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L'inverno era sicuramente la stagione che preferivo di più qui nella Grande Mela. Le strade erano appena innevate e la gente si stava preparando alla festa che tutti i newyorkesi amano e attendono tutto l'anno : Natale.
Amavo l'inverno con tutti i suoi pro e contro.
L'odore del caffè appena fatto mi svegliò dai miei pensieri e mi avvicinai alla caffetteria per comprarne uno con un cornetto.
Mi gustai la mia colazione seduta dietro un'angolo di un albero e aspettai con ansia l'inizio delle lezioni.
I problemi da risolvere in questo periodo sono tanti ed uno di questi era Toby. Esatto l'adorabile cagnolino del quale avrei dovuto cercare il padrone. Ma non l'ho fatto ed adesso mi sento terribilmente in colpa per questo.
Però Toby sembra trovarsi bene con me ed i ragazzi quindi potrei anche pensare di tenerlo....ma il padrone?
Sinceramente non so che fare, ovviamente perché Rory Brawn non sa mai cosa fare!.

Iniziai a spogliare le pagine di Romeo e Giulietta.Sto a passo con le lezioni il che mi rende tranquilla, almeno ho buoni voti.
A passo felpato mi diressi nella biblioteca della scuola per prendere maggiori informazioni su Shakespeare.
Come previsto la biblioteca era piena di studenti intenti a racimolare qualche informazione in più su qualche autore. Non perdendomi d'animo iniziai anche io a cercare fra le vecchie scartoccie speranzosa di trovare qualcosa che mi avrebbe aiutato a prendere un voto decente. Da quanto ho capito il profesor Andrew ci tiene molto a questo lavoro ed io ovviamente ,secchiona come sono ,voglio fare bella figura. Non dico di voler il massimo dei voti ma inutile mentire che anche io volevo avere le miei soddisfazioni, ero pur sempre al college.
Dopo una buona oretta decisi che sarebbe stato meglio continuare questo fine settimana con la massima calma. Infilai gli appunti presi dai vecchi macigni di libri e posai tutto il materiale per poi precipitarmi da Ashley. In questo periodo non ci vedevamo molto a causa di Trevor. I due si sono messi insieme e passano tutti i giorni appicciacati. Inutile negare che ero felice per la mia amica.

Justin POV's

Non vedevo l'ora di rivederla. Se un mese fa mi avrebbero detto che mi sarei innamorato non ci avrei mai creduto. Era una fottuta settimana che non la vedevo a causa del fottuto lavoro di mio padre e le sue cene con famiglie ricche del cazzo. Perché dovevo sopportare questa merda?

"Lui è Justin Bieber, mio figlio" mi presenta mio padre ad un'altro suo fottutissimo collega d'affari. A me non resta che fare un sorriso e stringergli la mano. Ah quanto vorrei rompergliela!

Una bionda rifatta mi si para davanti masticando una schifosa gomma. Si avvicina sventolando ai quattro venti il suo didietro provocando in me un senso di disgusto.

"Oh salve Jay"

Mi irrigidii al nomignolo che aveva usato. Solo Jazmyn mi chiamava così e non vedo il fottuto motivo per la quale questa troia dai capelli più gialli di un canarino mi dovrebbe chiamare così. La scansai spingendola di poco facendola sbattere con il cameriere, ma non me ne fotteva un cazzo . Uscii fuori da questa villa più grande di quella di Obama e tirai fuori una sigaretta accendendola.
"Fottuti stronzi" ripetei nella mia mente cercando di rilassare i miei nervi fallendo miseramente. Mi appoggiai sul muretto e digitai un messaggio alla mia piccola.

"Piccola come va? Mi manchi "

"Sto con Ashley..manchi anche tu, torna presto" la risposta non tardò ad arrivare. Sospirai sollevato del fatto che stava con la sua amica e non con un fottuto ragazzo. Ne aveva conosciuti tanti nell"ultimo periodo e puntualmente ero pronto a spaccare la faccia a chiunque osasse avvicinarsi alla mia piccola.

"Questa ragazza ti ha mandato in fumo il cervello"

Fottuto subconscio.

"Justin Drew Bieber" eccolo di nuovo. Una fottuta ramanzina alle due di notte non è esattamente quello che cercavo.

"Cosa c'è " risposi sfinito all'uomo che avevo davanti. Non gli assomigliavo per niente, questo era poco ma sicuro.
Non lo ammiravo affatto come padre, è sempre stato un uomo troppo occupato a far decollare la sua carriera dimenticandosi dei punti fondamentali ed importanti della sua patetica vita come ad esempio la mia fottuta famiglia. Okkey sto usando molto la parola "fottuto". Rido della mia stessa stupidità.

"Veronica si è lamentata di te" replicò fermo. Ed ora chi era Veronica? Agrottai le sopraciglie in segno di non aver capito chi intendeva.

"La figlia del mio collega" "Ti ha definito rude" continua con voce autoritaria.
Scoppiai in una fragorosa risata. Si starà sicuramente riferendo alla stupida ragazza di prima.
Non badando minimamente a quello che sta continuando a dirmi, gli voltai le spalle e mi diressi verso la macchina dove Steve, l'autista, starà aspettando per portarmi in hotel.

Mi tolsi la cravatta troppo, stretta per i miei gusti, e mi buttai felicemente nel letto, troppo stanco per lavarmi. Controllai il cellulare e vidi due messaggi, entrambe da parte di Rory facendomi sorridere come un' ebete.

"Ti sto pensando"

"Spero di vederti al più presto"

E non posso che essere felice. Che ho fatto per meritarmi una ragazza come lei? Quasi certamente non la meritavo, ero un fottuto disatro ma anche fottutamente egoista per allontanarla da me. Immagino il suo viso dolce ed angelico e non posso non pensare di voler stare con lei in questo momento.

La mattina arrivò troppo in fretta ed io sono troppo esausto per alzarmi dal letto di questo hotel ma purtroppo la fastidiosa voce di mio padre mi costrinse a svegliarmi lasciando in me un senso di frustazione e fastidio.

Scesi giù dal letto toccando il pavimento freddo e mi diressi in bagno. Mi lavai per bene i denti togliendo il sapore del alcol dalla bocca e mi lavaii il corpo e i capelli con l'acqua fredda nonostante fosse inverno e si moriva di freddo. Asciugai i capelli e li pettinai mettendomi un pò di gel e mi recai nella stanza per vestirmi. Presi un pantolone,rigorosamente a vita bassa, ed una maglietta nera per poi mettermi una giacca dello stesso colore. Infilai le mie supra bianche ed uscii dalla stanza.

Andai nella sala pranzo dove mio padre stava beatamente sorseggiando una tazza di caffè concentrato a leggere il giornale e mi sedetti anch'io afferrando un pancake.

"Oggi abbiamo molti affari" ribadì mio padre e quasi mi strozzai col mio pancake. Oggi non dovevo tornare all'università?

"Devo tornare al campus, sai quel posto dove mi hai costretto ad andare" ironizzai.

"Chiamerò io la preside,sono sicuro che recupererai" disse con noncuranza.

Fottuto idiota.

Rory POV's

È quasi una settimana che non vedo Justin e devo ammettere che sono stati i giorni più assurdi della mia inutile vita. Ormai ero abituata ad averlo sempre con me e non vederlo per ben 7 giorni non è stato per niente facile. Mi mancava, molto.
Chissà se anche per lui era lo stesso. Gli mancavo? Forse si, forse no.

Ormai non avevo niente da fare apparte studiare. Tenere la mente concentrata sullo studio mi aiutava a non pensare ad altro.
Poche settimane, e le vacanze di Natale sarebbero arrivate con quelle anche la tensione di rivedere mio padre,dopo mesi.

"Oggi torni?"

"Sono costretto a restare anche oggi, ti chiamo appena posso Rory"

Sbuffai a quel messaggio. Mi aveva chiamata per nome, di solito usava sempre il nomignolo "piccola".

Magari avrà trovato un'altra a cui darle quel nomignolo che tanto ti piace..

Sta zitta stupida vocina interiore dei miei stivali. Sbuffai per la miliardesima volta in questa giornata.

Save me  ||Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora