Enea e Paolo alla fine hanno fatto pace, Daniel lo capisce dal fatto che li vede ridere e scherzare insieme fuori casa. Mentre Enea parla con Paolo, gli lancia qualche occhiata, Paolo allarga le braccia come a voler indicare qualcosa di molto grosso, imita una camminata strana, ridono, poi anche Paolo gli lancia qualche occhiataccia.
Gli sorge un dubbio: Perché lo stanno guardando? E se stessero prendendo in giro lui? Magari Paolo avrà fatto qualche battuta su di lui, sul fatto che stia ingrassando...
Prende un respiro profondo: sono solo paranoie. Non c'è nulla di fondato in questi pensieri. E allora qual è il motivo di quelle occhiate?
Stamattina si sente più brutto del solito, ha delle occhiaie enormi, si è alzato con una congiuntivite che gli ha fatto gonfiare tutto l'occhio sinistro e per colpa della quale non ha potuto mettere le lenti a contatto, ha dovuto mettere gli occhiali ma con essi si vede bruttissimo, e come se non bastasse gli sono usciti tre brufoli sulla guancia per colpa dello stress. Nemmeno i capelli stamattina hanno voluto collaborare, sono tutti in disordine. Si nasconde nel cappuccio di una felpa, vorrebbe essere invisibile a tutti.
Arriva a scuola.
Marco e Alessandro hanno risolto la loro lite: è stato Marco a scusarsi riferendogli che non sapesse che a lui piacesse Ada, altrimenti l'avrebbe lasciata in pace dall'inizio. Questo non giustifica il suo orribile comportamento, ma alla fine sembra aver capito il suo errore. Nonostante ciò si capisce bene si sia rotto qualcosa, tra loro c'è molta freddezza.
- Ma che hai passato oggi? - Chiede Alessandro, mentre Daniel si avvicina ai suoi amici.
- Guarda, non è proprio giornata... - Daniel si lamenta. - Mi è venuta la congiuntivite. - Spiega.
- Mi ero dimenticato quanto sei brutto con gli occhiali. - Scherza Marco.
- Ah ah dobbiamo ridere?
- Che leggi? - Chiede Alessandro notando il libro che ha in mano.
Glielo mostra ma non lo conosce.
Greta legge il nome dell'autore. - Salgari? Ma lui non scriveva racconti per bambini. - Chiede la ragazza.
- Sì. - Sorride Daniel. - Ma non sempre, questo è un libro di fantascienza, immagina il 2003 ma nel 1903, ed è fighissimo! E poi è anche interessante il modo in cui descrive gli esseri umani, come se... con il passare del tempo, col progredire e con la civilizzazione, l'uomo finisse per diventare sempre più cattivo. - Quando inizia a parlare di letteratura non si fermerebbe mai, si carica di passione, una passione a cui vorrebbe dare sfogo, condividerla con qualcuno, ma ogni volta che lo fa risulta sempre noioso.
- Che nerd... - sbuffa Marco.
Daniel si rabbuia. Sa parlare solo di cose che agli altri non interessano e non sa rendersene conto in tempo.
Ma i libri sono il suo posto sicuro, lì dove si va a rifugiare ogni volta le sue paure diventano opprimenti, Dove per un po' non deve preoccuparsi dei suoi problemi, perché non è più Daniel, ha un identità differente e vive in una realtà parallela.
Alle medie lui ed Enea leggevano libri di avventure insieme, anche quelli di Salgari, e ogni volta che ne finivano uno, ne parlavano per ore, ne analizzavano ogni minima parte per quanto poi il giudizio di due ragazzini potesse essere efficiente. Facevano a gara a chi leggesse più libri. Dall'esotico poi sono passati al fantastico horror, ricorda ancora quella copertina del libro di Hoffmann Racconti notturni. La sera tardi lui ed Enea si infilavano sotto le coperte, con una torcia accesa che puntava sul libro, Enea leggeva e Daniel lo ascoltava timoroso. Capitava che zia li beccasse svegli, li sgridava e mandava Enea in camera sua, Daniel mentre fingeva di dormire lo aspettava con impazienza perché alla fine tornava sempre. Poi si è innamorato del fantasy e alla fine si è interessato a romanzi più psicologici.
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Metà della mia anima
Fanfiction[...] - Come stai? - chiede Enea. Silenzio, un silenzio che ferisce perché contiene in sé la risposta. - In classe mia siamo arrivati a Virgilio. - Esordisce. - Il tuo nome lo leggo e lo sento pronunciare in continuazione... capisci che tortura è...