Capitolo 29

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TW: abuso.
[Tengo a precisare che il narratore non è la voce d'autore (io) ma un narratore che adotta il punto di vista dei personaggi. Giusto per evitare equivoci.]

C'è qualcosa di incredibilmente avvilente nell'essere la migliore, è faticoso doverlo essere necessariamente, sempre. Lo è soprattutto a livello sociale, non puoi mai abbassare la guardia, nessuno è davvero tuo amico, sono tutti rivali. Arrivi al punto in cui pure tu diventi un tuo rivale. Competi contro te stessa fino allo sfinimento, ti punisci e ti giudichi come non faresti mai con nessuno.

Perché tu non sei nessuno, sei Giulia Conti.

Giulia non sbaglia, non può permetterselo, è quello che le ha sempre insegnato suo padre da quando era una bambina.

Sua madre invece è una povera donna, l'esempio da non seguire, Giulia ambisce a non essere mai tutto ciò che lei è. Una donna accondiscendente che si fa andare bene tutto. Si fa andare bene il fatto che il marito la tratti come una serva da cui vuole essere servito e riverito, così come si fa andare bene le corna.

Corna: argomento tabù, non se ne parla mai in casa sua.

Giulia aveva dieci anni, quando giocondo con il cellulare di suo papà scoprì i messaggini della sua amante.

La mamma ha deciso di perdonarlo ed è tornata a fidarsi di lui. Giulia no, non si è mai più fidata di lui come di nessun uomo.

Nessuno a parte Daniel.

Daniel è l'amore della sua vita e lo sta perdendo proprio davanti ai suoi occhi, fa così tanto male che vorrebbe strapparsi il cuore dal petto per evitare di soffrire.

Daniel la tradisce. Non è una supposizione, non è un dubbio, è una certezza. Riconosce in lui gli stessi comportamenti di suo padre, e lei è una scema innamorata che chiude gli occhi e finge di non vedere per paura di perderlo, proprio come sua madre.

È ironico che l'abbia sempre giudicata e ora si ritrovi ad empatizzare con lei.

Ai suoi genitori non basta che lei sia brava, deve essere la migliore, le è stato imposto sin da piccola: a danza, con la ginnastica artistica, a taekwondo, col pianoforte, a scuola in tutte le materie.

È snervante e ha la presenza imponente di sua sorella, l'essere perfetto, Giulia non riesce ad essere come lei. A volte la odia, e quando lo fa se ne vergogna, si chiede come possa una persona essere priva di difetti, una cazzo di macchina che non commette errori.

Questo le mette addosso talmente tanta pressione che sente l'esigenza di scappare, le serve un modo per fuggire dalle responsabilità che una ragazza di sedici anni non dovrebbe avere, un modo per rendere la testa più leggera.

È stata questa esigenza a farla avvicinare alle sostanze stupefacenti. Questo è un segreto che Daniel non conosce.

Ora nel lurido bagno di un club, mentre un completo sconosciuto si muove in mezzo alla sue gambe, si rende conto che forse la situazione le stia sfuggendo di mano.

- Ti prego, dimmi che sei maggiorenne! - Dice lui col respiro pesante.

- Non ti sembra che sia troppo tardi per chiedermelo, stiamo letteralmente scopando.

- Ma sei maggiorenne vero?

Giulia annuisce.

Mentre il ragazzo assesta delle spinte sempre più forti dentro di lei, non prova nulla, non piacere, non dolore, solo noia. Non sa nemmeno perché lo stia facendo. Guardandolo meglio si rende conto che non è tanto bello, non è attratta da lui e sembra pure parecchio più grande di lei. Arriccia la fronte, non ricorda cosa l'abbia convinta a compiere qual rapporto, forse voleva solo sentirsi apprezzata, desiderata da qualcuno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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