Tra briciole di passato e fame di futuro

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Quando è domenica e gioca la Roma, Manuel è felice. Certo, lo sarebbe di più se potesse permettersi i biglietti per andare allo stadio a ogni partita, ma negli anni ha capito che chi si accontenta gode e quindi è ciò che fa, ogni volta che si presenta puntuale come un orologio svizzero al garage di Matteo.

Di solito bussa sul metallo arrugginito del garage e aspetta che la porta carrabile, accompagnata dal suo insopportabile stridio, venga aperta da un Matteo che lo accoglie con la maglia della Roma indosso e il volto dipinto di giallo e rosso per entrare nello spirito.

Si chiudono lì con qualche birra, delle pizze scadenti comprate dal loro kebabbaro di fiducia e si incollano allo schermo di una TV a tubo catodico, di quelle a forma di cubo e con due antennine sopra, necessarie affinché ci sia segnale.

Matteo è il suo amico più storico.
Si conoscono dall'alba dei tempi perché hanno vissuto insieme, nello stesso quartiere - nella stessa merda, insomma.

Sono stati culo e camicia per tredici anni, dalla nascita fino a che Manuel è andato al liceo e la sua trasformazione a coglione patentato è diventata definitiva; Matteo un po' di coglionaggine l'avrebbe anche potuta sopportare, d'altra parte anch'egli non è mai stato uno stinco di santo, ma Manuel era andato davvero oltre, tanto che Matteo l'ha allontanato da sé, non riconoscendo più in quell'arrogante ragazzetto il suo migliore amico, divertente, sensibile e buono. Il divario è aumentato quando Matteo ha scelto un altra scuola, in centro; da lì hanno perso ancora di più i contatti.

Questo fino a che la madre di Matteo non si è ammalata di un brutto male e Manuel ha sentito la sua corazza, la sua maschera, creparsi di fronte al dolore di quello che era stato il suo migliore amico fraterno, che una sera gli è andato a bussare alla porta di casa con il naso colante e gli occhi rossi dal pianto. Da quella notte, Manuel è ritornato in punta di piedi nella vita di Matteo e si è ritagliato uno spazietto, quanto basta per stare comodo ed essere un po' più sé stesso - non totalmente, ecco, ma almeno una versione edulcorata dello stronzo patentato che girovaga per i corridoi della sua scuola.

«Goal!», Matteo esulta, balzando in piedi e gettando le braccia al cielo.  In una mano tiene ancora una bottiglia di birra che, quando viene alzata al cielo, schizza fuori e finisce un po' ovunque. Il salto è così forte che le molle del divano scricchiolano e Manuel dal contraccolpo un po' sobbalza, prima di riprendere contatto con la realtà e gridare a sua volta: «Cazzo, sì, abbiamo vinto, fraté!».

Fraté davvero, perché Manuel è figlio unico ma se dovesse scegliere una persona con cui condividere il sangue quella sarebbe Matteo. I fratelli sono quelle persone che non ti scegli, quelle che ti trovi buttati a caso nella tua vita e a cui devi per forza di cose adattarti. Ecco, lui Matteo non l'ha scelto, Matteo l'ha trovato per caso e se l'è tenuto. Si sono tenuti a vicenda, malgrado gli errori e le incomprensioni, le litigate e i malumori. È bello avere una spalla su cui piangere: Manuel ha la spalla di Matteo, che è suo fratello.

Ai fratelli non si dice tutto, ovviamente. Coi fratelli c'è un rapporto un po' diverso rispetto a quello che si ha con gli amici o con i fidanzati: daresti la vita per tuo fratello, lui la darebbe per te, ma a volte non si conversa, non ci si racconta, non si dice le cose come stanno. Questo anche perché lo sai che tuo fratello ti accetterà comunque, anche se certe cose non gliele racconti.

Manuel non si racconta totalmente a Matteo, così come non si racconta a nessuno. Se dovesse scegliere una persona a cui dire come stanno le cose per davvero, probabilmente quella sarebbe Matteo, perché sa che Matteo non lo lascerebbe, però... non se la sente, non ancora.

Lo considera come un privilegio, in un certo senso, avere qualcosa di solo suo e non condividerlo con nessuno. Condivisione non è sempre sinonimo di qualcosa di positivo, può essere anche una perdita, se ciò che lasci andare finisce nelle mani sbagliate. Ecco, le mani di Matteo non sono sbagliate, ma quelle che verrebbero collateralmente in contatto con la parte più intima di Manuel lo sarebbero eccome.

Il pittore e il poetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora