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T/n: "Cosa ci fate qui tutti assieme, il professore ha detto di tornare!"

Uraraka: "Tu non avevi intenzione di tornare invece?"

T/n: "Ma che domande sono! Io non sto andando in giro per una foresta!"

Bakugo: "Grazie è troppo da dire vero comparsa!"

T/n: "Cosa per averlo lasciato fuggire?"

Uraraka: "T/n calmati".

T/n: "Sono calma. Io continuo di là, ho sentito delle grida prima. Voi tornate".

Midoriya: "T/n non possiamo lasciarti andare sola può essere pericoloso, non sembri neppure star bene". Se venissero anche loro sarebbe sicuramente un problema. Eppure è forse più complicato dire loro di non venire.
Fortunatamente un grido fece dimenticare a tutti la storia e farli finire tutti per seguirmi nella stessa direzione.

La gamba, ad ogni passo, non faceva altro che implorare che finisse. 
Non era l'unica cosa, sotto le costole e la spalla sinistra e dolori minori attorno alla testa.
Sentivo che da un momento all'altro, lasciandomi al riposo, sarei potuta svenire.

Midoriya: "T/n, quanti credi che siano, i villan intendo".

T/n: "A parere mio, sapendo che tre li ho incontrati, presuppongo saranno una decina o meno, non di più''.

Avanzando la mia teoria sembrava accertarsi, erano in pochi, ma sembravano tutti sapere dove agire.
Chi li stava gestendo era riuscito ad essere chiaro.

Nonostante non ci fossero rumori attorno noi ed avessi la guardia alta, il presentimento che fossero vicini e stessero per agire era quasi certo, se non concreto.

Shouji: ''Fermatevi! Bakugo e Tokoyami sono scomparsi!''

Uraraka: ''Erano qui al centro come è possibile''.

T/n: ''Là! In alto tra i rami''. Un uomo con un volto bianco sagomato da tratti facciali in nero, una maschera e una giacca dall'evidente colore giallo.
Impossibile da non notare.

Il ragazzo a metà non si fece sfuggire l'occasione creando un muro ghiacciato bloccando il percorso dell'uomo.
Si era fatto fregare davvero da un muro, sbattendoci pure contro.

Improvvisamente caddero due palline da quello scontro.
Una, scontrandosi sull'altra, dall'impatto si ruppe, svelando uno dei due ragazzi scomparsi poco prima, Tokoyami.

Pareva scosso e quasi disorientato, non capiva dove fosse o perché fosse lì.
L'altra pallina che non si era rotta venne immediatamente recuperata dall'uomo mascherato, riconosciuto in seguito da me come Mr. Compress.

Era un criminale che ha partecipato a rapine, furti, atti di vandalismo e simili sempre in maniera minore e senza mai causare eccessivi danni. Non si sa molto sul suo conto.

Lo seguivamo tutti, meglio, era lui a farsi seguire, da i suoi movimenti sembrava volere di essere seguito, come a portarci in una trappola.
Senza dubbio anche gli altri se ne sono accorti ma preferiscono continuare.
E sia continuiamo.

Arrivammo nel lato est della foresta. Era l'unico punto in cui gli alberi si aprivano a formare un area libera così grande.
Davanti a noi c'erano prima due e dopo l'arrivo di Mr. Compress, tre persone.

X: "Twice prova".
Un uomo completamente nero uscì nascosto da dietro degli alberi e corse nella nostra direzione.  Pensavo puntassero a recuperare Tokoyami, visto che già prima ci avevano provato, ma mi sbagliavo.

Con sorpresa fui costretta a parare un calcio rivolta a me.

... Che abbiamo cambiato idea ... 

Dopo un primo attacco, un secondo ed un terzo non tardarono ad arrivare. 

Mi sentivo stanca, cominciavo a non capire chi e cosa avessi attorno. 

Non poteva essere il suo quirk, era quasi impossibile, non poteva nemmeno essere il veleno di prima o nessun altro tipo di veleno. 

Cosa era ...  

Un calcio nello stomaco non tardò ad arrivare. Ancora una volta venni scaraventata violentemente ad un albero vicino.  

Dovevo alzarmi, e mostrare ai miei compagni che volevo lottare. 

Improvvisamente sentì un annebbiamento nell'aria intorno. I contorni del villan davanti a me si sfocarono, diventando sempre più indistinti. Un senso di nausea mi prese allo stomaco, facendomi vacillare, ma mi sforzai per tenere duro.

Le mie mosse erano sempre più incerte con dei pugni e calci sporchi, continuavo a lanciarmi contro il nemico. 

La mia visione era offuscata e i sensi annebbiati. Il suono di ogni colpo che davo e ricevevo era ovattato, come se provenisse da lontano. Il mio corpo reagiva ormai istintivamente nonostante la confusione.  

Un'ultimo colpo segnò la mia fine. Tentai di resistere, ma le forze mi abbandonarono. La mia vista si oscurò completamente e un senso di stordimento mi travolse. Prima di chiudere completamente gli occhi venni presa in braccio da qualcuno. Il suo tocco era delicato m tal contempo forte e deciso. 

the dance between the devilsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora