Attilio & Kahk

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Lo stava aspettando fuori dal corridoio principale dell'ateneo da circa dieci minuti; ma del suo viso, non c'era nemmeno traccia. Prese il cellulare dalla tasca destra e ricontrollò gli ultimi messaggi che aveva scambiato con quella persona

"Ciao. Ti andrebbe bene di trovarci domani mattina alle dieci nel corridoio principale?"

"Ciao. Va benissimo. A domani"

Lui era nel posto giusto e all'orario giusto; perché allora era in ritardo questo tizio? Non sapeva davvero darsi una risposta. Di lui conosceva solamente il nome; Attilio e il perché lo avesse contattato. In un secondo momento,  penso' che, il ragazzo in questione, avrebbe potuto essere praticamente chiunque; avrebbe potuto essere basso; alto; bruno; castano; biondo

"Non è che magari è già passato, non mi ha visto e se n'è andato?".

Se continuava a farsi venire queste paranoie, la persona che, stava per arrivare, lo avrebbe preso come una persona poco affidabile. Lo sapeva che aveva appena pensato ad una stupidaggine; ma d'altronde, lui non poteva comandare i pensieri del suo cervello; magari avesse potuto farlo!

Se ne stava per andare, quando vide avanzare verso di se un ragazzino con dei capelli corti neri, un capellino arancione e dei vestiti un po' grandi rispetto al suo fisico. Alessandro constatò che più che assomigliare ad uno studente di giurisprudenza assomigliava ad un giovane cantante rapper o hip-hop. Come se lui andasse vestito in ateneo con giacca e cravatta

"Ciao, per caso sei tu Alessandro?"

"Si, sono io e immagino che tu sia Attilio"

"Hai immaginato bene";  "ti chiedo scusa se ho fatto tardi, ma oggi, sono venuto in macchina e, ho trovato parecchio traffico, oltre che ai semafori rossi"

"Tranquillo"; "pensavo che ti fossi dimenticato del nostro appuntamento"

" no no figurati, sarei stato un'idiota a non venire; ho visto su internet i prezzi di vendita dei libri e li ho confrontati con quelli che hai messo tu ; é come e mi stessi facendo un regalo in un certo senso"

Alessandro sapeva benissimo che aveva bisogno di soldi e se non avesse messo quei maledetti libri ad un prezzo decente, sarebbero rimasti li e forse li avrebbe utilizzati nel prossimo inverno come miccia per accendere il fuoco nella stufetta che sua madre aveva in cucina

"Se fosse stato per me , non li avrei nemmeno comprati perché cerco di prendere appunti il più possibile e, solo nel caso in cui questo non dovesse bastarmi, li integro con quello che trovo su internet. Non penso che i decreti legge e le leggi siano cambiate recentemente; giusto?"

 L'altro ragazzo annuì

"Ma, come dicevo prima, purtroppo, questi, ho dovuto comprarli perché la prof voleva assolutamente -mimò con le dita- che noi comprassimo la nuova edizione e perché, quando spiegava lei, la maggior parte della classe si perdeva per strada. E si, io facevo parte di quella fetta"

Attilio rise. Era proprio un tipo simpatico Alessandro

"Il prezzo é sempre quello che hai messo in bacheca, giusto?" 

"Assolutamente"

"Grazie mille" 

"A te"

"Buona giornata"

"A te"; "Alessandro aspetta" continuò il più giovane

"Dimmi tutto"

"Ecco, mi sento un po' in colpa per averti fatto aspettare dieci minuti a vuoto", disse Attilio grattandosi la nuca; "forse avevi anche altro da fare o forse avevi altri impegni e sei in ritardo per colpa mia" continuò

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