I giorni successivi trascorrono molto lentamente.
Enea non ha più sentito Daniel per via ritorno di suo padre, lo riesce a vedere soltanto a scuola di sfuggita. Daniel non sta bene, Enea si limita a guardarlo da lontano ma lo nota il suo sguardo spento, nota il suo nervosismo quando sfoga la sua ansia giocherellando con gli anelli o dandosi dei pizzicotti sull'avambraccio o ancora quando in mensa sposta il cibo nel piatto ma non lo tocca.Enea pensa solo a lui.
Riflettendoci tra lui e Daniel non è successo niente ma Enea sente di aver tradito il suo fidanzato e non tanto per quel bacio, all'apparenza innocuo, che lui gli ha dato da ubriaco, ma per tutto quello che ha provato.
Le cose inspiegabili che provava ogni volta che gli stava vicino non avevano una forma o un nome, potevano essere ricondotte a suggestioni, poteva fare finta che non esistessero. Ora non può più e questo lo manda in crisi.
Un semplice bacio è bastato a concretizzare tutto.
Daniel gli manca da morire ma sa di non potersi avvicinare, combatte contro la voglia di mandargli un messaggio o fargli una chiamata per sapere come sta, ma lo frena subito la consapevolezza che suo padre lo controlla costantemente.
Dovrebbe parlare a Paolo del bacio, vuole farlo, ma con lui le cose vanno peggiorando: la sua gelosia sta diventando insostenibile e lui sembra non essere più libero di fare nulla, deve giustificare ogni suo comportamento, anche le cose più ingenue e banali.
È stanco e gli fa male il fatto che Paolo creda alle voci che si sono diffuse in giro su di lui. Tutte calunnie di gente che già prima non lo sopportava e ora ha un motivo in più per attaccarlo dicendo che si è fatto scopare da mezza scuola e che ci prova con tutti. Non sono cose vere ma bastano ad alimentare la sua gelosia quasi possessiva.
Quindi temporeggia perché ha paura della sua reazione quando lo scoprirà.
Si sente tremendamente in colpa quando pensa a Daniel, alle sue mani con le dita piene di anelli che vagano sul suo addome, alla sua bocca calda sul collo, i suoi gemiti emessi con voce rauca. Non lo fa apposta, non vorrebbe farlo ma solo il ricordo di quelle sensazioni lo fa eccitare così tanto che, la sera nel suo letto, non può fare a meno di infilare una mano nei boxer.
Non vorrebbe masturbarsi pensando a lui, ma non ci riesce, la sua immaginazione vaga priva del suo controllo, le sue fantasie più oscure dilagano nella mente attraverso scenari osceni.
Quando raggiunge il culmine pensando a Daniel, gli orgasmi sono più intensi del solito. Ma dopo essere venuto se ne pente, in preda all'eccitazione non ci riflette mai troppo, solo dopo, quando riprende lucidità ripensando alle cose che ha immaginato prova ribrezzo per se stesso.
.
Aprendo la porta del bagno di scuola, Enea sente un gran botto seguito da un lamento, si affaccia e capisce di aver fatto urtare la porta contro qualcuno. È un ragazzo che non conosce.
- Oddio, scusami, scusa davvero. - Enea lo aiuta a raccogliere delle cose che gli sono cadute da mano.
- Oh no tranquillo, non è niente. - Lui gli sorride.
- Non ti ho fatto troppo male. - Controlla il suo viso. - Forse dovresti farti dare un po' di ghiaccio. - Gli dice.
- Non penso ce ne sia bisogno...
- Vieni dai, metti almeno un po' di acqua.
Il ragazzo fa come gli dice.
- Tu sei di terza? - Chiede Enea.
- No, sono di quarta. - Risponde. - 4°D. - Precisa.
- Allora stai in classe con Ema. - Afferma.
- Ah lo conosci? - Sembra quasi infastidirsi a sentire il nome del ragazzo.
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Metà della mia anima
Fanfiction[...] - Come stai? - chiede Enea. Silenzio, un silenzio che ferisce perché contiene in sé la risposta. - In classe mia siamo arrivati a Virgilio. - Esordisce. - Il tuo nome lo leggo e lo sento pronunciare in continuazione... capisci che tortura è...