CAPITOLO 17

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Mary, Luglio 2022

Il suono del campanello mi fa svegliare di soprassalto. Mi siedo sul divano e inizio a sentire male al collo e alla schiena, probabilmente dormire qua non è stata una buona idea.
Ignoro per un instante il pensiero che qualcuno sia fuori dal mio appartamento e prendo il telefono.
Lo sblocco ed entro nel gruppo Whatsapp dove Giulio ha raccontato che Kesmo sta scappando in auto, avvio il video e capisco che è la verità.
Un sorrisino spontaneo mi appare sul viso ma vengo interrotta nuovamente dal citofono.
Controvoglia mi alzo e vado ad aprire, sapendo già chi si nasconde dietro alla porta.
Giulio.
È conciato malamente, ha un livido sulla tempia, alcuni taglietti ai bordi della bocca e si sta sorreggendo alla parete. Una brutta sensazione si fa strada nella mia mente: che siano stati i NoSaintz?
"Complimenti" - mi saluta.
Cerco di mettermi tra la porta e lo stipite per non farlo entrare in appartamento ma con una spallata mi spinge via e si fa strada, poi mi ordina di chiudere a chiave la porta. Noto che cammina in maniera irregolare, come se ad ogni passo sentisse dolore.
"Non chiudo la porta" - mi oppongo e lui controbatte freddo: "Devi fare quello che ti dico. Hai visto il povero Kesmo?" - Mi sorride inarcando le sopracciglia e per rispondergli faccio un occhiolino.
"Ricordati della nostra promessa" - mi avverte poi.
Io ingoio la saliva consapevole che non la sto rispettando completamente.
Ci accomodiamo sul divano e iniziamo a parlare; dopo poco tempo mi alzo e vado in cucina per prendere due bicchieri d'acqua.
Mentre afferro i bicchieri sento dei passi dietro di me ma ignoro tutto, finché non sento le sue mani stringermi i fianchi.
"Dai lasciami divertire, me lo merito" - mi sussurra.
Io non voglio, non lo amo più e so che mi sta solo usando ma non riesco ad uscirne. Provo ad oppormi ma mi blocca i polsi e inizia a spogliarmi per poi portarmi in camera.
Chiudo gli occhi e provo a pensare ad altro, cerco di lasciargli solo il mio corpo senza anima.
Poi però, ho un flashback del sogno che ho fatto stanotte.
L'istinto mi fa aprire gli occhi per controllare i suoi fianchi.
Cazzo, ha un taglio sull'anca, nella stessa posizione e della stessa grandezza del mio incubo.
Sto iniziando a collegare i pezzi: mi stanno ingannando.

Flego, Luglio 2022

Stamattina devo andare a casa di Kesmo insieme a Mary, ormai ho la certezza che sia pulito e soprattutto sono deluso da me stesso per aver dubitato di un amico, è ovvio che non ci avrebbe mai sporcato di un torto così grande.
Tuttavia voglio togliermi ogni dubbio e so che l'astuzia di Mary può tornarmi utile.
Mi vesto di nero nonostante fuori ci sia un sole cocente, lavo velocemente i denti e mi preparo un drum. Quando sto varcando la porta di casa mia chiamo Mary al telefono.
La prima chiamata va a vuoto ma, alla seconda, risponde.
"Ciao Flego" - mi saluta affannata.
"Mary tutto okay sì?" - le chiedo preoccupato e lei risponde affermativamente.
"Ascolta" - continuo - "ci vediamo al bar vicino al tuo appartamento tra dieci minuti? E poi andiamo a parlare con Kesmo?" - le propongo.
"Sì, dammi un po', ci vediamo lì alle 10:20" - mi informa per poi attaccare la chiamata.
Accendo il drum e mi incammino tranquillamente. Senza farlo apposta noto Doc uscire da un negozietto sulla strada.
Mi sorride e mi avvicino a lui.
"Hai da accendere?" - Mi chiede e io rimango esterrefatto.
"Ma che cazzo dici?" - Rispondo ridendo.
"Ho iniziato a fumare, non fare domande, hai l'accendino si o no?" - Mi rimprovera sarcasticamente e io glielo porgo.
Mi fa molto ridere la situazione, lui che mi ha sempre ripreso quando entravo in casa sua lasciando la scia di fumo, ora ha iniziato a fumare.
Gli racconto che a breve andrò a fare colazione con Mary e lo invito, dopo un attimo di incertezza accetta e ci dirigiamo verso il bar.
Appena arriviamo la vediamo che ci raggiunge tenendo, anche lei, una sigaretta arpionata fra le dita.
Ordiniamo tre caffè e cominciamo a parlare di Kesmo, poi proviamo a tirare fuori altri nomi di possibili sospettati ma non ne troviamo neanche mezzo.
Mentre ci sforziamo noto che Mary rivolge lo sguardo a terra, non ne capisco il motivo ma non ci do molto peso.
Finiamo di bere e ci alziamo per dirigerci verso la nostra destinazione. Ogni tanto con la coda dell'occhio tengo controllata Mary e mi accorgo che sembra sempre più tesa.
Siamo davanti al cancello di Kesmo e iniziamo a dubitare se suonare o meno.
In fin dei conti, gli abbiamo già messo troppa pressione, non voglio nemmeno che pensi che non ci fidiamo di lui.
Nonostante questo però, ciò che è successo nello studio è una cosa molto importante ed è giusto indagare in maniera razionale.
Suoniamo, aspettiamo, niente.
Suoniamo, aspettiamo, niente.
Mary afferra il telefono e prova a chiamarlo ma non ottiene risposta.
Le chiedo di prestarmi un attimo il cellulare e me lo porge, mentre lo fa noto un leggero tremolio alle sue mani.
Sto per avviare un'altra chiamata quando vedo una notifica di Whatsapp da un gruppo chiamato "Depistaggio".
Il nome che appare sotto è quello di Davide.
Rivolgo uno sguardo dubbioso a Mary che mi sorride dicendo: "Soliti gruppi stupidi".
Non me la bevo ma contraccambio il sorriso.
Poi Doc mi guarda facendo una smorfia.
Decido di scavalcare il cancello per capirne di più.
Doc mi segue a ruota ma la sua maglietta si impiglia nella rete e si strappa. Nonostante gli insulti che mi rivolge per questa scelta poco intelligente, riesce a scendere dal cancello e ben presto ci troviamo nel giardino di Kesmo.
Proviamo a bussare ma, ovviamente, non risponde nessuno.
Andre amareggiato mi consiglia di andarcene.
Io però voglio arrivare fino in fondo a questa storia.
Provo a spingere la maniglia della porta e con mia grande sorpresa si apre.
Entriamo in casa e la prima cosa che notiamo è il cellulare lasciato sul mobile.
Dopodiché ci incamminiamo e iniziamo a controllare ogni stanza, arriviamo in camera da letto e troviamo un delirio di vestiti sui pavimenti.
Kesmo è scappato.
Tiro un calcio al comodino dalla rabbia e la lampada che era appoggiata sopra cade frantumandosi. Quel bastardo è riuscito a raggirarci e invece c'entra qualcosa.
Io e Doc ci giriamo sentendo il rumore dei passi dietro di noi, ovviamente è Mary.
"Tu lo sapevi" - la accuso nero dalla rabbia.
"Tu lo sapevi e non ci hai detto nulla. A che gioco stai giocando?"
Doc mi rimprovera pacatamente: "Nic, non ce n'è bisogno".
"Ah non ce n'è bisogno? Questa rincoglionita ci sta ingannando ma non c'è bisogno di agitarsi, stiamo tutti calmi, andiamo a festeggiare? Che bello, abbiamo una persona che ci vuole depistare per un motivo sconosciuto" - esplodo sarcastico.
"Fatemi spiegare" - ci chiede Mary.
"Non c'è un cazzo da spiegare, altro che seconda possibilità, dovevamo mandarti a fanculo fin da subito" - le rispondo secco per poi andarmene.
Doc però, non mi segue.

UN DELITTO DA SOGNO - NOSAINTZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora