In this bleak world of absent laws
One in which the just are whores
An honor to die for the truth
Eye for an eye, tooth for tooth
(Type O Negative, ...A Dish Best Served Coldly)
Austria, confine con l'Italia
L'aveva già vista, Valeria. Aveva avuto di lei una visione, un'immagine nei suoi sogni, un frammento di quella bellezza che adesso aveva dinnanzi a sé. Aveva due serpenti – veri, neri – avvolti attorno le braccia esili. Le teste dei rettili spingevano sotto le sue guance come a voler cercare la sua attenzione, le lingue biforcute le accarezzavano la pelle. Quando videro arrivare Lucrezia, i serpenti scivolarono al suolo, salutarono Cesare, sibilarono alla nuova arrivata, per poi nascondersi nell'ombra.
Aveva gli occhi di un verde scuro e oscuro, diverso da quello intenso e luminoso che rivedeva in Cesare, che aveva rivisto in Lorenzo. Valeria e Lorenzo erano identici, Cesare aveva ereditato tutti i bei tratti della famiglia Rovere, inconfondibili, fra cui l'eleganza.
Aveva i capelli neri legati in due elegantissime trecce che formavano una corona sulla sua testa, rami di quercia in ferro intrecciati per tenere fermi i capelli, un vestito nero, dalle maniche di seta a sbuffo, a collo alto, merlettato. All'anulare, proprio come Lorenzo, portava un anello a forma di serpente; serpenti e querce; intelligenza e forza.
Era appena più alta di Lucrezia e, mentre si avvicinava, la ragazza si accorse di come la donna fosse più simile a lei che a Cesare: in quella donna si rivedeva e per la prima volta provò paura verso sé stessa.
Baciò il nipote sulla guancia, gli circondò il volto con le sue mani candide e curante, le unghie rosso scarlatto. Gli sorrise, soddisfatta e lo abbracciò con fare materno.
Cesare le sorrise, Lucrezia non si muoveva neanche. La casa era piena di piante rampicanti, vive, alcune con denti affilatissimi e carnivore si attorcigliavano lungo il corrimano e si muovevano. L'odore del veleno era pungente soltanto respirando.
Valeria guardò Lucrezia e le sollevò il mento, la pelle della donna era liscia e calda, così calda che Lucrezia credette di ustionarle il volto. Sopportò il dolore in silenzio, mordendosi l'interno della guancia:
‹‹Lucrezia De Angelis, il tuo nome mi ha tenuta sveglia ogni notte e ogni giorno ti pensavo. Ho fatto mio l'amore che mio nipote prova per te.››
Lucrezia deglutì e in quell'istante Valeria si allontanò. La ragazza abbassò il capo, con un cenno che parve un inchino e non disse niente.
‹‹Ho tanto rispetto per te: una reale che si è spinta così oltre da arrivare a fare sua la magia demoniaca, inarrivabile persino ai demoni purosangue che tanto provano ad apprenderla, ma niente da fare se non sono abbastanza capaci e tu...›› disse, danzandole attorno con passo felpato: ‹‹...tu mi hai proprio sorpresa. Così intelligente, così dotata. Non so se sarai longeva e resistente come una quercia, ma della nostra famiglia di sicuro onori l'intelligenza.››
Le afferrò il polso con una rapidità disarmante, qualcosa che Lucrezia non avrebbe potuto evitare neanche se avesse voluto. Cesare, impreparato, non ebbe il tempo di contrapporsi fra la zia e la ragazza e rimase a pochi passi di distanza da lei, tenuto buono dai due demoni sentinella che osservavano nelle ombre e fra di esse insieme ai serpenti.
‹‹Sotto le mie unghie c'è la saliva dei miei serpenti, il nostro veleno. È così che tu avrai il tuo.››
Con le unghie, Valeria disegnò sull'avambraccio di Lucrezia, fino al pollice destro un serpente, piccolo e sottile, man mano che il sangue sgorgava e il dolore le pungeva il cuore come spilli.
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I Sussurri delle Botteghe Oscure, vol. 1 "La Strega della Rabbia"
FantasyA Roma, in Via Delle Botteghe Oscure, ogni venerdì ha luogo il mercato magico. Per la Città Eterna si aggirano i reali, le creature dal sangue blu, una comunità magica che anima il mercato più antico del mondo, accessibile soltanto ai demoni e agli...