Capitolo 31- Un ravennato in trasferta

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Qualche settimana dopo

È mattina. Ho sonno. È maggio. Il prossimo mese sono un sessione. Va bene così.

-Te non so come ti è venuto in mente di fare medicina.- Esordisce Stefano.

Con capelli scombinati e il sole in faccia lo guardo confuso.

-Cioè, ma la vita sociale te fa così cagare?- Chiede

-Ma nun m scassà o cazz- Rispondo elegantemente con il mio napoletano livello C1-Grazie Nicolò.

Faccio colazione e mi vesto.

Improvvisamente ricevo alcuni messaggi da parte sua di Ele che di Nico.

Ovviamente apro prima i messaggi di mio marito che mi dice di aver saputo da Ele che mi hanno buttato fuori.

-Lo so.

-M dispiac fra. Ti vengo a trovare vita in questi giorni dai- Mi rassicura.

Nicolò a Ravenna? Ci divertiremo.

Poi apro la chat di Ele.

-Ciao Niccò, saresti disponibile per venire a Firenze da me?

Rimango perplesso e le chiedo il motivo di questa domanda:

-Voglio stare insieme a te, sennò vengo io a Ravenna se ti da fastidio spostarti- Mi confessa.

-Vengo subito, sto per venire.

Così faccio le valigie sotto il naso del mio coinquilino:

-Ma cosa stai facendo?- Mi chiede

-Vado a Firenze- Rispondo secco

-A Firenze?

-Devo andare dalla mia ragazza.

-Niccò sei fuori, non hai fatto nemmeno il biglietto.- Mi fa notare.

Gli mostro subito il telefono con un biglietto già fatto due minuti fa.

-Ma come diamine?- Chiede Stefano confuso.

Così mi metto in macchina con Stefano nel sedile del passeggero e parto:

-Niccolò madre mia! - Esclama Stefano

-Devo vedere Ele perchè ha bisogno di me- Gli spiego

-E io ho bisogno che tu ti calmi e... Che cazzo parlo a fare, tanto stai con il cervello altrove.

Corriamo sulla strada verso la stazione, sono le otto di mattina.

Ottimo.

Una volta alla stazione, scendo subito dall'auto e saluto velocemente Stefano.

-Avvisami quando arrivi lì!- Esclama Stefano prima di andare via.

Aspetto così il treno e mi preparo per raggiungere la mia amata.

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Una volta arrivato, mando immediatamente una foto a Stefano della stazione e osservo la strada su cui mi trovo: è tutt'altra cosa.

Chiamo Ele e le dico di essere arrivato:

-Ah, allora non stavo scherzando.- Dice ironica.

Aggiunge di aspettare dieci minuti, il tempo che separa la stazione da casa sua.

Così mi siedo su una panchina qui fuori e la aspetto.

Ho gli occhiali da sole arancioni, un maglietta a righe arancioni e dei jeans blu. Uomo sobrietà.

Improvvisamente arriva una moto che fa un grosso fragore frenando.

Il conducente indossa un casco molto grande nero che, una volta fermo il veicolo, leva.

È Ele che scuote la testa per sistemare i capelli.

-Ele ciao!- Esclamo.

Mi avvicino a lei e le do un bacio sulle labbra.

-Andiamo a casa?- Propone.

Annuisco e salgo dietro la moto.

-Vai piano- Le chiedo

-Nessun problema.

Appena partiamo, il tachimetro schizza alle stelle.

-AVEVO DETTO PIANO- Grido

-Scusami, ma non conosco questo termine.

-SAI CHE CI SONO GLI AUTOVELOX E POTRESTI PRENDERE UNA MULTA?- Le faccio notare

-Certo ma non mi interessa.

Mi stringo fortissimo a lei con l'ansia di morire.

Finalmente, arriviamo a casa sua: è un palazzo moderno, con una facciata un po' blanda e anonima.

Poggia la moto davanti al portone e prende le chiavi del condominio dalla tasca.

Intanto io trascino la mia valigia che ha viaggiato per tutto il tempo nel cofano.

Saliamo un po' di scale, anche troppe: Ele mi spiega che nessuno ha voglia di investire in un ascensore.

Dovrebbero.

Finalmente arriviamo alla porta del suo appartamento, 31a.

Infila le chiavi nella serratura e apro la porta: c'è un soggiorno e più in fondo la cucina mentre ai lati due uscite che suppongo portino alla camera da letto e al bagno.

Lo stile rispecchia Ele, molto creativa e molto particolare:

-La camera da letto sta a destra, puoi poggiare le tue cose lì- Mi spiega.

Così vado subito a sistemarmi: la stanza è formata da un grosso letto matrimoniale contornato da un armadio, c'è inoltre di fronte a esso un la scrivania affiancata da una libreria, il tutto è illuminata da una grande finestra ariosa.

Poggio le mie cose accanto alla porta ma mi perdo ad osservare la stanza: è piena di fotografie.

Sull'armadio si trovano foto di Ele da piccola, che dolce, oppure della sua era più punk, l'adolescenza, e foto con amici.

La foto che mi risalta all'occhio è quella con una ragazza con i capelli rossi alla quale da un bacio sulle labbra a stampo.

-Ah, così ora sai di Gloria.

Mi volto e vedo Ele amareggiata alla porta:

-Gloria?- Chiedo.

Lei allora comincia a raccontare du questa ragazza, conosciuta al liceo con cui ha avuto una relazione ma che ora è solo una conoscente a causa del suo trasferimento che le ha allontanate.

-Mi dispiace, te li avrei dovuto dire prima- Confessa.

-Non ti preoccupare, ci sta. Ognuno ha i suoi tempi.-la rassicuro.

Ci mettiamo sul divano a chiacchierare vicinissimi.

-Raccontami della semifinale.- Esordisco.

Così lei comincia a raccontarmi di Michela e Antonio, due rivali agguerriti e dell'eliminazione di Sara.

Mi dispiace per lei.

Ora i tre finalisti hanno un mese di tempo per preparare un menù da offrire ai giudici la sera della finale.

-Hai già qualche idea?- Le chiedo

-Si, qualcosina- Mi dive sorridendo.

Decidiamo di guardare un film per passare la mattinata.

La scelta ricade su La La Land, musical del 2016.

Adoro quel film, è il primo film che ho visto con Ludo... Vabbè lasciamo perdere.

-Quanto pensi di stare qui?- Mi chiede Ele.

-Penso due giorni, poi torno a Ravenna- Le rispondo.

-La prossima volta vengo io da te- Mi dice sorridente.

𝐁𝐞𝐚𝐮𝐭𝐢𝐟𝐮𝐥 𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠𝐬// 𝐄𝐥𝐞𝐨𝐧𝐨𝐫𝐚 × 𝐍𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥òDove le storie prendono vita. Scoprilo ora