Circostanza

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"Parlano di te
Un uomo che si perde
Ma dà un abbraccio alla vita che poi lui protegge
Parlano di lei
Una donna senza cuore"
Giorgia.

Dopo Marco, non cercavo l'amore perché ero rimasta talmente ferita da quella storia che non volevo soffrire ancora. Non voglio parlavi di lui perché non ne vale la pena, l'unica cosa "bella" con lui è stato solo il primo bacio. Sì, alla veneranda età di 20 anni ho dato il mio primo bacio. (Lo so, lo so, un po' tardi). Quel primo bacio lo ricordo sempre con un sorriso perché la sensazione che ho provato è stata veramente molto molto bella, ricordo che tremavo come una foglia mentre mi baciava. Per il resto, lui mi è totalmente indifferente perché le nostre strade si sono separate.
Micol, ridendo e scherzando ha sempre cercato di trovarmi un fidanzato ma ahimè tutti i suoi tentativi sono stati vani. L'unica persona che non aveva mai pensato come mio, ipotetico, fidanzato era lui. In effetti, anche io stessa non avevo mai pensato a lui in quel senso...anche perché nemmeno lo conoscevo. Ricordo di averlo visto una volta, meno di dieci minuti, perché dovevo salutare i suoi ma non mi sono interessata più di tanto.
Invece, quel giorno, quell'incontro improvviso ha cambiato completamente la mia vita.
Ero nella cucina di Micol, molto nervosa, quindi non ho fatto subito caso a lui. Alzo la testa e me lo ritrovo lì, era entrato senza salutare quindi sono rimasta un attimo interdetta per questo comportamento assurdo ma sinceramente più di tanto non mi è importato. Subito dopo in cucina eccoli tutti: nonna, nonno, mamma, papà...tutti i parenti, dolcissimi, di Micol. (A differenza sua, loro mi hanno tutti salutata).
Eppure, nonostante il suo non saluto ho iniziato a scrutare la sua figura. Felpa nera, muscoli ben definiti, sguardo di ghiaccio, portamento come a dire "non me ne frega niente". Più lo guardavo, più qualcosa nel suo essere mi intrigava ma non riuscivo esattamente a capire cosa. Micol ovviamente non si è accorta di nulla perché era troppo presa dalla felicità di avere tutti i suoi parenti più intimi in casa e, soprattutto era di spalle perché stava preparando il caffè.
All'improvviso vedo lui che viene a sedersi accanto a me, dopo aver tolto la felpa nera, con una canotta bianca addosso. Inutile dire che i miei occhi si siano posati sui suoi adorabili muscoli e sul suo tatuaggio tribale sulla spalla.
<<Micol, ma Margot è brasiliana?.>>
Mi blocco. Sta parlando di me? Perché si sta interessando a me?! E soprattutto perché chiede alla sorella se io sono qui?!
Micol inizia a voltarsi molto lentamente, con il terrore negli occhi e lo fulmina con lo sguardo. Letteralmente lo fulmina, se potesse lo strangolerebbe senza pensarci due volte.
So benissimo perché di questo suo atteggiamento di protezione, pensa che possa ferirmi quella domanda perché io odio quel tipo di domande...ma, stranamente, fatta da lui è piacevole.
Rido. <<Io, brasiliana? Direi di no, si vede...loro hanno dei tratti molto belli, sono proprio belle.>>
Posa i suoi occhi verdi, di ghiaccio, su di me. Lo fisso e mi perdo nell'immensità dei suoi occhi. Sono stupendi ma molto freddi.
<<E perché mica tu sei brutta?! Ho un'amica brasiliana, lei sì che è brutta! Aspetta ti faccio vedere.>> Si alza e va a prendere il cellulare.
Non guardo Micol ma sento il suo sguardo addosso, sento la sua ansiae i suoi timori.
Lui si avvicina. <<Guarda.>> Mi mostra la foto di questa ragazza che, effettivamente, è bruttina.
<<Sì, in effetti lo è.>> Sorrido e mi sta fissando. Lo guardo a mia volta ma quasi come se potesse leggermi dentro, distolgo lo sguardo.
<<Comunque il tuo nome è molto facile, Margot.>>
Rido.<<Il mio nome è facile? Forse solo per te, nessuno riesce mai a pronunciarlo bene.>>
<<Ehi! Anche io l'ho subito pronunciato bene!>>
Rido e guardo Micol, divertita. Guardo di nuovo lui e aggiungo <<a parte tua sorella.>>
Non so esattamente come, dopo mi ritrovo in piedi, con lui accanto che posa il suo braccio sulla mia testa e inizia a dire <<uuh, Margot è un ottimo appiglio per poggiarsi.>>
Rido, non mi dà fastidio. <<Grazie mille per il complimento.>>
Micol se potesse lo farebbe volare, so che ha timore per me e mi fa sentire piacevolmente bene questa sua protezione nei miei confronti.
Subito dopo lui si mette davanti a me, per gioco, e ha di nuovo la felpa nera. Mi piace quella felpa, lo guardo e dentro cresce in me un irrefrenabile voglia di abbracciarlo e farmi cullare da quelle braccia. Cerco di riprendermi, che mi sta succedendo? Devo andarmene da qui, devo tornare subito a casa.
Micol mi accompagna alla porta però prima passiamo nel ripostiglio perché deve darmi delle cose che mi hanno portato i suoi da Napoli. Pensano sempre anche a me, sono davvero adorabili.
Micol è di spalle, io sulla soglia della porta mentre lei prende una busta.
<<Perdonami, lui...non ha modi, non lo fa di proposito. Non aveva intenzione di offenderti, scusami. Voleva dire che tu sei bella.>>
Sorrido. Amo questa donna. <<Lo so, so bene cosa voleva dire. Sentivo la tua ansia ma non ti preoccupare, non mi sono offesa. Anzi...tuo fratello ha i suoi perché.>>
Si volta lentamente con un'espressione che oscilla fra stupore, incredulità, spavento.
<<Ma ti piace mio fratello?>> A tratti urla.
<<Oddio, piace. Non lo conosco nemmeno ma ha i suoi perché.>> Rido.
Micol non aggiunge altro, credo di averla abbastanza sconvolta. Torno a casa ripensando a quel ragazzo ma mi ripeto che non succederà nulla perché l'amore non fa per me.
Non sento più Micol per quella sera ma il giorno successivo sarei dovuta andare da lei, di nuovo.
Quella notte, penso sia una di quelle che ricorderò a vita. Indipendentemente da come andrà, non potrò mai e poi mai cancellarla dalla mia mente.
La mattina mi sveglio pensando di essere completamente fuori con la testa, non c'è altra spiegazione. Non dico nulla a Micol, devo trovare il modo giusto per dirle quello che effettivamente è successo, non so nemmeno quali parole usare.
Quando arrivo a casa di Micol, dopo aver suonato salgo su e viene proprio lui ad aprire la porta.
<<Ehilà! Non ti preoccupare, sto andando via!>>. Sorride.
Azz, è proprio bello però quegli occhi verdi sono pieni di ghiaccio. Ti fa gelare il sangue, però è piacevole.
<<Figurati, non mi dai mica fastidio.>> Dico, con un po' di rammarico.
Entro in cucina, saluto tutti, e vado a sedermi nello stesso posto del giorno prima. Micol è di fronte a me, non immagina minimamente quello che devo dirle ma mi guarda con aria interrogativa, forse ha notato qualcosa nel mio sguardo. Siccome i suoi parenti sono quasi tutti in cucina decido che l'unico modo per farle sapere la bella novità (senza che nessuno possa sentire) sia gesticolare.
Sicuramente Micol sta pensando a quello che le ho detto la sera precedente, continua a guardarmi e dice <<è uscito con mio nonno>>.
<<Lo so.>>
Continua a scrutarmi e mi fa cenno di dirle quello che ho sulla punta della lingua. Mi conosce troppo bene.
Inizio a gesticolare e dico <<l'ho sognato per tutta la notte.>> E menomale che non sapevo come dirglielo, eh.
<<CHEEE?>> Urla.
<<Ssh. Eh!>>
<<Ma sei seria?>>
Faccio cenno di sì con la testa, non me lo so spiegare ma giuro di averlo sognato per tutta la notte. Quel ragazzo, senza fare sostanzialmente nulla, mi ha scatenato l'inferno dentro.
<<Non ci posso credere ed è pure uscito quell'imbecille. Dammi il telefono!>>
<<Che? Perché devo darti il mio telefono?>>
<<Dammi il telefono!>> Tuona.
Le do il telefono, non capisco cosa stia facendo anche perché se stavamo parlando di suo fratello che c'entra il mio telefono?! La vedo armeggiare ma ancora non capisco proprio, nel frattempo mi perdo nel ghiaccio di quegli occhi che mi hanno rapito l'anima.
<<Ecco fatto! Tornerà con le caramelle!>>
<<Le caramelle?! E il numero?>>
<<Gli ho detto che ho il telefono scarico!>> Mi fa l'occhiolino. Adoro questa donna.
Dopo un ora o poco più, lui torna con il nonno e butta le caramelle sul tavolo. Sorrido, guardo Micol e so che sta tramando qualcosa.
<<Alessandro, ascolta, perché non vi mettere nel salone tu, Margot e questo teppista?>>
Improvvisamente divento un pezzo di ghiaccio peggio dei suoi occhi. Micol è impazzita o cosa?! Lui mi guarda, sorride in modo tirato (come se gli pesasse quel sorriso) ma Dio, quando sorride è uno spettacolo della natura, alza le spalle e fa cenno di sì.
Sua madre sorride con una certa luce negli occhi, dopotutto era stata lei a dirmi che dovevo mandargli la richiesta!
Il salone di Micol è davvero molto molto bello, ha un divano incantevole. Decido però di sedermi in una delle sedie, nel frattempo ci segue uno dei bambini che io e Micol seguiamo per le ripetizioni. Forse questo non l'avevo ancora detto, io e Micol lavoriamo insieme a casa sua.
Cerco di aiutare il bambino a fare i compiti ma la mia mente è totalmente persa da lui e dai suoi occhi. Lui è accanto a me, ha il cellulare in mano e non sembra fare caso più di tanto al mio nervosismo.
<<Margot?>>
<<Si?>>
<<È il tuo fidanzato, lui?>>
Penso di essere diventata bordeaux, in viso. <<Smettila di fare certe domande, fai i compiti.>>
Alessandro sembra quasi divertito da questa cosa e mette il suo braccio attorno alle mie spalle. Oddio, penso che a breve mi verrà un infarto. Mi sta toccando, sta toccando me! Ma esattamente che problemi ha? Perché si comporta così, con me? Cerco di fingere disinteresse ma comunque sento un mix di emozioni dentro.
<<Dagli un bacio, dai!!>>
Oddio ma questi bambini ormai quanto sono precoci?
Rido. <<Ma perché dovrei? Daglielo tu piuttosto!>>
<<Non sta abbracciando me ma te! E poi mica ho detto in bocca, dagli un bacio sull'orecchio!>>
Ma che ho fatto di male nella mia vita?!
Alessandro, ancora con il suo braccio attorno a me, posa il telefono e ride. Sembra rilassato.
<<Tu hai finito di fare i compiti?>>
<<Non ancora, però se ti bacia l'orecchio posso finirli presto!>>
<<Lo sai che sei insopportabile?>> Rido.
Guardo Alessandro e lui avvicina il suo orecchio, penso che sia completamente pazzo ma decido di dargli questo fatidico bacio sull'orecchio. Romanticismo ai massimi livelli.
Poso le mie labbra sulla punta del suo orecchio, sento il suo profumo e mi perdo completamente, lui è immobile e percepisco che sta sorridendo. Mi stacco, non so perché ma tutto ciò mi fa sentire tranquilla...come se lo conoscessi da tutta la vita. All'improvviso siamo solo noi, siamo ancora vicini nonostante io abbia staccato le labbra e ci stiamo fissando senza dire nulla. Mi sta fulminando con lo sguardo ma quella freddezza non è la solita, è diverso. Si avvicina ancora di più e penso che mi stia per mancare il respiro....
<<L'hai baciata in boccaaa!>>
Tempismo perfetto.
<<Smettila, basta! Non mi ha baciata. Hai finito i compiti?>>
<<Si.>>
Alessandro sembra improvvisamente diventato un'altra persona, adesso è totalmente di ghiaccio. Non capisco, però non posso pensare a lui, prima devo sbarazzarmi del piccolo teppista. Per fortuna la madre viene a prenderlo e va via ma nel frattempo Micol mi dice che deve andare col padre un attimo, quindi se posso ancora restare a casa sua...le dico che non c'è problema. Torno nel salone e vedo lui, seduto sul divano col cellulare in mano. Sistemo le sedie di Micol, anche perché non so come comportarmi. Cosa dovrei fare? Torno in cucina? Gli dico qualcosa? In realtà vorrei solo sedermi accanto a lui. Sembra leggermi nel pensiero e mi dice di avvicinarmi.
Mi siedo all'angolo del divano, a debita distanza da lui e lo guardo.
<<Hai facebook?>> Mi chiede.
Sorrido. <<No, ho Instagram. Non mi piace facebook.>>
<<Hai il mio rispetto!>> Ride. Continua a fissarmi, mi ha perdo nell'immensità dei suoi occhi. Sono davvero profondi, belli, mi piacciono da morire...hanno un verde particolare.
<<Vieni qui.>> Allarga le braccia.
Mi avvicino e metto la mia testa sulla sua spalla, mi circonda con il suo braccio e stranamente mi sento...a casa. Mi sento bene, mi sento protetta in quell'abbraccio estraneo che mi sta facendo girare la testa completamente, mi sento mancare la terra sotto ai piedi. Non so come, mi ritrovo totalmente sulle sue gambe e lui mi posa una mano sul fianco destro.
<<Mmh..>>
Momento. Quel verso l'ha fatto toccando me?! Io sono stata a causarglielo?
Sento che sta sorridendo, ci avviciniamo sempre più e le nostre labbra si incontrano, le nostre lingue si intrecciano in un bacio che è sublime. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia come se volesse mangiarmi l'anima, lo stesso faccio io e sento scoppiare il cuore dentro al petto. Non so dirvi per quanto tempo ci baciamo ma ci stacchiamo solo per prendere aria. Quegli occhi ardono di piacere, mi fissa con trasporto e mi accarezza il collo. Quel gesto mi fa venire i brividi, vorrei baciarlo ancora, ancora e ancora. Il sapore di quelle labbra è spettacolare, quel bacio aggressivo ha risvegliato in me emozioni che avevo totalmente dimenticato. La sua mano lentamente si avvicina alla mia pancia ma gliela blocco subito <<no, non toccarla, non mi piace.>>
<<A me piace, invece.>>
A quelle parole rimango interdetta ma mi butto sulle sue labbra con più ardore di prima e vorrei spogliarlo seduta stante per andare oltre. Quel ragazzo mi ha incendiato l'anima.
Sento la porta aprirsi quindi salto giù e vado a vedere se Micol è tornata, prima però lo guardo e sorriso. È tornato di ghiaccio ma sorride anche lui.
<<Scusami, ho cercato di fare il possibile ma ho anche sbagliato strada!>> Si blocca e fissa le mie labbra, gonfie e rosse grazie ai baci del fratello. Mi guarda con aria interrogativa. <<Ma che hai combinato?>>
Rido e lei sembra illuminarsi ma ovviamente aspetta una risposta.
<<Eh!>> Rido.
<<Si? Vi siete baciati?>>
<<E che bacio...alla francese.>>
<<Cosaaa? Pensavo un bacio a stampo! Ma siete tremendi, eh.>>
Sorrido. <<Micol? Sai cosa mi ha detto?>>
<<Cosa?>> Sembra preoccupata.
<<Mi ha toccato quel filo di pancia, gli ho detto di non farlo perché non mi piace. Ha detto che a lui piace.>>
Sorride e poggia una mano sulla mia spalla. Non dice nulla perché solo guardandomi mi ha detto più di qualsiasi altra cosa.
Non sapevo cosa pensare, lui era molto strano e aveva un atteggiamento molto particolare e sostanzialmente nemmeno lo conoscevo quindi non sapevo cosa aspettarmi da tutta quella situazione. Il giorno successivo sono, di nuovo, tornata a casa di Micol ma mentre siamo in cucina lui sembra non degnarmi di uno sguardo, forse si è già pentito di quello che è successo? Mi sento un attimino confusa, non so nemmeno cosa mi stia dicendo sua madre ma fingo di ascoltarla con interesse. Vedo che lui si alza, lo seguo con lo sguardo e va a chiudersi in camera ma prima di chiudere la porta mi fissa intensamente. Non capisco, vuole che vada da lui? La mamma di Micol ride e va fuori a fumare, la nonna dice qualcosa in dialetto napoletano che non capisco e Micol inizia a farmi cenno di andare da lui.
<<Ma che sei pazza? C'è una casa piena di gente e vado lì?>>
<<Vai!>>
<<Non posso.>>
<<Vai, ho detto!>>
<<Tua nonna...ma dai! Ma che pensa?>>
<<Mia nonna non pensa niente, anzi per lei sei già sua nipote. Alzati e vai!>>
<<Vado un attimo in bagno.>> Dico ad alta voce.
<<Sì e io sono ricca e famosa>> aggiunge Micol, ridendo.
Arrivo davanti la porta e da persona molto gentile, quale sono, nemmeno busso e apro.
<<Oh, forse avrei dovuto bussare.>>
Sorride. <<Vieni qui.>>
Vieni qui, di nuovo.
È sdraiato sul letto, mi avvicino e mi attira a sé baciandomi con trasporto. Questo ragazzo mi fa provare sensazioni mai provate prima ma allo stesso tempo mi fa impazzire perché non capisco i suoi comportamenti. Non sono proprio sdraiata sopra di lui ma quasi e mentre mi bacia mi attira di più a se e inizia a toccarmi il seno. <<Mi piace.>> Dice, tra un bacio e l'altro.
<<Cosa?>>
<<Tutto questo.>>
Continuiamo a baciarci e la mia mano scende fino al bottone dei suoi jeans. Non porta la cintura e sono leggermente larghi in vita quindi riesco a mettere le dita all'inizio degli slip sentendo sotto le dita una leggera peluria. Lui sembra impazzire ma non me la sento e torno al petto, continuandolo a baciare a più non posso.
Inizio a sentire un certo calore giù e capisco di star impazzendo, vorrei di più, avrei bisogno di sentirlo dentro me ma non posso. A lui escono certi versi che mi fanno perdere completamente la testa e torno di nuovo giù a toccare l'inizio degli slip.
<<Più giù, più giù. Scendi con la mano, non mordo mica.>> Dice, quasi ansimando.
Rido. <<Ti piace, eh?>>
<<Mi fai impazzire.>>
Lo bacio con più trasporto e le nostre lingue iniziano a fare un gioco di tutto e di più. Sento sempre più calore giù , mi metto su di lui e inizio a muovermi. Lui sembra veramente sul punto di impazzire, mi prende dai fianchi e mi spinge con foga. Non voglio farglielo capire, non so se l'abbia capito ma è riuscito a farmi venire con tutti i vestiti addosso. Questo ragazzo mi sta facendo perdere completamente la testa.
Mi alzo e sorrido, lui resta seduto sul letto e mi abbraccia molto dolcemente.
<<Andiamo tutti in America.>>
Vive in America già da un anno, quindi ormai la sua vita è tutta lì.
<<Vieni con me in America, anche tu.>>
Adesso si è alzato anche lui, ha la fronte sulla mia e il respiro accelerato.
<<Quindi anche l'eterno scapolo ci sa fare, eh.>>
Lo prendo dalla maglia lo attiro a me ed entrambi cadiamo di nuovo sul letto, mangiandoci di baci come due amanti che fanno questo da tutta la vita.
Improvvisamente mi rendo conto che amo i suoi occhi, amo il modo in cui mi fa sentire, amo i suoi abbracci, le sue braccia sono come casa. Mentre lo bacio penso a tutte queste cose e mi rendo conto che per lui non sarà lo stesso. Capisco che il colpo di fulmine esiste eccome, a me è successo con Alessandro. L'ho visto e mi ha letteralmente stregata.
Mi stacco improvvisamente.
<<Devo andare.>>
Corro da Micol, la trovo nel ripostiglio che sta stirando.
<<Micol, io vado. Grazie di tutto.>>
<<Margot, tutto bene? È successo qualcosa?>>
<<Sì, no cioè si, no.>>
Mi guarda come se fossi scema e non capisce. <<Ehm, okay?>>
<<Sì, okay. Ti saluto>> mi avvicino per darle un bacio e aggiungo <<baciami tu, non posso io.>>
Mi guarda con aria interrogativa e mi bacia sulla guancia. Quella donna penserà che io abbia seri problemi mentali.
Torno a casa e sento un mix di emozioni, non posso far capire nulla ai miei perché sono sicura che non capirebbero.
Corro a fare una doccia, il getto d'acqua calda mi bagno il viso e ripenso a tutto quello che è successo. Mi rendo conto di qualcosa che non so se effettivamente possa piacermi: io sento qualcosa per quel ragazzo.
Finita la doccia trovo un messaggio di Micol, sul cellulare.
<<Posso sapere perché sei scappata? E perché non potevi baciarmi?>>
<<Scusami, è un po' strana la situazione. Perché avevo baciato tuo fratello.>>
<<Da quello che ho capito vi trovate bene insieme.>>
<<Anche troppo. È riuscito a farmi venire con i vestiti addosso!!>>
<<Aahh, ora capisco perché tu sia scappata come se ti avessero puntato una pistola alla tempia.>>
<<È stato...wow!>>
<<Lo so mia cara, lo so.>>
<<Tuo fratello è wow. Cioè, si vede che ci sa fare. Mamma mia penso che impazzirò.>>
<<Oddio che disgusto. Ho bisogno un attimo di pensare a mio marito nudo per riprendermi dalla visione di mio fratello. Sai, non è semplice visualizzarlo come fai tu.>>
<<Ho capito che è un tipo strano.>>
<<Un po' si. Alessandro parla male delle cose di cui ha paura, pensa che legarsi equivalga a non poter viaggiare, ad avere una vita piena di privazioni..>>
<<Ha sofferto?>>
<<Abbastanza.>>

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