Il demone della radio trasse un profondo respiro sperando che finalmente quella fosse la porta giusta. <Fossi in te non lo farei>. Le orecchie da cervo si rizzarono vittoriose. <Quello è l'ufficio di Val> continuò la tv, <Non sei il tipo da apprezzare quel genere di cose>. Alastor sfoderò il suo sorriso più smagliante, <Vox!>. Voltandosi, poté vedere la tv spavaldamente poggiata a una delle colonne. Aveva un'aspetto raffazzonato, i vestiti leggermente sgualciti, senza giacca inamidata e con le maniche arrotolate sui gomiti. Ben diverso da come Alastor era abituato a ricordarlo. <Quale caso fortuito averti incontrato in questo dedalo di corridoi>, gongolò Alastor poggiandosi al bastone. <Che caZzo ci fai qui, Al?> proruppe subito Vox facendo glicchare la pupilla. Alastor stava per replicare, <Se stai cercando Angel Dust, sappi che non è a lavoro oggi>;
<Ma io non sono qui per la nostra rosa canina> tese gli angoli della bocca, <Sono qui per te>. Vox esitò colto alla sprovvista, poi gli fu addosso. Alastor sentì i suoi artigli stritolargli un braccio. Sgranò gli occhi che cominciarono a ticchettare come la manopola di una radio, ma prima che avesse il tempo di reagire, una forza innaturale lo sferzò, sbatacchiandolo per le quettro pareti. Una saetta azzurra guizzò per il corridoio, per poi infiltrarsi nella telecamera più vicina.
Neanche una frazione di secondo dopo, si ritrovò al cospetto di un lungo tavolo, circondato dalla penombra. I riflessi blu scuro dell'acqua si increspavano sulla superficie lucida del ripiano. Pesci dall'aria minacciosa nuotavano placidamente dietro le pareti di vetro spesso. Vox mollò la presa e si distanziò in fretta di qualche passo. <Meglio parlare qui> disse di spalle, facendosi servire da Kitty un drink. Con il bicchiere in mano guardò furtivamente Alastor. Questo osservava l'acquario con i suoi occhioni sulfurei, il volto bluastro alla luce filtrata dalle acque, e un sorriso quasi genuino sul volto. <Vuoi?>;
<Ti ringrazio, ma no>. Alastor si mosse per la quiete della stanza, tampinato dallo sguardo mordace di Vox. La tv si abbandonò sulla sua poltrona, <Non ti fai vivo per sette anni e ora ci incontriamo due volte in tre giorni>, mandò giù d'un fiato il liquido sgargiante e dolciastro, avrebbe voluto ubriacarsi per sostenere quella conversazione. Trascorse qualche secondo di silenzio che bastò a Vox per distrarsi e ricadere nei suoi rimuginii. <Vedo che hai tenuto questa foto!>.
Un fracasso. <EHI!>. Alastor si girò, Vox si stava precipitando su di lui e nel tentativo disperato di raggiungerlo aveva travolto una delle sedie. <Quelli sono documenti top secret!> ringhiò la tv lanciandosi su di lui per strappargli il ritaglio di carta. Si era dimeticato che quella lavagnetta era lì. Prontamente, ma senza scomporsi, Alastor si voltò sfuggendogli. <Hai conservato la parte migliore comunque> lo schernì lasciando andare la fotografia. <Ti confesso che, causa di forza maggiore, ho trascorso più tempo del limite sopportabile in questa fastosa e tronfia punta del pentacolo> il demone della radio aveva ripreso a girovagare con nonchalance per la sala. <Per Angel? Quindi adesso insegui le puttanelle per tutto l'inferno?>, Vox aveva afferrato la foto e ora stava facendo sparire la lavagnetta top secret. <Dovrebbe essere anche nel tuo interesse se non sbaglio>;
<Sì e non mi sembra te la stia cavando troppo bene con la troietta ragno>, Vox camminava fremente pochi passi dietro di lui. <Egregiamente, invero> rispose l'altro aggiustandosi in velocità una ciocca del ciuffo color fragola. <E sentiamo, quale sarebbe il tuo piano geniale?> lo perculò la tv. <Per ora mi sono limitato a dirgli che se ne farà parola con qualcuno, lo denucierò al consiglio per aver origliato la seduta e verrà spedito a Cannibal Town in un cestino da pic nic>. Vox tacque incredulo, <E lui se l'è bevuta?>;
<A quanto pare...>. La tv scoppiò in una risata affettata, battendosi un palmo sulla fronte, <Questa-questa è una stronzata, stai brancolando nel buio vecchio>. Alastor si voltò, fu una mossa tanto repentina che per poco non si scontarono muso contro muso. <Non dev'essere un tuo problema> ribadì improvvisamente serio, <E, francamente, dopo ieri mi sono ulteriormente convinto di quanto tu e i tuoi colleghi non dovreste trattare con Angel Dust in una situazione tanto delicata per la mia immagine>. Vox increspò la fronte e non si mosse, mentre Alastor si era nuovamente incamminato. <Certe illazioni non dovrebbero toccare me che non centro nulla> continuò la radio, <Per il resto non mi interessa: fate quello che dediserate di lui e della notizia scomoda>. Vox restò in silenzio, d'un tratto la conversazione aveva preso una piega cupa che non gli piaceva. Non gli piacque nemmeno accorgersi di quel senso di abbandono e solitudine che le parole del suo rivale gli avevano provocato. Scosse la testa per scacciare quel pensiero e riprendere contatto con la realtà. <Ad ogni modo non sono qui per discutere di questo> si rallegrò il demone della radio inclinando il capo a fauci dispiegate. <Ieri ho avuto modo di saggiare il tuo ennesimo e patetico tentativo di starmi dietro>. Alastor avanzò, ogni suo passo sembrava pesare un quintale. Vox liberò un sospiro divertito, <Oh Alastor sei stato via troppo a lungo, eppure anche ai vecchi tempi conoscevi bene la spietata concorrenza che c'è qui a Pentagram city>;
<Ti avverto Vox:> gracchiò la radio ergendosi in tutta la sua statura, <fai qualsiasi cosa che ostacoli me o l'Hazbin Hotel- e ti farò vedere- perchè non si deve far incazzare- il demone della radio>. La sua forma più mostruosa non basto a levare quel ghigno ebete dalla faccia di Vox. <Can che abbaia non morde vecchio> si limitò sogghignare la tv. <Osi sfidarmi?> sibilò la creatura. <Tu non mi morderai. Non qui almeno e non ora>. Alastor si ricompose. Con naturalezza si acconciò il papillon, <Ottimo! Soddisfacente chiacchierata>. Si avviò all'uscita. <Te ne vai?> chiese d'impulso Vox. Alastor si voltò, <Non mi pare abbiamo altro da dirci> ribatté con ovvietà. <No, infatti> mormorò Vox abbasando lo sguardo. Il clangore della porta lo informò che Alastor aveva lasciato la stanza e che lui era solo adesso.
Alastor si era congedato con una sorta di ritrovato rispetto per la tv. La cosa, dapprima lo aveva disturbato, poi, una volta constatato che avrebbe reso la faida tra loro più accattivante, la aveva accantonata. Vox ne era uscito molto peggio, rendendosi conto che nelle parole spese con la radio scorreva più impegno di quanto avrebbe voluto.
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The Vees' Hotel-Giochi di potere, an Hazbin Hotel fanfiction.
Hayran KurguI Vees tornano a rompere le scatole nella selvaggia competizione che regna a Pentagram city. Sia Anthony che Alastor sono collegati in qualche modo alle tre V che la fanno da padroni all'inferno, ma una serie di vicende e di equivoci li costringerà...