Capitolo 19

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Tara

«Stasera sembra ci sia più calma.» Guardo la sala così come fa anche Simona, mi lascio andare vicino a lei che se ne sta seduta nell'ultimo sgabello del bancone intenta a massaggiarsi i piedi.

«Soprattutto da quando quello e i suoi amici sono andati via.» Simona sbadiglia incurante del fatto che potrei restarci male.

«Dai Simo...» Sospiro per le sue parole e per la fatica che ho fatto a fare finta che Walter non fosse seduto qui.

«No, dai, niente. Cara mia, lasciatelo dire, ma in quella scuola sono tutti stronzi.» Posa i piedi a terra e si raddrizza. «Quei quattro si sono lamentati tutto il tempo e per tutto. E poi quel por... Lascia stare, mi dà fastidio parlare di loro.» Prende le mie mani. «Ti auguro di liberarti di loro al più presto.» Torna a poggiarsi indietro. «Sarai la migliore ballerina che l'Italia abbia mai avuto e li guarderai dall'alto verso il basso.»

Sorrido al suo sogno che, nonostante sia così simile al mio, finisce sempre con il sottolineare quanto non lo sopporti. Walter e gli altri sono andati via da una mezz'ora e ovviamente non mi hanno salutata, solo un cenno da lontano da tutti tranne che da lui. Non ha mostrato neanche un minimo di interesse verso di me durante la serata, uno sguardo complice, niente, come se non ci conoscessimo neanche.

«Per colpa loro non ho neanche potuto attenzionare Chris.» Passa la mano fra i capelli biondi. «Non vedo l'ora di sdraiarmi a letto, sono distrutta.» Simona si stiracchia il collo mentre anche io mi massaggio la nuca irrigidita dalla stanchezza.

«A chi lo dici.» Guardo la mia collega rilassandomi un attimo dopo la lunga giornata.

«Credo che il tuo spasimante stia per andare via, i suoi amici stanno indossando i cappotti.» Il suo sopracciglio si alza. Vorrei girarmi ma non lo faccio. «Certo che è proprio un dio, cazzo non riesco a guardarlo senza sbavare: quella pelle scura e quegli occhi.»

«Ma chi, Chris? Ti prego Simona, contieniti. È solo un uomo.» Le faccio notare intenta a rifarmi la coda e non badando alle sue labbra che si distendono in un sorriso sexy.

«Sì, sono solo un uomo ma ti assicuro che ci so fare.» Sbatto gli occhi mentre raddrizzo la schiena sorpresa. Ma è possibile che senta sempre quando parlo di lui. Fulmino la mia collega che continua a ridacchiare.

«Non dovresti origliare.» Piccata mi volto a guardarlo.

«Spero di sentirti dire qualcosa di carino su di me. Magari, che mi trovi irresistibile.» Strizza l'occhio rivolto a Simona che complice annuisce. Il suo amico Angelo, che lo ha seguito fino a noi, mi guarda incuriosito, sono certa stia aspettando la mia risposta.

«Non credo avrai questa fortuna.» Gli preciso alzandomi. «Al massimo posso darti...» Gli sono ora di fronte e noto i suoi occhi accendersi. «Il conto.»

Il suo amico lo colpisce divertito e alla fine anche le sue labbra si distendono. «Okay, iniziamo da quello in attesa del resto.» La voce roca scivola fra di noi.

Mi affretto ad allontanarmi ma invano, lui mi segue fino alla cassa.

Silenzioso lo vedo porgermi la carta di credito che tiene in mano. Premo velocemente il conto sul tastierino e glielo porgo. I miei occhi seguono le dita affusolate digitare il codice. Sono eleganti e forti come il resto della sua mano che mi provoca un brivido.

«Gli altri sono già andati via?» Schiarisco la gola e cerco di cancellare i miei pensieri su di lui mentre attendiamo che venga stampata la ricevuta.

«Sì, domani hanno il turno di mattina.» Continua a guardarmi attento.

Porta le mani in tasca e il suo sguardo gioca con il mio. Sembrano sempre così esigenti quegli occhi azzurri quando incrociano i miei.

Io vedo la tua Luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora