Capitolo 35

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Chris

Ovviamente non ha chiamato. Ho fissato il telefono per quasi tutta la notte in attesa e niente. La stronza non ha chiamato.

Finisco la medicazione sul giovane ragazzo steso sul lettino e concludo così anche il mio turno.

«Allora Chris, andiamo insieme?» Angelo indossa la giacca e si ferma vicino alla porta dello spogliatoio in attesa della mia risposta. «Stasera ci saranno anche Mario e Veronica.»

«Il che significa il locale di Tara?» sottolineo.

«Vuoi farmi credere che ti dispiace.»

Resto in silenzio ad allacciare le scarpe.

«Ecco, appunto. Non posso credere tu abbia rifiutato Marta, lei è...»

«Non l'ho rifiutata.»

«L'hai lasciata davanti casa, sul pianerottolo.» Alza le mani per l'ovvietà della sua conclusione.

«Dai Angelo lasciami in pace, non sono in vena.» Mi alzo lisciando i pantaloni.

«È semplice, amico, fatti avanti con Tara.» Richiude alle sue spalle la porta che aveva appena aperto e fa un passo verso di me. «Credi che con mia moglie sia stato facile all'inizio. Ho dovuto penare per averla, insistere e sono fiero di me stesso per aver creduto in noi.»

«Aveva un altro?» faccio una domanda anche se vorrei solo andare via da qua in questo momento, ho bisogno d'aria.

«No, ma ci sono infiniti motivi, se vuoi, che non ti permettono di stare insieme, basta non arrendersi.»

Non riesco bene a capire. Nel mio caso parliamo di una persona con cui lei va via ogni sera, non di impedimenti generici.

«Non credi sia diverso?» ora sono io ad aprire la porta.

«Dipende tutto da te. Se la vuoi devi tentare. Non farti fermare da un uomo, lui è solo un incidente di percorso.»

«Questo è sicuro.» Ridacchio e colpisco la spalla di Angelo spronandolo a seguirmi, mentre lui mi fissa ancora serio. «Okay, ci penserò.»

Lui sbuffa e inizia a scendere le scale.

«Tua moglie?» cerco di alleggerire il suo malumore con il suo argomento preferito ed è con i suoi racconti che raggiungiamo insieme il locale e i nostri amici.

«Perfetto, siete qua.» Mario alza il menù verso di noi. «Che prendete? Voglio subito ordinare, ho bisogno di bere.»

La giornata di Mario è stata un po' pesante. Ha affrontato un caso difficile e il suo viso è ancora teso.

«Ma cosa è accaduto oggi?» Angelo e la sua solita curiosità non riescono a tacere.

«Prima ordiniamo.» Mario Alza il dito e poco dopo un piacevole profumo di fresie mi stuzzica la mente.

«Cosa vi porto stasera ragazzi?» la sua voce rilassata mi fa sorridere. Io non dormo per lei e lei sembra la donna più serena al mondo.

«Una birra.» Alzo il viso verso l'alto e incrocio il suo sguardo che era già su di me. Non ho la soddisfazione di guardare bene le sue iridi marroni perché i suoi occhi sono già su Veronica, per poi passare su tutti gli altri a ogni ordinazione.

«Perfetto. Sono subito da voi.» Il suo fianco sfiora la mia spalla e di scatto mi alzo pronto a seguirla.

«Vado a salutare un amico.» I tre paia di occhi che mi guardavano stupidi del mio gesto insolito tornano a fissare il tavolo. La conversazione sulla giornata inizia alle mie spalle, ma non mi interessa, io accelero il passo per raggiungere Tara.

Io vedo la tua Luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora