Ad Apothecas Obscuras; via Delle Botteghe Oscure, a Roma, era sempre stata la roccaforte della magia. Alle Botteghe Oscure essa veniva modellata, praticata, acquistata, diffusa e protetta. Nascoste fra le proprietà degli umani grazie a potenti magie e rituali, le Botteghe Oscure erano, da sempre, il punto di ritrovo di tutta la comunità magica. Le persone, definite dai reali "occhi semplici" – poiché semplici sono gli esseri umani che non sanno guardare mai oltre – non potevano vedere le Botteghe Oscure, né camminare fra i reali, a meno che questi ultimi non li autorizzassero, donando loro l'ingresso fra quelli che definivano corridoi.
Essi erano dei passaggi nascosti fra le mura e i vicoli della città, delle vere e proprie vie, con vere e proprie case, che si reggevano sulle sole fondamenta della magia: lì abitavano i reali. Alcuni umani, dopo essere entrati alle Botteghe Oscure, dimenticavano come arrivarci e dove i corridoi si trovassero; la maggior parte delle volte dimenticavano e basta.
Nel Medioevo le botteghe lungo una delle vie più importanti della Città Eterna, tra le rovine del Teatro di Balbo, non erano illuminate da alcuna fonte di luce. Fra quelle attività umane, si nascondevano quelle dei reali. Finché non arrivarono le Guardie Nere, logge di cacciatori, potenti famiglie assetate di potere e di denaro che scovarono i negozi magici, appiccando gli incendi con l'olio santo e decimando i reali, indebolendo la comunità "dal sangue color zaffiro" come essi erano soliti a definire i reali, senza mai pronunciare il nome della specie a cui appartenevano. Reale, per le Guardie Nere, significava nobile, ma soltanto loro potevano essere definiti tali: tutto ciò che per loro non era umano era un abominio.
Artemisia diceva sempre che le Guardie Nere traevano il potere dalla loro ignoranza, dalla paura di non poter controllare – come tutti gli uomini – ciò che non conoscevano.
Guerra, Spada, Malaspina, erano soltanto tre delle famiglie più forti e longeve delle Guardie Nere che piegavano demoni e reali alla loro volontà. Era gente ricca, facoltosa, apparentemente rispettabile, ma anche spietati assassini.
Il mercato magico veniva allestito ogni venerdì, al calare della notte, fino alle prime luci dell'alba.
Tendoni colorati, polveri magiche, pozioni e carte del destino che potevano guidare coloro che le consultavano, ma dalle quali era proibito estrapolare il futuro, per evitare di condizionare la forza del tempo, il quale non soccombe mai a nessun tipo di magia.
Lucrezia, ovviamente, sfidava perfino il tempo. In quei giorni aveva meditato a lungo sull'evocazione dei demoni e ne aveva studiato pagine e carteggi che aveva trovato nella stanza, adibita a sgabuzzino, del suo piccolo appartamento. Anche in quel momento, nella sua tenda dalla stoffa blu cobalto, seduta sullo sgabello di legno e con le braccia incrociate al petto leggeva quelle pagine ingiallite sulle quali era scritto quanto fosse proibito evocare i demoni, ma neanche una riga su come farlo. Perché farlo, dopotutto?
"Vendicaci tutti, trova mio figlio."
La voce di Lorenzo Rovere, se davvero colui in quella visione che aveva avuto nella lotta tra la vita e la morte era davvero lui, la fece rabbrividire. Scrisse un messaggio in un pezzo di carta, usando una stilografica nera. L'inchiostro era il suo sangue: "Alla chiusura delle Botteghe Oscure devo parlarti. Lucrezia." Inviò il biglietto alla madre, distruggendolo con uno schiocco di dita sotto al palmo della sua mano. La cenere luccicava e vi soffiò sopra. Disperso nel vento, il messaggio sarebbe arrivato ad Artemisia ovunque lei si trovasse.
Quando Cassandra Nesti entrò nella sua piccola bottega richiuse al volo il grande libro che stava consultando.
‹‹Disturbo?››
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I Sussurri delle Botteghe Oscure, vol. 1 "La Strega della Rabbia"
FantasyA Roma, in Via Delle Botteghe Oscure, ogni venerdì ha luogo il mercato magico. Per la Città Eterna si aggirano i reali, le creature dal sangue blu, una comunità magica che anima il mercato più antico del mondo, accessibile soltanto ai demoni e agli...