"Tu che mi stringi forte
Perché non vuoi che vada
Prima una chiacchierata e poi l'amore in autostrada."
Irama.<<Mmh..>> Mentre dormo sento una mano sfiorarmi la schiena ma ho così tanto sonno da non voler nemmeno aprire gli occhi.
Sento che Alessandro sta cercando di svegliarmi, come solo lui sa fare.
<<Margot.>> Sussurra.
<<Mmh...>>
Sento le sue labbra sulla mia guancia e poi scende giù fino al collo.
<<Alessà, fammi dormire.>> Dico con voce impastata dal sonno.
<<Ma io so che non vuoi dormire.>> Ride.
Quanto amo quella risata.
<<No.. cioè sì, no.>>
<<Sì o no?>> Sento che mi lecca il collo.
<<N..no.>>
<<Okay, okay, allora non ti tocco più.>> Ride.
Lo sento allontanarsi da me e sto quasi per aprire gli occhi fino a quando mi rendo conto che è sceso più giù.
<<Ohmiodio.>> Apro gli occhi e sono in paradiso.
<<Ssh...fai piano, non vorrai mica farti sentire?>> Mi fulmina con lo sguardo e ride.
Rido. <<È tutta colpa tua..>>
Si avvicina, mi dà un morso sulle labbra mentre le sue mani esplorano il mio corpo.
Sorrido e mi perdo nell'immensità di tutto ciò.Quando mi sveglio è già mattina, mi alzo e corro a spegnere la sveglia. Stamattina devo uscire con la mamma di Micol, andiamo al mercato, quindi sveglia molto presto.
Vado in bagno, mi lavo e torno in camera per cambiarmi velocemente...in tutto ciò Alessandro dorme beatamente. Lo guardo dolcemente e penso a quanto sia bello e sereno..anche se mi sono accorta che ogni tanto, la notte, la sua gamba destra inizia a tremare.
Quando lo sento mi sveglio subito e gli metto una mano sulla gamba in modo tale che si calmi, passa qualche secondo e poi smette. Non so perché lo faccia, non gliel'ho ancora chiesto, ma credo sia una cosa involontaria.
Sono già pronta, gli poso un delicato bacio sulla testa ed vado in cucina dove la mamma di Micol mi sta già aspettando.
<<Buongiorno. Andiamo?>>
<<Buongiorno a te, sisi.>>
<<Dorme?>>
<<Sì, beatamente.>> Rido.
<<Quando torna a casa dorme molto, da quando ci sei tu si sveglia anche presto.>> Ridacchia.
<<Ho fatto più di un miracolo, eh!>>
Ridiamo e usciamo. Saranno circa le sette del mattino o giù di lì.
Mi sento così bene, così tranquilla e serena...come se questa vita la vivessi da sempre, come se effettivamente fosse questa la mia vita.
In realtà non è questa, non al momento almeno. Però ho deciso di godermi questi giorni a pieno, come se il resto non esistesse...Dopo aver fatto una buona dose di shopping con mia suocera (eheheh ebbene sì, andiamo d'accordo) facciamo un salto al bar per fare colazione.
Mentre aspettiamo quello che abbiamo ordinato, parliamo del più e del meno fino a quando il discorso cade su Ale.
<<Tutto bene con Alessandro?>>
Sorrido. <<Sì, assolutamente.>>
<<Ho sempre desiderato che mio figlio si sistemasse con una persona seria, sai. Conoscendolo, so quanto sia difficile comprenderlo a pieno e non sapevo se qualcuno potesse anche solo cercare di capirlo.>>
<<Sì, comprendere tuo figlio è una vera impresa. Però non lo so, quella volta ha scatenato qualcosa in me...come se, inconsciamente, sapessi che doveva essere lui.>>
<<È bello vedervi insieme, sul serio. Entrambi avete portato una ventata d'aria fresca nelle vostre vite.>>
La nostra chiacchierata viene interrotta dal mio cellulare che inizia a squillare.
<<Micol?>>
<<Buongiorno! Stamattina non ti ho sentita uscire, ascolta siete passate al supermercato?>>
<<No, siamo al bar. Ti serve qualcosa?>>
<<Te la spassi anche con mia madre, eeehh? Comunque sì, devi dire a mia madre di prendere la salsa.>>
Rido. <<Abbastanza. Va bene, riferirò. Ci vediamo dopo.>>
<<Non me lo chiedi?>> Ride.
<<Oh no, sicuro dorme.>> Rido.
<<Azz, come lo conosci bene. A dopo.>>
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Siamo nati per essere forti
Chick-Lit> > Ho smesso di credere alle promesse, ho smesso di credere a quella frase che ho tatuato sul cuore, ho smesso di sentirmi normale...se mai mi fossi sentita normale. Quegli occhi verdi che mi hanno fatto innamorare sono gli stessi che mi hanno dis...