Angel si accasciò su un divano a caso della hall, lasciando andare un sospiro, dopo una camminata che gli era parsa infinita. I piedi doloranti, che pulsavano sui tacchi alti, trovarono finalmente sollievo. Fissò il soffitto. L'ubriacatura ormai sembrava stesse scemando. Quella, di solito, era la parte in cui Valentino, o chi per esso, si sdraiava su di lui, avanzando pretese e proposte che non poteva rifiutare. Guradò Alastor che stava raggiungendo una poltrona, la sua andatura barcollava leggermente. Sapere che non sarebbe andata a finire come tutte le altre volte liberò Angel di una tensione di cui non era consapevole. Sì, si era divertito. Nonostante quella non rispecchiasse la sua idea di "divertimento". Alastor cercava di mantenere un contegno, sedendosi composto, riflettendo se fosse stata una buona idea finire da solo la bottiglia che Angel aveva sottratto dal locale. Dopotutto il pornodivo era troppo ubriaco per bere ancora. Si accorse che Angel lo stava guardando con un leggero sorriso sulle labbra.
Mentre Alastor pensava se ricambiare o meno, un'espressione perplessa si era dipinta sul suo volto. <Sai a casa ascoltavamo sempre la musica swing>, Angel, intento afissare il soffitto, non si accorse che le sopracciglia di Alastor si erano sollevate fino e sotto al ciuffo. <La sera, dopo cena> continuò ignaro, <Ballavamo io e mia sorella. E a mio padre piaceva stare seduto sulla sua poltrona a guardarci, battendo il piede a tempo>. Alastor fissava il suo volto per coglierne ogni minima variazione. A quelle parole l'espressione serena di Angel si sgretolò in fretta. Persino nei suoi ricordi gli occhi di suo padre, puntati addosso, gli smuovevano odio e disprezzo per aver portato gi inferi sulla Terra, un luogo di possibilità e speranza. Persino ora, che probabilmente condividevano lo stesso inferno. Chissà dov'era... Da quella domanda pericolosa la sua mente fu salvata dalla voce di Alastor, <Di dov'eri?>. Angel lo guardò, <New York city. E tu?>. Alastor sbuffò una risata e si strinse nelle spalle, <Stai palando con un campagnolo della Lousiana>;
<E adesso un signore supremo. Allora l'inferno dà veramente una secondo chance> rise Angel. <Ironicamente, sì> convenne Alastor. Tra i due aleggiò un leggero imbarazzo che gli fece distogliere lo sguardo. Parlare delle loro vite era strano, ma stranamente non doloroso per la maggior parte delle anime si trovavano all'inferno.
<Va bene... Urgh> Alastor si sollevò a fatica della poltrona spingendo sui braccioli. <Già ora di andare a dormire?> chiese Angel. <Io non dormo mai,> Alastor barcollò, <ma distendermi un po' potrebbe aiutare con questa sbornia>. Il demone della radio mosse un passo incerto. <Lascia che ti aiuti> disse Angel affrettandosi a infilarsi sotto il braccio del signore supremo. Alastor non ebbe il tempo di reagire che sentì cingersi il busto. Non fu fastidioso come pensava, forse perchè era ubriaco. Allora si lasciò sorreggere.
Quando finalmente raggiunsero la camera. Alastor sollevò il braccio e fece schioccare le dita. In un lampo verde brillante apparse un letto matrimoniale tra il camino e il limitare della palude. L'ultima volta che era stato lì, Angel non aveva avuto il tempo di soffermarsi sulla peculiare conformazione della stanza. Alastor scivolò dalle braccia di Angel sedendosi pesantemente sul materasso. Gli era rimasto sul volto un lieve, ma genuino sorriso; nascosto, perchè il demone della radio aveva abbandonato la testa fissando il pavimento fra le sue scarpe. Trascorse qualche attimo di silenzio in cui l'unico rumore era lo scoppiettio del camino che si era infuocato con una vampata al loro ingresso nella camera. Angel se ne stava ritto davanti al signore supremo senza sapere che fare. Sembra si fosse assopito seduto sul bordo del letto. Poi, all'improvviso, il pornodivo si chinò per slacciargli le scarpe. <Non serve> lo fermò Alastor sollevando appena il palmo dal ginocchio. Grazie. Angel avrebbe voluto dire. Riconosceva quella sensazione, da quanto tempo qualcuno non si prendeva cura di lui? <Va bene> sussurrò Angel rialzandosi, <Allora buonanotte>. Attese un istante, poi si voltò e uscì.
STAI LEGGENDO
The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.
FanfictionI Vees tornano a rompere le scatole nella selvaggia competizione che regna a Pentagram city. Sia Anthony che Alastor sono collegati in qualche modo alle tre V che la fanno da padroni all'inferno, ma una serie di vicende e di equivoci li costringerà...