Sparirai?

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Il telefono pare una bomba ad orologeria, sempre sul punto di scoppiare, a causa tonnellata di notifiche che continuano a piovere a catinelle e a inondarlo. Magari fossero acqua per davvero, così forse quell'aggeggio si fulminerebbe e finirebbe di trillare imperterrito.

Sono i follower di soloperme, che lo stanno tartassando da giorni con la richiesta di nuovi quadri, di nuovi disegni, di nuove opere. È partito tutto da una innocua domanda, pregna di preoccupazione, che in un certo senso gli aveva fatto pure piacere - è sapere che, da qualche parte nel mondo, a qualcuno di lui importa. La domanda ad ogni modo era anche lecita, dato che è da settimane che non mette nulla sul suo profilo, da che prima postava quasi quotidianamente.

Il problema è che da quel singolo quesito ne sono sorti altri, alcuni sulla falsariga del primo sempre dolci, gentili, preoccupati, altri invece sconfinanti nell'insulto. Lo hanno chiamato ingrato, lo hanno chiamato venduto; lo hanno chiamato in mille modi e mai gentili, tutto perché ha iniziato a ignorare i propri follower senza i quali non avrebbe niente. Non hanno nemmeno cercato di chiedere il perché di quel distacco; hanno semplicemente, privi di un qualsiasi buon senso o empatia, attaccato, così come fa sempre chi scrive dietro a uno schermo, adagiandosi sul fatto di essere protetto da quel filtro impenetrabile tra sé e chi sta dall'altra parte.

Simone, razionalmente, sa di non dover dare troppo peso a quei commenti, a quelle richieste, a quelle domande, però... lo fa. Lo fa eccome e gli si corrode il fegato, l'umore, l'anima a pensare a ciò che gli scrivono.

Si aspettano qualcosa da lui e lui non sa reggere le aspettative.

Il problema è che si sente poco ispirato e, anche quando lo è, ma non ha più il tempo per chiudersi in camera e dipingere. Tutte quelle ore che prima riusciva a ricavarsi in solitudine ora sono occupate da Manuel, oppure da Laura e Luna, o dalla scuola. Insomma, è tornato finalmente ad avere una vita piena e per soloperme sembra esserci sempre meno spazio. E per Simone era tutto fuorché un problema, fino a quando non gliel'hanno fatto pesare.

Quando una persona agisce, c'è sempre una linea di confine che non dovrebbe oltrepassare: è necessario tracciare un netto spartiacque tra sé e gli altri, affinché questi ultimi non si intromettano e rovinino ciò che da soli si sta costruendo. Quando si condivide troppo con gli altri, finisce che questi si sentano coinvolti e poi in dovere, legittimati, a dire la propria.

Simone non l'ha mai saputa tracciare, questa linea di confine.

Quand'è che smetti di fare qualcosa per te stesso e inizi a farlo per gli altri?

Soloperme è nato come uno sfogo. Lo sfogo di un ragazzo a terra, che si è trovato solo in mezzo a una strada piena di gente che lo calpestava senza problemi. Ebbene, quel ragazzo ha reagito e si è costruito un mondo tutto suo, fatto di pennelli e colori, un mondo da disegnare a sua misura e in cui immergersi quando quello reale faceva troppo male. Soloperme è stato l'alter ego perfetto, perché in esso non ha riposto alcuna aspettativa se non quella di essere una sua versione più autentica, più senza filtri, più sincera. Tanto non lo conosceva nessuno, che problema c'era?

Poi però sono arrivati i follower e con essi le loro aspettative. Ha iniziato a pensare ai loro gusti, alle loro esigenze, alle loro richieste e si è dimenticato com'è nato tutto.

Ha smesso di farlo per sé stesso e ha iniziato a farlo per gli altri.

Ha senso dire che l'arte è una forma di sfogo, se essa non viene realizzata per sé stessi ma per qualcuno al di fuori? Simone non lo sa più. Ciò che sa è di essere dipendente dalla validazione dei like, dei commenti, dei follower e, consapevole di ciò, li accontenta.

Il pittore e il poetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora