Non ti azzardare mai più

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"Ti ho fatto entrare nel mio disordine
Senza di te non ho niente da perdere
E non ho mai avuto paura del buio
Ma di svegliarmi con accanto qualcuno
Per me l'amore è come un proiettile."
Rose Villain.

Ci sono lati di Alessandro che ancora non avete avuto modo di vedere e, forse, ancora nemmeno Margot. Come ho già detto troppe volte, per capirlo a pieno ci vorrebbe un vero e proprio miracolo... è proprio difficile entrare nella sua mente contorta.

Siamo sul treno diretti a Mergellina, un altro dei miei luoghi preferiti.
Stamattina siamo usciti con Micol, abbiamo preso un gelato al centro commerciale con lei e la bimba.
Sto fissando Alessandro mentre è mezzo addormentato, con la testa poggiata sul finestrino. Non abbiamo dormito granché stanotte, quindi credo abbia un po' di sonno...lo lascio stare e nel frattempo lo fisso dolcemente.
Il caldo è asfissiante, non si respira proprio oggi. Ho una maglia lilla di Micol e un pantalone stretto bianco, stranamente non sono a disagio. Qui posso indossare qualsiasi cosa senza sentirmi fuori posto o senza sentire gli occhi di tutti addosso.
Accanto ad Alessandro c'è un ragazzo, davvero bellissimo, mi guarda e dice qualcosa per il caldo eccessivo. Non capisco cos'abbia detto con esattezza ma dico <<sì, fa caldissimo>>.
Alessandro apre gli occhi e dice <<eh?>>
<<Non parlavo con te, parlavo con il ragazzo accanto a te.>>
Mi guarda e, improvvisamente, sembra che il sonno gli sia passato.
Lo guardo con aria interrogativa. <<Non dormi?>>
<<No.>>
<<E perché hai cambiato umore?>>
Nel frattempo il ragazzo si alza, insieme alla ragazza che era accanto a me e iniziano a parlare in spagnolo.
Che diavolo mi aveva detto, allora?!
Alessandro non risponde e mi fulmina con lo sguardo. <<Ma che problemi hai?>> Improvvisamente mi rendo conto del motivo, rido e dico <<non sarai mica geloso?>>
<<Io? Geloso? Nono.>>
<<E io sono nata ieri.>> Rido.
<<Che ti ha detto?>>
<<Nulla. Credo abbia detto qualcosa riguardo al caldo..o almeno così credevo. Quando si è alzato insieme alla ragazza hanno iniziato a parlare in spagnolo. Probabilmente mi avrà detto sei una cessa.>> Rido.
Alessandro mi fissa.
<<Non ho occhi che per te, gelosone!>>
<<Non sono geloso.>>
<<Non sono geloso, gne gne.>> Gli faccio il verso e lui ride.

Ci alziamo perché il treno sta quasi per fermarsi, poco dopo le porte si aprono e io faccio un volo che per poco non stramazzo al suolo.
Una signora, dall'alto della sua delicatezza, mi ha letteralmente spinta fino a farmi quasi cadere.
Alessandro, per fortuna, ha i riflessi sempre pronti e mi sento avvolgere dalle sua braccia.
<<Ti sei fatta male?>> È incazzato nero.
<<No, per fortuna. Quella cogliona, ma che modi sono?!>>
<<È incredibile, se non ti avessi presa in tempo ti spaccavi la faccia.>>
Guardo la signora che cammina tranquillamente, senza nemmeno voltarsi.
<<Dimmi chi è. Dimmelo, Margot. Giuro che la faccio fuori.>>
Distolgo subito lo sguardo, è incazzato come una furia, conoscendolo come minimo se la mangerebbe viva.
<<Non ha importanza, Ale. Sul serio. Va tutto bene.>>
<<Ringraziasse il cielo che non ti sei fatta male, altrimenti lei avrebbe avuto la peggio. Brutta stronza. Dimmi chi è.>>
Mi avvicino e lo stringo<<stai sereno, sto bene, okay?>>
Mi posa un delicato bacio sulle labbra, annuisce e ci incamminiamo verso Mergellina.
<<Ormai conosci la strada, eh?>> Sorride ma so che è comunque nervoso.
<<Sì, assolutamente. Potrei venire anche da sola ma... non sarebbe lo stesso!>>
Ride.
Finalmente,sembra tornare tranquillo. Sembra.
<<Oh, il negozio di Michael Kors! Cosa compriamo a tua sorella?>> Rido.
<<Tu sai che se io e te entrassimo in un negozio del genere, come minimo ci riderebbero in faccia?>>
<<Sì. Assolutamente si. Sembriamo due scappati di casa.>>
<<Lo siamo.>> Mi prende per mano.
Mi dispiace sia infastidito per colpa di quella cretina, non capirò mai questo suo bisogno di proteggermi. Però mi piace, con lui mi sento al sicuro.
<<Cosa stai pensando?>> Mi fissa.
<<Nulla di particolare, sto così bene..>>
<<Anche io, mi fai stare bene. Quando ci sei tu mi sento tranquillo.>>
<<Io ti trasmetto tranquillità?>> Sono incredula.
<<Sì.>>
<<È bellissimo, lo sai?>> Sorrido.
<<Piu di quello?>> Indica il mare con un dito.
<<Mmh..>>
<<Quello non si batte, lo ami troppo.>> Sorride.
Mi piace essere di nuovo, questo posto è uno dei miei preferiti dopo Sorrento quindi sono molto entusiasta. Napoli poi ha una bellezza tutta sua, ne resti abbagliata a priori.
Passeggiare sul lungomare è una delle cose che più mi piace fare perché so di poter essere totalmente libera.
<<Mi auguro, quest'anno, di vedere Piazza del Plebiscito vuota!>>
<<L'anno scorso c'era il palco, giusto?>>
<<Sì. Mi piacerebbe vederla senza.>>
<<Non saprei, probabilmente in programma c'è qualche concerto..>>
Ovviamente, una volta arrivati lì il palco è sempre allo stesso punto dell'anno precedente. Rido e scuoto la testa, sto per parlare quando un ragazzo ci ferma.
<<Ciao, ragazzi!>>
<<Ciao?!>> Dico d'istinto.
Alessandro si limita a fulminarlo con lo sguardo.
<<Come siete belli, insieme!>>
Non capisco sinceramente cosa voglia, tra l'altro Ale mi sta stringendo la mano quindi penso vorrebbe stenderlo.
<<Ti ringrazio.>> Dico, per educazione.
<<Oh, ma tu non sei di qui! Guarda, io vendo questi.>> Mi mostra dei portachiavi con tanti cornetti rossi.
Sorrido, non sembra cattivo.
Guarda Alessandro e gli chiede <<mi fai accendere una sigaretta?>> Nel frattempo mi porge uno dei portachiavi. Non so se prenderlo o meno e ho un attimo di tentennamento ma alla fine lo prendo.
<<No.>> Alessandro risponde come se volesse farlo scomparire all'istante.
Gli stringo la mano, cercando di fargli capire che deve essere gentile e aggiunge <<no, non fumo.>>
<<Ma con una ragazza così bella accanto, perché sei tanto imbronciato?>>
Oddio, vuole rischiare la vita. Alessandro ha gli occhi fuori dalle orbite.
Sorrido sperando che Alessandro non lo pesti seduta stante e ho ancora il portachiavi in mano.
<<Mi dispiace, non fumo nemmeno io... altrimenti ti avremmo fatto accedere la sigaretta.>>
<<Figurati, nessun problema.>> Sorride.
<<Tieni?!>> Gli torno il portachiavi mentre sento Alessandro accanto a me irrigidirsi sempre più.
<<No, no. Te l'ho regalato, come augurio.. ma perché mi guardi così?>> Parla con Alessandro.
<<Ma che caz..>>
<<Va bene, noi andiamo. Ti ringrazio, so che portano fortuna. Buona giornata.>> Strattono Ale, per evitare che faccia cazzate.
<<Sì, portano fortuna...buona giornata a voi.>>
Tengo Alessandro per mano e camminiamo spediti come se stessimo facendo la maratona.
<<Ma quel coglione!>>
<<Alessà, non ha fatto nulla di male dai! Tu non l'hai nemmeno salutato.>>
<<Quello voleva solo venderci delle cagate, figurati.>>
<<Lo sai che non puoi trattare con i piedi chi non conosci? È stato gentile.>>
Sbuffa e non risponde ma continua a tenermi per mano.
Ci fermiamo dove alcuni ragazzi fanno la famosa pizza fritta e aspettiamo il nostro turno. Dopo, ci sediamo ai tavoli fuori e devo dire che almeno a vista sembra davvero squisita.
<<Oddio ma è buonissima!!>>
<<Vero? Sapevo l'avresti amata..sei troppo golosa.>>
Rido. <<Moltissimo! Soprattutto di te.>> Sussurro.
<<Mmh..>>
<<Non l'avevo mai mangiata, davvero buonissima.>>
<<Ma quando sei venuta qui la prima volta, non l'hai provata?>>
<<No, ho provato altro. Non sono uscita come esco con te adesso, tua sorella era comunque incinta.>>
<<Giusto.>> Ride.
<<Ciao ragazzi!>>
Oddio.
<<Oh Cristo, un'altra volta?!>> Ringhia.
Il ragazzo del portachiavi mi guarda e poi guarda lui <<ma tu sei sempre così gentile, eh?>>
Rivolge di nuovo l'attenzione su di me. <<Tu così tranquilla e gentile, come fai con lui? Mamma mia!>>
Se ne va borbottando.
Non commento nemmeno, ormai con Alessandro il fiato andrebbe solo sprecato. Quel ragazzo non gli ha fatto niente, però lui ha deciso di trattarlo con i piedi. A volte non lo capisco proprio.
<<Era solo un coglione.>>
<<Ma dai, Ale, povero ragazzo non ha fatto nulla di male.>>
<<Tu vedi del buono in tutti!>>
<<E tu fulmini tutti...>>
Ci alziamo, ci incamminiamo verso il lungomare fino a quando un bambino gioca con una busta piena di qualcosa, correndo, e quella busta finisce completamente sulla mia pancia.
<<Ma che diavolo corri? Guarda dove metti i piedi razza di idiota.>> Urla.
Il ragazzino lo ignora totalmente, se ne sta altamente sbattendo.
<<Ti ha fatto male?>> Parla con dolcezza.
<<No, stai tranquillo. Va tutto bene, oggi sembra che tutti vogliano uccidermi.>> Rido.
<<Adesso andiamo a sederci vicino al lungomare così nessuno fa danni.>>

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