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Dabi's pov

Ero nella mia stanza del quarto piano. Ieri sera io e quella ragazzina ci eravamo sbronzati per bene.
Ho sentito i post sbornia fino all'ora di pranzo.

Non facevo nulla di particolare. Scorrevo sul telefono le notifiche di diverse sventure accadute a diversi Hero nel mondo.

La ragazza sembrava a posto dalla sbornia era tornata in camera senza aiuto o dire nulla.

Continuavo a pensare a ieri. Cercavo di concentrarmi su altro ma ripensavo a quando la avevo bloccata mettendomi sopra di lei di peso.

La sua voce era completamente diversa da quella superiore con cui mi aveva parlato poco prima.
Sembrava quasi disgustata dal sentirsi toccata o per intendere, sottomessa.

Sembrava... disgustata da ogni mia parola o tentativo di dialogare. Non ci conosciamo né ci siamo mai incontrati per più di qualche giorno, eppure, riusciva a guardarmi con quegli occhi.
Iridi gelide e pronte a giudicare chiunque.

Aveva la consapevolezza di essere superiore e intoccabile, era evidente.

Ed io che mi sentivo quasi in soggezione per certi atteggiamenti non facevo altro che alimentare il suo ego.

Divertente come mi ricordi una certa persona.
Associata pure a questo non fatto una sola. Cosa intendevo fare.
Distruggerla e farla sentire al pari di una formica che deve subire l'umiliazione di essere calpestata ogni giorno della sua vita.

Perdendomi nei miei pensieri venni fermato da un rumore simile a un tonfo di un vuoto.
Se l'intuito non mi inganna sopra alla mia stanza c'è esattamente quella della ragazzina.

Non sento altri rumori, ed è abbastanza strano.
Da queste pareti si merda di cartongesso di sentono persino i pensieri è inevitabile.

Sentivo la sensazione di dovere andare a controllare.
Controvoglia.
Ma sentivo di dovere.

Continuava ad assillarmi questo pensiero.
Spensi il telefono. Lo gettai sul letto e iniziai a salire le scale.

La porta di camera sua era leggermente socchiusa, non si sentivano passi ne voci.
La curiosità di sapere cosa fosse accaduto continuava a crescere.

Lentamente mi avvicinai ad essa e al apri dolcemente. La prima cosa che vidi su una stanza vuota, triste, senza alcun oggetto o oggetti di proprietà.
Una stanza sola.

Spostai lo sguardo verso il basso poi.

C'era la ragazzina a terra.
Una gamba distesa lungo il pavimento mentre l'altra era piegata e sorreggeva un braccio.
La sua schiena era appoggiata al muro e respirava profondamente.
I capelli le cadevano delicati sulle spalle contornandone il volto che prima guardava il cuore ed adesso mi fissa.
Quello sguardo gelido e interrogatorio che si chiedeva perchè io fossi lì.
Mi scrutava mettendomi a nudo davanti a lei.

T/n: "Chi ti ha dato il permesso di entrare?"
Dallo stato di trans mi aveva svegliato la sua voce disturbata dalla mia presenza.
Mocciosa di merda. Ricordati il tuo posto.

Dabi: "Ho la libertà di andare ovunque io voglia".
Avrei voluto chiederle da cosa fosse causato quel rumore.

T/n: "Beh allora non per entrare qui. Da quel che rammento non ti ho mai dato il permesso".

Dabi: "Speri che me ne faccia davvero qualcosa del tuo permesso?".

T/n: "Fanculo pezzo di merda".

Dabi: "Siamo passati agli insulti adesso?"

T/n: "Ho detto che non puoi stare qua. Tua madre non te lo ha insegnato ad ascoltare?"

Rabbia e odio. Solo queste due emozioni sentivo.
Avevo attivato il quirk alle mani e stavo per colpirla in pieno viso quando mi senti un dolore al volto.

Mi aveva preceduto nel colpirmi.
Tirandomi un cazzotto in pieno viso e buttandomi a terra.
Senza esitare la avevo presa per un polso togliendola da sopra a me e scaraventandola in dietro facendole battere la schiena.
Mi aveva colpito di nuovo in volto.

Per quanto la odi è veloce e abile.

Spinner: "Perchè tutta questa confusione?"
Nel momento in cui ci aveva notato aveva agito anche lui.

Spinner: "Niente combattimenti all'interno.
Il capo non te l'ha detto?
Specialmente con chi può ucciderti".

Stavo per guardare nella direzione delle ragazzina fastidiosa ma era già tornata nella stanza.

the dance between the devilsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora