Capitolo 21

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Chris

Il portone di legno scuro si richiude alle sue spalle e io resto fermo a guardare la maniglia in ottone davanti a me.

Il mio corpo è ancora scosso dal desiderio.

Le dita passano fra i miei capelli corti, sovreppensiero mi sembra di vederla ancora davanti a me. Il suo sorriso appena accennato. I suoi vestiti troppo grandi rispetto alla minigonna che indossa al locale. I suoi occhi, cazzo, i suoi occhi sono indimenticabili, talmente scuri al buio della notte da vedere il mio riflesso in quelle iridi nere.

Con un sospiro riprendo la via verso casa. Distrattamente ripercorro a ritroso la strada che abbiamo fatto insieme dove sento ancora il suo profumo.

Che cazzo sto combinando? Come ho potuto chiederle di conoscerci meglio nonostante lei mi abbia confermato del suo amante.

Il telefono vibra nella tasca della giacca mentre, la mia mente, torna e ritorna al suo viso a pochi centimetri dal mio.

«Pronto.» Rispondo sorpreso che sia mia sorella, velocemente guardo l'ora è l'una passata.

«Ciao.» Il suo tono è mesto. Ho provato a risentirla dopo la sua chiamata in lacrime, ma niente.

«Che fai ancora sveglia?» La immagino nella sua stanza in penombra stretta sotto la coperta.

«Non riuscivo a dormire.»

È sempre così difficile parlare con lei. Come in una cristalleria non so cosa chiederle timoroso della sua reazione.

«Come stai?»

La città intorno a me è sempre più silenziosa.

«Non tanto bene.» Resta un attimo in silenzio. «Mi manca.»

«Capisco.» Non veramente forse. Non credo di riuscire ad accettare un tradimento. «Cosa hai intenzione di fare?»

«Niente. È da settimane che non ci sentiamo. Non sono mai contata molto per lui.»

Come vorrei averlo davanti in questo momento.

«È solo un'idiota.» Sento la rabbia ribollirmi dentro.

«Lo so ma... Perché?»

Non ho una risposta per lei. Ripenso alle parole di Angelo per sua moglie. «Alicia, troverai una persona speciale. Ne sono certo. Ci vuole solo pazienza.» È strano per me fare di questi discorsi.

«E tu? Tu la troverai?»

«Beh, penso che ce ne sia una per tutti.» L'incanto di due occhi scuri mi appare nel riflesso di una vetrina.

«Ma quando?» È un lamento la sua risposta. Mia sorella è sempre stata troppo innamorata dell'amore per riuscire ad accettare che non è facile.

«Dipende da quanto siamo disposti a metterci in gioco, credo.»

Un accenno di sorriso da parte sua interrompe i miei pensieri.

«Sai, è davvero strano sentirselo dire da parte tua. Non credo di averti mai visto metterti in gioco.» La sento prendermi in giro.

«Sì, hai ragione.» Il desiderio di fare qualcosa mi scuote il petto come prima del mio viaggio.

«Non avrai per caso incontrato qualcuna?»

Ora sono io a sorride alla sua voce sorpresa.

«Può darsi o forse no.» Sono arrivato.

Infilo la mano in tasca e il metallo freddo mi fa capire di aver trovato la chiave.

Io vedo la tua Luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora