Capitolo 4

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Gli allenamenti di basket il lunedì sono una tortura. Daniel si chiede cosa ci faccia lì ogni volta, il basket non gli piace, ecco lo ammette, ma solo a se stesso, non riuscirebbe mai a dirlo ad alta voce.
Suo padre ci teneva che entrasse nella squadra, lui da giovane giocava e vuole che il figlio faccia lo stesso. Ha contribuito economicamente per la costruzione dei campi. Un po' inconsueto ci siano due squadre rivali nella stessa scuola, ma la verità è che le squadre sono tre.
La squadra gialla e la squadra rossa sono le squadre migliori, competono tra di loro e alla fine dell'anno la squadra con più vittorie ottiene una serie di privilegi. La terza squadra è la verde, non compete mai con le altre due, è un livello elementare, l'obbiettivo dei verdi è entrare nei rossi o nei gialli.

Daniel non ha dovuto fare la trafila grazie a suo padre, privilegi che non vorrebbe per quanto possa sembrare assurdo. Lui vorrebbe dimostrare che le cose le merita, vorrebbe fare quello che gli piace, mostrare di essere capace in quello.

Non è se stesso, non fa altro che mostrare un immagine di sé che non rispecchia la realtà.
Ripensa a quello che gli aveva detto Enea...
"Un libro aperto scritto in una lingua che nessuno conosce".
È proprio vero, e fa male... Enea lo conosce indubbiamente, sa perfettamente chi si nasconde sotto la maschera della perfezione. Per questo il biondo non lo sopporta, pensa.

- Proietti sta' concentrato.

È un disastro.

- Oh tutto bene? - gli chiede Alessandro nello spogliatoio, si siede accanto a lui.

Daniel posa gli avambracci sulle cosce e si sporge in avanti, poi lo guarda.

- Ultimamente mi sembra di fare le cose perché devo, mai perché le voglio fare: mi alzo dal letto la mattina perché devo, vengo qua a perdere la dignità perché devo, mangio perché devo, Giulia e le cose che faccio con lei... tutti doveri. - Si sfoga un po', Alessandro è una delle poche persone a cui riesce a parlare di sé stesso.

- Tu che cosa vuoi? - Gli chiede l'amico.

Bella domanda... che cosa vuole esattamente? Chiunque farebbe qualsiasi cosa per vivere una vita come la sua e lui invece la ripudia.

- Manda a fanculo tutto quello che non ti piace, manda a fanculo tutti, fai solo quello che vuoi tu!

Vengono presto interrotti dagli altri compagni di squadra che incombono nello spogliatoio.

- Dan, ma si può sapere che ti prende ultimamente? Hai proprio deciso che vuoi farci perdere - dietro l'ironia di Marco si nasconde sempre il suo reale pensiero, Daniel sospira e si dirige alle docce.

In classe Daniel si siede accanto a Giulia, anche se quello non è il suo posto, lui è seduto vicino ad Alessandro, ma visto che la compagna di banco di Giulia oggi non è venuta a scuola, il ragazzo ha preso al volo l'occasione di avvicinarsi a lei, non era riuscito a chiarire dall'ultima volta.

- ti posso dare un bacio? - le chiede, lei rimane dura, lui caccia dalla tasca una cosa piccola che tiene tra le mani la fa strisciare sul banco verso lei, è un bacio perugina, il suo cioccolatino preferito.

Ora Giulia non riesce a trattenere il sorriso che le sorge spontaneo.

- Tu sei un ruffiano di merda.

Ridono.

Tra loro è sempre così, litigano in continuazione ma dopo ogni litigio trovano sempre il modo di riappacificarsi, la verità è che conoscendosi da anni hanno una complicità che normalmente si fatica a trovare.

Il professore di letteratura riporta dei compiti in classe corretti, si avvicina a Daniel per consegnagli il suo compito:
- Bravo Proietti. - gli dice

Metà della mia animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora