Pranzo in famiglia

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Manuel e Anita non sono mai stati una famiglia tradizionale. Tralasciando il fatto che il concetto di famiglia tradizionale sia ormai morto e sepolto, loro ne sono comunque l'opposto.

Ad ogni modo, tradizione o meno, si vogliono un bene dell'anima e si supportano sempre, in tutto e per tutto: Anita è sempre in prima linea a lottare per Manuel, con le unghie e con i denti, per difenderlo e garantirgli un bel futuro, una vita diversa da quella che ha potuto avere lei; Manuel dal canto suo copre sempre le spalle ad Anita, le dà un motivo per non crollare quando tutto le rema contro e le strappa sempre un sorriso. Insomma, si proteggono a vicenda.

Dunque, quando Manuel un pomeriggio ha trovato nascosta in un cassetto una pila di lettere che notificano ritardo nei pagamenti di bollette, col cuore stretto in una morsa dolorosa ha preso subito a riflettere su una soluzione. Una che non comportasse più l'infrangere la legge, magari.

Si è persino confidato con Matteo, in un momento di sconforto, tra il primo e il secondo tempo di una partita che la Roma prevedevano già avrebbe tragicamente perso. L'ha fatto con la voce spenta, con gli occhi lucidi, con le spalle ricurve a sopportare il peso di quella situazione troppo tosta per un ragazzino di appena diciassette anni.

Matteo in risposta gli ha stappato l'ennesima birra e l'ha esortato a brindare al futuro, promettendogli che tutto si sarebbe sistemato e che lui gli sarebbe stato accanto, sempre.

Manuel ha creduto che quelle di Matteo fossero solo frasi di circostanza, dettate dal momento e dalla necessità, ma, quando qualche giorno dopo gli ha inviato un audio in cui euforico annunciava di avergli trovato un lavoro, Manuel ha capito quanto Matteo facesse sul serio. Ovviamente ha accettato all'istante.

L'unico step mancante, forse il più insormontabile, è proprio mamma Anita che non vuole, anzi è assolutamente contraria a che Manuel abbia un lavoro. Sostiene che debba concentrarsi sulla scuola e diplomarsi per poi, se vorrà, andare all'università - Manuel, quando ogni tanto sua madre tira fuori il discorso, grida all'assurdità e le ripete ridendo (una risata triste) che mai potrebbe studiare all'università, lui che a malapena riesce a stare al passo col programma di uno scadente liceo di periferia. Sarebbe solo uno spreco di soldi e di energie che non verrebbe ripagato da alcun risultato, perché Manuel non ne otterrebbe alcuno. Comunque, aldilà dei progetti a lungo termine, persino a breve termine Manuel è sicuro di voler contrastare la fermezza di Anita e accettare quel lavoro, costi quel che costi.

Perciò quella domenica a pranzo invita Matteo, così da avere man forte mentre farà scoppiare la bomba sul tavolo imbandito a festa (è domenica e questo è un sufficiente motivo per festeggiare, almeno per Anita).

Lo sferragliare di stoviglie è il suono tipico della domenica, in casa Ferro. È l'unico giorno della settimana che possono passare insieme, dato che per i restanti girano come trottole tra lavoro e scuola, e almeno il pranzo insieme è d'obbligo. Anita comincia presto a preparare qualcosa di più elaborato del consueto, mentre Manuel rassetta la casa, svogliato ma consapevole del fatto che sia suo compito dare una mano a sua madre, che non può certo fare tutto da sola e si merita di una pausa, ogni tanto.

Quando i campanello suona è da poco passato mezzogiorno, Anita sta controllando lo stato della sua lasagna attraverso il vetro appannato del forno e Manuel sta spolverando i mobili del salotto.

«È aperto!», grida, senza sentire il bisogno di andare lui stesso ad accogliere il suo ospite. D'altra parte, l'ospite è Matteo e Matteo è di casa.

«Buongiorno!», saluta Matteo quando varca la soglia, sporgendosi prima verso la cucina e poi dirigendosi verso Manuel per dargli una pacca sulla spalla. «Tutto bene, fratè?».

«'Na favola», ironizza Manuel, prima di gettargli addosso lo straccio pieno di polvere. «C'ho 'n po' d'ansia», ammette subito dopo, sprofondando sul divano affianco all'amico che si è già messo a suo agio, spiaggiato tra i cuscini a gambe larghe.

Il pittore e il poetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora