Capitolo 38

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Tara

Il mio coraggio nel dargli fiducia è tutto in quel contatto. Non appena sento le sue labbra morbide unirsi alle mie per la prima volta in vita mia sono presa dalla smania di volere di più. Io voglio di più da questo bacio e io voglio di più da questo uomo. Io voglio di più da me stessa.

Con audacia cerco la sua lingua e al contatto dei nostri sensi sento la testa girare. Il cuore mi martella in petto e il suo profumo è l'unica cosa che sento e desidero mentre stringo il suo cappotto fino a farmi male.

Il suo corpo atletico è caldo e accogliente, mi invita ad avvicinarmi ancora fino a sentire ogni punto del nostro corpo che si tocca. Ne provo piacere e il suo respiro spezzato mi dà il coraggio di osare di più. La mano libera sale sul suo capo, il palmo accarezza i capelli corti leggermente ispidi, che risvegliano altri sensi che credevo di non avere.

Le nostre lingue giocano fra loro, le labbra umide si avvicinano e allontanano ancora e ancora. Sento la testa girare e il cuore scoppiarmi nel petto non ho il coraggio di aprire gli occhi che tengo sigillati nella paura che tutto svanisca. La gentilezza con cui mi stringe, la pressione delle sue mani che scivolano dal viso alla mia vita per poi salire sulla mia schiena. Il calore della sua stretta mi fa sentire così al sicuro che la pancia si stringe, la gola mi trema e le lacrime inumidiscono il nostro bacio.

«Tara...» Mormora nel buio del mio androne.

Si stacca da me e vedo appena i suoi splendidi occhi guardarmi preoccupati. «Che succede?» Le dita raccolgono una scia sulla mia guancia.

Scuoto la testa. Non ho il coraggio di dirgli quanto mi faccia sentire bene. E così tanto tempo che non mi capitava.

«Non sei sicura?» Si allontana ancora e io sento la paura correre dentro di me.

«Sto bene. Io... Io...» poso la fronte sulle sue labbra. «Io sto veramente bene.» La voce non trema mentre cerco di spiegargli come sia così perfetto quel momento per me.

Il suo palmo si posa sui miei capelli ed è piacevole il calore del suo sospiro sulla pelle.

«Vuoi... Vuoi salire?» Non riesco a lasciarlo andare e certamente non possiamo rimanere tutta la notte davanti l'ascensore.

«Sì, lo voglio tanto.»

Alzo il viso verso di lui e gli sorrido prima di sciogliermi dal suo abbraccio e prendergli la mano per invitarlo a seguirmi.

Intrecciare le nostre dita sembra qualcosa di molto intimo, mi fermo un attimo ad osservare la nostra pelle vicina mentre saliamo al piano.

Lo conosco appena eppure quel gesto mi rilassa, non ci trovo niente di sbagliato nell'essere con lui ora in questo momento a pochi passi dalla mia stanza.

In silenzio camminiamo nel corridoio fino alla porta di casa mia. Riluttante gli lascio la mano per aprire e poi faccio il primo passo invitandolo a entrare con il braccio.

Il salotto, illuminato dalla piantana si mostra silenzioso e accogliente. Chris sembra riempire tutto lo spazio con la sua presenza, si guarda attorno curioso mentre io tormento le mie mani indecisa su dove farlo accomodare.

«Vuoi un caffè?» gli chiedo mentre lui è intento a guardare la libreria accanto alla porta della cucina.

«No, grazie.» Mi indica una foto di circa due mesi fa. Con me e Manuela c'è Valentina.

«È mia sorella.»

«Non vi somigliante molto, ma sembrate molto unite.»

Mi faccio vicina per guardare meglio ciò che lui vede e non ho dubbi di confermagli che è così.

«Ti manca molto la tua famiglia?» Si gira del tutto verso di me.

«Sì.» E per la prima volta, con lui accanto, è meno intenso il bisogno che sento di tornare a casa. La sua espressione dolce mi incanta. Non riesco ancora a credere di averlo in casa mia, di averlo baciato e di desiderare di farlo ancora.

Allungo la mano intrecciando nuovamente le nostre dita e senza dire niente lo tiro con me lungo il breve tragitto che porta in camera mia.

C'è ancora la luce accesa sul comò quando prendendo fiato chiudo la porta alle mie spalle.

L'ambiente sembra rimpicciolire, vedo a malapena il letto a una piazza e mezza alle sue spalle e ancora una volta lui resta fermo al centro della stanza, ma stavolta i suoi occhi sono su di me. Ogni mio gesto ha le sue iridi addosso e così, quando con coraggio mi fermo a pochi centimetri da lui, gli viene facile leggere le mie intenzioni. Le sue pupille si dilatano, le labbra si staccano mostrandomi così il suo desiderio che io vada oltre e io lo faccio.

Annullo del tutto la distanza fra noi e senza toccarlo in altro modo poso le mie labbra sulle sue. Stavolta non chiudo gli occhi, li tengo ben aperti su di lui e sento il cuore scoppiare quando lui fa altrettanto mostrandomi l'effetto che gli fa il mio bacio.

Le mani mi prudono, voglio toccarlo, sentirlo, dimenticare tutto. Alzo i palmi sul suo petto. E per un attimo Chris chiude gli occhi a quel contatto rabbrividendo. Mi stacco dalla sua bocca per osservare le mie mani su di lui. Afferro i lembi della giacca e lentamente li separo lasciando scivolare il suo indumento fino al pavimento.

Rialzo gli occhi nei suoi, ma non arresto la mia scoperta e con audacia raggiungo l'orlo della felpa che tiro in alto fino a sfilarla dal suo capo e farla giacere ben presto ai nostri piedi.

Per la prima volta, la mia pelle olivastra sembra più bianca al contatto con la sua ambrata.

I palmi mi bruciano sulla sua pelle liscia. Il petto muscoloso si alza e abbassa velocemente e i sospiri rumorosi del ragazzo che mi sta davanti mi invitano a fare di più. Non sono mai stata così sfrontata ma non riesco a non toccarlo. Il calore che mi cresce dentro e così piacevole che non riesco a fermarmi e quindi accarezzo quel corpo guardando incantata la sua pelle che si arrossa al mio contatto.

«Tara!» il mio nome esce disperato dalle sue labbra quando risalgo ad accarezzare le sue spalle per scendere poi lungo le braccia che tiene ai lati del suo corpo.

Non rispondo, ma alzo il viso si di lui riportando i palmi sui suoi addominali. Le sue palpebre tremano e le labbra si stringono mentre le sue mani si posano sui miei fianchi.

«Tara.» Mi chiama ancora e io non riesco a dire niente.

Persa lo osservo negli occhi chiari, sono così limpidi e brillanti che non sembrano reali, stringo la pelle del suo petto e all'improvviso si incendiano illuminandosi di pagliuzze dorate. E un attimo e la sua bocca è sulla mia.  Con irruenza approfondisce il bacio e io desiderosa di ricambiarlo stringo le sue spalle lasciandomi andare alla sua passione.

La sua mano destra stringe il mio fianco mentre la sinistra sale a sostenermi la testa mentre si fa sempre più vicino. La sua lingua e impnotica come il suo sapore o il suo profumo. Niente in quello che fa mi dà fastidio o mi fa paura e allora mi lascio andare a lui e a me stessa che desidera quel contatto come se fosse una salvezza.

Ansimo sulle sue labbra quando le sue dita scivolano sulla rotondità del mio didietro spingendomi verso di lui.

È tutto così caldo, appagante, giusto.

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