Arte e matematica

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«Che giornata di merda».

«Buongiorno carissimo», lo prende in giro Matteo, mentre si accomoda al bancone del bar dietro cui Manuel si trova. «Dormito bene?».

«So' le otto de sabato mattina, Mattè», borbotta Manuel, fiacco. «Io capisco me che devo lavora', ma te che ce fai qui?», domanda subito dopo dubbioso, con un'espressione a metà tra il confuso e il malizioso.

«Me devo vede' con Chicca», ammette Matteo, scrollando le spalle.

«Ah, me sembrava che volevi vede' me».

«Te vedo pure troppo, testa de cazzo».

«Allora la testa de cazzo non te fa il caffè», lo punzecchia Manuel, allontanandosi per andare a servire qualche altro cliente e beccandosi in risposta un dito medio seminascosto. Dopo neanche due minuti, in realtà, sotto il naso Matteo viene piazzata una tazzina colma di caffè fumante.

«Che devi fa' con Chicca?», domanda quindi Manuel. «Anzi, non lo voglio sape'. Tieniti per te le cose zozze, ao», ride, alzando le mani.

«Ma quali zozzerie...», finge Matteo. «Io so' casto e puro».

«Seh, come 'a madonna».

Manuel si allontana di nuovo per servire qualche altro cliente, poi torna.

«Comunque dobbiamo studia' pe' matematica».

«Seh, mo se dice studia'», commenta Manuel. «Comunque per matematica non sarò mai pronto. In quella scuola de merda non facevo 'n cazzo, non so niente».

«Fatte aiuta' da Simone».

«Perché proprio Simone?», replica Manuel, aggrottando la fronte.

«Niente, è il più bravo», Matteo fa spallucce, «e poi me sembrate 'n sacco uniti. 'O sai che Simone prima non parlava con nessuno, ve'?».

Sì, lo sa, perché qualche sera prima Simone, in uno stato di panico, si è trovato a confessarglielo. E Manuel, investito da quello sfogo, ha provato a gestirlo, consolandolo ed esortandolo a fare qualcosa per uscire dal limbo nel quale sente di essere bloccato. Da quel momento, lui e Simone hanno legato: Simone gli parla a scuola e nel complesso il suo umore sembra migliorato.

Pure l'umore di Manuel, in realtà. E questo si riflette su tutti gli ambiti della sua vita, dal lavoro, alla scuola, alla poesia. Le sue ultime poesie sono felici, spensierate, smielate. Gesù, fin troppo smielate... si è preso una cottarella, mannaggia a lui.

«'O so che non parlava molto, ma mo parla co' me almeno. È uno forte, non capisco perché se ne stava sempre pe' i fatti suoi».

«Eh, c'ha avuto 'n po' de problemi d'ansia e de depressione, quelle robe lì...».

«Ho capito, Mattè, ma tutti c'hanno problemi. L'importante è affrontarli», ribatte Manuel stizzito. «Io so' pieno de casini, 'n te ricordi come m'ha conciato Yuri il mese scorso?».

«M'o ricordo, mannaggia a te, m'hai fatto veni' 'n infarto», risponde Matteo in un sussurro. «Comunque hai ragione, forse siamo stati 'n po' stronzi co' lui».

«Forse», conclude Manuel, ma sa di aver ragione.

La conversazione viene interrotta dal campanello della porta che annuncia l'ingresso di un cliente. È Chicca, col naso rosso dal freddo e arricciato, i capelli in una crocchia spettinata dal vento, le spalle chiuse in un bomber più grosso di lei. Li nota e si avvicina, pregando Manuel di un caffè.

Il pittore e il poetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora