Capitolo 19

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Con il passare del tempo le cose non fanno altro che peggiorare, Daniel non ha libertà, suo padre pretende di controllare tutta la sua vita. Lo fa sempre in realtà, anche quando è fuori ma quando è a casa deve stare più attento perché lo tiene costantemente sott'occhio. Ha addirittura un app con cui controlla dove si trova attraverso il suo telefono, ad esempio quando va a casa degli Angeli deve spegnerlo, giustificandosi di averlo scarico, per evitare che il padre scopra che si trovi lì, oppure lo lascia a casa e poi esce e rientra stando attento a non farsi beccare dalle telecamere di sorveglianza. Controlla i suoi social, i messaggi, persino le e-mail, ma Daniel ha abbastanza esperienza per sapere come uscirne pulito a prescindere da tutto. Questo tuttavia a volte non basta ad evitargli guai. Sopporta e reprime sperando vada via il prima possibile.

Il sorriso di Enea fuori scuola è l'unica cosa che riesce a dare un po' di pace al suo animo inquieto. D'altronde questa è l'unica cosa che può avere di lui e deve farsela bastare.

Sta passando molto più tempo con Giulia. Suo padre e il padre della ragazza si conoscono e si vedono spesso per questioni di lavoro, a quanto pare hanno in mente un progetto da realizzare insieme.

È obbligato ad assistere alle cene del padre con i clienti che puntualmente vogliono iniziare conversazioni su economia, commercio, marketing. Daniel non ne capisce niente di queste cose, il padre gli lancia delle occhiatacce e quando tutti vanno via, lo sgrida per una cosa detta male o qualche gaffe fatta sull'argomento.

Per lui è come assistere a una conversazione in lingua straniera, con vocaboli che non conosce e argomenti che non riesce a capire. Non si è mai sentito tanto stupido e lo odia... si odia.

Questo lo spinge a fare tanti spuntini notturni per via dello stess.

Una notte viene beccato. Sentendo il rumore dei passi Daniel prova a nascondere tutte le cartacce degli snack che ha mangiato.

Filippo compare in cucina e lui si finge indifferente. - Mangi a quest'ora? - Il suo sguardo lo fa rabbrividire.

- No.

- Ah no? E allora che cosa nascondi qua dietro? Mh? - Dice avvicinandosi a lui e strattonandolo.

- Lasciami. - Prova a dire.

L'uomo ha molta più forza di lui, lo spinge via scoprendo tutte le cartacce che nascondeva. Alza una mano e istintivamente Daniel tende a coprirsi il viso con i gomiti temendo un colpo. E il colpo infatti arriva.

- Sei un caso perso! Guarda qua, che schifo che fai. - Dice abbassando gli angoli della bocca e scuotendo la testa.

Daniel indietreggia - È che... sono stressato, e non riesco a dormire. - Prova a giustificarsi. - Ho bisogno di cambiare le pillole e lo psicologo non mi vuole dare retta, forse se ci parli tu... -

- Oh è stressato! Ma quale stress? Che non fai un niente dalla mattina alla sera! Non c'hai bisogno delle pillole, se stai sempre attaccato al telefono è ovvio che non riesci a dormire!

- Ma lo psicologo dice...

Filippo sbuffa. - "lo psicologo, lo psicologo" - lo imita infastidito. - Non capisco perchè mi devi far buttare soldi appresso a quell'incapace. Non pensi sia arrivato il momento di smetterla co' sta storia? Mamma è morta anni fa, non ieri, e a te dovrebbe essere passata. - Sospira. - Ma perché non puoi essere come i figli degli altri! - Lo guarda con disgusto. - Perché non puoi essere normale. -

Daniel non riesce a dire niente. L'atteggiamento che mostra non corrisponde allo strazio che prova dentro, non una sola espressione di dispiacere, rabbia o delusione è presente sul volto.

Metà della mia animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora