L'esame di Alessandro e gli ulteriori ringraziamenti a Ghali

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Finalmente era arrivato il fatidico giorno dell'esame ed Alessandro era felice. Voleva e sperava davvero di superare quella specie di ostacolo . Si sentiva esausto e non ne voleva più sapere di leggere, sottolineare, ripetere gli stessi concetti per innumerevoli ed infinite volte sempre le stesse cose né di vedere quel maledetto libro; quelle maledettissime millequattrocento pagine scritte, a detta di Alessandro, da qualche pazzoide che invece di utilizzare il suo tempo libero per distrarsi, riposare e fare cose normali, lo usava per scrivere codici, articoli e paroloni di cui probabilmente, non conosceva nemmeno il significato con lo scopo di far impazzire miliardi e miliardi di giovani

"Ma non avrebbe potuto fare altro? "   Evidentemente no

Con questi pensieri malsani, decise di avviarsi verso l'università. Sapeva che sarebbe arrivato li con molto anticipo, così come sapeva che, molto probabilmente avrebbe trovato alcuni suoi compagni del suo anno o anche più grandi in attesa di farsi esaminare ; ma a lui, di aspettare fuori, non dispiaceva affatto.  

Sperava di trovare un qualche volto amico li pronto a sostenerlo, ma, per sua sfortuna non trovò nessuno. Stava per sedersi in attesa del suo turno, quando vide avanzare verso di se, l'immagine e il sorriso di una persona che conosceva bene!

"Ciao Ale!"

"Ciao Attilio! Come stai?"

"Io bene, ho finito lezione adesso; tu?"

Ecco, come stava lui? Se qualcuno lo avesse fermato per strada e gli avesse fatto la stessa domanda, cosa avrebbe potuto dire?. Non lo sapeva neanche lui come stava in realtà! Si sentiva agitato e teso come una corda di violino; voleva già trovarsi dentro a quell'aula e allo stesso tempo, non avrebbe nemmeno voluto prenotarsi a quell'esame. Voleva andarsene via da li e ritornare al prossimo appello, ma non voleva buttare via tutte le ore che aveva passato a faticare con quel libraccio 

"Diciamo che dopo potrei stare meglio"

"Ti vedo agitato"

"Lo sono"

" Vuoi che rimanga qui con te a ripassare o a farti compagnia mentre aspetti di entrare?"

"Magari grazie. Però poi, se le ragazze dovessero vederci insieme, gli spieghi tu che ci siamo trovati qui casualmente e non perché ci fossimo messi d'accordo a loro insaputa".  Sarebbero venute anche loro volentieri oggi a sostenermi; ma sono stato io a dire a loro che avrei preferito venire da solo. Non voglio mentire a nessuno" disse guardando un punto a caso davanti a se

"Non ti preoccupare, spiegherò tutto io se ce ne dovesse essere bisogno!"

Sapeva che, a breve, sarebbe toccato a lui, ma l'attesa lo stava divorando. Sperò davvero di non dover passare molto tempo così perché non sapeva per quanto sarebbe riuscito a reggere quella situazione.

Il rumore della suoneria del cellulare che proveniva dall' interno della sua tracolla, lo distrasse momentaneamente. Ma non appena lesse il nome di "Annalaisa" come mittente della chiamata, vide la porta di fronte a se aprirsi e la figura di una giovane ragazza e quella di una signora un pò più anziana fare capolino. Non ci volle molto a far capire ad Alessandro che la prima persona era quella che aveva appena finito di dare l'esame e  che l'altra era li per verificare le loro conoscenze. Riuscì appena a schiacciare il bottone rosso per bloccare la chiamata della sua amica e a riporre il cellulare da dove lo aveva preso.

"Mahmood Alessandro, ora tocca a lei." 

Non poteva più scappare




"Bene, direi che possiamo interrompere qui il nostro colloquio. Tutto sommato, non é andato male; certo, ha commesso alcuni piccoli errori e ha avuto anche delle piccole imprecisioni nell' esposizione, ma questo non toglie il fatto che il suo orale sia stato buono. Le darei un ventotto; accetta?"

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