Un pendolo tra la noia e il dolore (con sprazzi effimeri di felicità)

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Simone ha silenziato il suo profilo Twitter per tutto il weekend e ha occupato il tempo con altro che non fosse collegato a quel social, a quei disegni, a quel frangente della sua vita. Laura e Luna gli sono state accanto costantemente e non lo hanno lasciato mai solo, dalla birra condivisa il sabato sera al brunch della domenica. Simone è arrivato esausto la domenica sera e, senza nemmeno controllare il telefono come invece è solito fare, è crollato a letto. Le palpebre gli si sono chiuse in automatico, serrate dal peso della stanchezza; ma una stanchezza bella, quella che provi quando la tua vita è piena e te la godi minuto per minuto.

Il lunedì mattina quindi si sveglia pimpante, energico come da tempo non si sentiva, e arriva a scuola persino in anticipo. Parcheggia in strada la sua vespa, percorre il corridoio verso la sua classe con passi leggiadri, distesi, rilassati, fa persino tappa alle macchinette per comprarsi un tè iper zuccherato. Fatto tutto ciò, entra in aula e si siede al proprio banco in santa pace, aspettando con pazienza che facciano il loro ingresso Laura, Luna e Manuel - i suoi amici. Ancora stenta a crederci.

Luna e Laura arrivano insieme qualche minuto dopo, immerse in quella bolla di complicità che, ora che Simone ha notato, non riesce più a fingere non esista. Spesso ha il timore di farla scoppiare, se solo osasse intromettersi, ma più volte Laura e Luna lo hanno rassicurato sul fatto che deve intromettersi, perché sono amici ed è giusto che trascorrano momenti insieme, soprattutto a scuola o nelle uscite in gruppo. Simone ci sta ancora lavorando, alla sensazione di essere ben voluto e al non sentirsi sempre in difetto nei confronti di chi lo circonda. Le sue amiche, comunque, stanno facendo un ottimo lavoro nel fargli prendere confidenza con quella sensazione.

Come volevasi dimostrare, non appena le ragazze si accorgono della sua presenza (e ci vuole un po', perché hanno occhi solo l'una per l'altra) accorrono al suo banco. Lo salutano con calore e si fermano lì a chiacchierare, facendosi dare aggiornamenti sul suo stato d'animo: d'altra parte, Simone si trova sempre sull'orlo del precipizio, col rischio di sprofondare e schiantarsi e pentirsi, perché comunque chiudere soloperme è stata una decisione difficile e di certo non indolore.

La campanella suona e tutti prendono posto abbastanza rapidamente, essendoci alla prima ora il temibile professor Lombardi che detesta tutto, ma soprattutto i ritardatari. Quando tutti sono seduti e il professore fa il suo ingresso, borbottando un lamento riguardo a qualcosa che ai ragazzi di certo non importa, solo allora Simone si rende conto che Manuel manca.

Non sente Manuel da sabato pomeriggio, in realtà. È inusuale il modo in cui per più di ventiquattr'ore non si siano contattati, perché solitamente un messaggio, una chiamata, una visita sono la regola, almeno una volta al giorno. Ma Simone ha avuto un weekend impegnativo, una montagna russa di emozioni e di decisioni importanti, e ha trascurato il dettaglio che Manuel sembra essere sparito. Ora però, mentre Lombardi comincia a spiegare in modo decisamente poco elettrizzante Cicerone, Simone si estrania da essa e si preoccupa, immensamente.

Perché Manuel è assente? Sta male? Non sarà successo qualcosa, vero?

Con discrezione, cerca di ruotare la testa verso il fondo dell'aula per attirare l'attenzione di Matteo, che a scuola è presente e sembra tranquillo, come se nulla fosse accaduto. Forse veramente non è successo nulla, se anche Matteo se ne sta lì calmo. Matteo lo saprebbe se Manuel fosse nei guai, giusto?

A sciogliere ogni suo dubbio, ci pensa una bussata fiacca, debole, appena percepibile alla porta dell'aula, a cui Lombardi risponde con un «prego» accompagnato da uno sbuffo per essere stato interrotto. La porta si apre col suo solito cigolio e dietro essa compare Manuel.

Ma è Manuel?

Per un attimo, Simone non lo riconosce.

Manuel per Simone è sempre stato un sole, che entra nella stanza e la irrora della sua luce, della sua brillantezza, della sua vivacità. Manuel è caldo, accogliente, sorridente. Quell'oggi, Manuel è l'antitesi di tutto ciò che è sempre stato: pare un'ombra, un fantasma, un pallido riflesso di quella che un tempo è stata la sua nitida figura.

Il pittore e il poetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora