> tentò Anthony, <Ti assicuro che ne varrà la pena> rispose l'altro. Angel sbuffò, <E va bene> brontolò. <Perfetto!> esultò il demone della radio con tanto di applausi in sottofondo e scampanellio da gioco a premi, <Da questa parte prego>. Si incamminò impettito per il corridoio ormai buio. Angel lo guardò inquietato mentre veniva inghiottito dall'oscurità, prima di seguirlo tenendosi a debita distanza.

The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora