Il fumo della falena

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Erano le tre del mattino, ma la festa andava ancora forte. La musica, per quanto ovattata, raggiungeva chiaramente le sue orecchie; e i bassi vibravano attraverso i piani del titanico grattacielo, fino al suo letto. Era particolarmente sensibile, alle vibrazioni. Rannicchiato in un angolo del letto, si stringeva sempre più rabbiosamente su se stesso, come per escludere i rumori al di furi della sua bolla. <Angel...> la voce melliflua dall'altro capo della camera, <Hai finito di far finta di dormire?>. Valentino tornò a guardare quella fogna a cielo aperto che era Pentagram city attraveso le vetrate dell'attico. <Devo parlarti> aggiunse serio abbottonandosi la camicia di raso nero. Voltandosi si arrotolò le maniche fino ai gomiti delle prime due braccia. Anthony era seccato, desiderava disperatamente dormire, ma chissà per quale schifezza gli avevano messo nel bicchiere, nonostante le palpebre gli pesassero come piombo, non riusciva ad addormentarsi. E il party di sotto non aiutava affatto. <Così mi hai chiamato per parlare?> lo punzecchiò. A Val piaceva, quando era di buon umore, tuttavia i suoi stati d'animo erano quanto meno imprevedibili. Lui ridacchiò, una risata profonda e sensuale, avvicinandosi. <Lo sai che mi fai impazzire> Val abbassò la voce fino a sussurrargli su una guancia, <Non ho saputo resistere>. <Ma...> vociò allontanandosi all'improvviso, prima che Angel potesse rispondere alle sue avances, <...Dopo le priorità ci sono le questioni serie di cui dobbiamo occuparci>. Si andò a sedere sulla sua poltrona di pelo. <Cosa c'è Val?> Angel cominciava ad essere impaziente, voleta tornare a casa, all'Hazbin Hotel. <Tu sei il mio giocattolo preferito Angee, e lo sai>, Angel gli lanciò un'occhiataccia furtiva "Cosa doveva essere? Un complimento?", sotto gli occhi mordaci del suo pappone si riallacciava la vestaglia. <Quel Hazbin Hotel sta facendo parlare parecchio di sè>;
<Non rimaniamo di certo a corto di camere...> disse fra i denti Angel: non voleva sminuire l'hotel, ma doveva distoglierlo dall'attenzione di Val, qualsiasi cosa finisse tra le sue grinfie era dannata per sempre. <Ma non è questo il punto!> ribattè la falena, <L'impotante è far parlare i dannati>. Si alzò e cominciò a vagare per la stanza seguito dal suo fumo fucsia. <E se l'Hazbin Hotel fa parlare di sé, l'attenzione si distoglie dai Vees, e questo non va bene> aveva digrignato una sorta di sorriso, il suo dente d'oro scintillò nella penombra. Angel, per un attimo, si rincuorò di sapere che l'hotel avesse punzecchiato le orecchie dei pezzi grossi, poi il sospetto e la paura avevano preso il sopravvento. Angel si stava correggendo un dito di tè con una generosa quantità di rum, <Abbiamo intenzione di aprire un hotel anche noi> alle parole di Valentino il primo sorso gli andò tutto di tarverso. Tossicchiò. <Non ti vedevo tossire così da quando ti presi con me> rise Valentino afferrandogli il mento per sollevarlo. <Ma... Val... A che vi serve un hotel? Siete già i più potenti e seguiti di Pentagram city> Anthony pigolava come un pulcino bagnato tirando indietro la testa per liberarla dalla presa della falena. <Questo creato dovrà guardare solo a una cosa e quelli siamo noi. Se si parla di hotel noi apriremo un hotel, e faremo dimenticare all'inferno quella pagliacciata>. Finalmente Valentino lasciò andare Angel, <Sei libero per stanotte. Mi faccio sentire io> era tornato al suo tono di voce fatalmente suadente. Angel fece per uscire, <Ah Angel...> lo richiamò Val, <Ovviamente mi aspetto la tua collaborazione per questo progetto>. Fece una pausa, forse per studiare (o godersi) l'espressione liquida sul volto del suo "giocattolo" sondando le sue intenzioni. <E mi aspetto anche la tua più stretta riservatezza> aggiunse lapidario. Solo dopo, Angel, fu realmente libero di andare.

Quando Anthony spalancò la porta dell'uscita secondaria, si accorse di essere ancora in vestaglia. Il gelo lo attaccò, una folata di vento gli passò tra le gambe sollevandogli la veste da camera. I flash della notte con Valentino lo fecero rabbrividire. Si guardò indietro, dovevano aver riso di lui. Charlie sarebbe dovuta passare a prenderlo con la limuosine. Adesso saranno tutti a dormire da un pezzo. Certo, lui le aveva detto che massimo per le due, sarebbe stato fuori da quella topaia di lusso, non poteva prevedere lo scherzetto di Val. Sospirò e si sedette sul marciapiede sudicio. Cosa poteva fare? Non seppe quanto tempo stette a seduto lì a rimuginare, ma ad un certo punto degli pneumatici stridettero a un soffio dalle punte dei suoi piedi. "Ehi che accidenti credi di fare?!?" avrebbe voluto strillare, ma era semplicemente troppo stanco. Senza fiatare salì sulla vettura. Vaggie era pronta a dirgliene quattro per l'orario improponibile, ma tacque, sorpresa, di fronte al volto spossato e all'espressione affranta del ragnetto. <Mh> si limitò a mugugnare prima di sfrecciare in direzione dell'hotel. Esso era piombato nel silenzio e nell'oscurità del sonno notturno.


The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora