Enea vorrebbe sotterrarsi, nell'ufficio della preside, suo padre sta litigando con lei.
Pretende che colui che ha realizzato la scritta sul muro venga sospeso, per atti di bullismo.- Per favore si calmi, non è esattamente come dice lei, Enea non è mai stato bullizzato in questa scuola. - La preside poi si rivolge ad Enea. - Vero tesoro? - Gli chiede.
Enea annuisce, è intimidito dalla situazione che si è creata.
- Quella scritta su quel muro che cos'è? Me lo può spiegare lei cos'è?
- Ma sa come sono i ragazzi, scherzano.
Mattia si innervosisce. - Mh, belli gli scherzi che rischiano di far finire i ragazzi in depressione! -
- Ma dai, Enea sta bene, lo guardi.
Mattia lo indica, alza un sopracciglio. - Sta bene? - Chiede. - Questo ragazzo è stato male per giorni! - Mattia si avvicina di più alla scrivania in tono minaccioso. - E io le assicuro che se non farete nulla, denuncio la scuola e vi mando tutti in rovina! - Conclude.
La preside sembra intimorita. - Okay, va bene, lei ha ragione. Mi occuperò personalmente della questione. Farò cancellare la scritta ed Enea rientrerà nella squadra di basket. -
Mattia spalanca gli occhi all'ultima affermazione, Enea si copre il viso con le mani, quando suo padre scopre che è stato cacciato dalla squadra di basket si arrabbia ancora di più.
Arrivati alla fine a dei compromessi, escono dall'ufficio della preside.
- Te la senti di restare? - Chiede suo padre con premura.
Enea annuisce, non se la sente in realtà, ma non vuole mostrarsi così tanto debole.
- Sei forte. - Mattia lo incoraggia, gli da un bacio in fronte prima di andare via.
In classe nota che il suo posto è occupato, un altra ragazza è seduta vicino a Carola, Enea guarda quest'ultima ma lei non ha il coraggio di ricambiare.
- Fanculo - Sussurra.
Si dirige verso l'unico posto libero, ovvero vicino a Federico.
- Ti do fastidio? Se è un sì non mi interessa, è l'unico posto libero. - Dice Enea posando lo zaino sul banco.
Federico ride.
- Sì. - Gli risponde in tono di sfida.
- Che simpatico.
Inizia a dondolarsi sulla sedia, guarda Federico, lo vede prendere dei post-it con delle formule matematiche e attaccarli sotto al banco e all'interno della sua felpa, Enea non capisce è divertito dalla sua eccentricità.
- Si può sapere che stai facendo? - Chiede Enea.
- Mi organizzo per il compito di matematica. - Federico risponde con ovvietà.
Enea smette di dondolarsi la sua espressione diventa incredibilmente seria.
- C'è il compito di matematica? - Si può leggere sul volto l'espressione di terrore.
- Da quand'è che non apri i messaggi sul gruppo di classe?
- Cazzo. - Enea appoggia le mani in fronte.
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Metà della mia anima
Fanfiction[...] - Come stai? - chiede Enea. Silenzio, un silenzio che ferisce perché contiene in sé la risposta. - In classe mia siamo arrivati a Virgilio. - Esordisce. - Il tuo nome lo leggo e lo sento pronunciare in continuazione... capisci che tortura è...