Si stava leggermente innervosendo: la metro era in ritardo. Di ben dieci minuti
"Cazzo "
Non era possibile. Non poteva essere così e non doveva essere così: Il suo pomeriggio di goduria, felicità e cibo spazzatura stava per essere rovinato. Da chi? Molto probabilmente da qualcuno che, invece di fare il suo lavoro dignitosamente e meticolosamente, stava parlando con qualche suo o sua collega di qualche scemenza, facendo così perdere tempo prezioso a decine se non centinaia di persone.
Alessandro non era una di quelle persone che faceva una tragedia per un non nulla: se c'era da aspettare aspettava; anzi, alcune volte era lui stesso che desiderava che i mezzi arrivassero in ritardo, soprattutto quando doveva andare o entrare all'università. Ma oggi non era quel giorno; decisamente no
Stava pensando a cosa potesse mangiare quando, finalmente, la metro arrivò. Non appena le porte si aprirono, Alessandro si fiondò nel primo posto libero, che risultò essere, fortunatamente, quello più vicino all'uscita; già era in ritardo non per colpa sua, figuriamoci se avesse voluto perdere altro tempo cercandosi un altro posto.
"Devi fare qualcosa di importante ragazzo?".
"Come?"
"Sembra che tu debba fare qualcosa di importante ragazzo"; "non vorrei sembrarti scortese, ma, sei seduto accanto a me e non ho potuto fare a meno di guardarti; insomma, sembri leggermente nervoso"
Ora capì: da quando era salito sul mezzo aveva visto così tante volte l'ora che, ormai, aveva perso anche il conto. La signora seduta accanto a se, aveva ragione; però, in fin dei conti, non poteva farsi gli affaracci suoi? Insomma, non poteva guardare di fuori invece di guardare quello che stava facendo lui? Si che avrebbe potuto. Ma sua madre glielo aveva detto parecchie volte che lui aveva una particolare "aurea" e riusciva a farsi' che gli altri lo notassero senza che lui non facesse nulla. E poi non poteva rispondere alla signora in modo stizzito né tantomeno poteva dirle il motivo del suo stato d'animo: lo avrebbe preso per pazzo, non aveva dubbi
"In realtà devo vedermi con un amico per fare una cosa importante ed ho paura di non riuscire ad arrivare in tempo"
"Non ti preoccupare, il tuo amico non sarà così impaziente da non poterti aspettare; sa che Milano una città caotica"
"Si, certo, lo spero"
"Fidati di me ragazzo"
"La ringrazio"
E ringraziò anche che, per fortuna, quella, era la sua fermata e quindi, finalmente, poteva rintanarsi a casa sua
"MAMMA!"
"MAMMA?"
Alessandro non ricevette alcuna risposta. Bene, questo significava che sua mamma non era in casa e, quindi, lui poteva urlare, saltare, ballare e fare qualsiasi cosa volesse senza che Anna lo prendesse per un pazzo.
Diede un'occhiata al suo orologio e constatò che la trasmissione era già incominciata da due minuti: insomma Ghali non poteva aver già detto tutto in appena due minuti; giusto? Con un balzo, raggiunse il lungo divano grigio posto in salotto e si stravaccò sopra ad esso come una vacca. Prese il telecomando dal tavolino posto di fronte a se e accese sul canale indicato poco fa dalle sue amiche.
"Buon pomeriggio a tutti e benvenuti su Rtl 102.5, annunciò una voce femminile fuori campo; Siamo in diretta; sono le 14.05 e tra poco, avremmo un' ospite molto speciale qui con noi, vero Simone?"
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Easifatan
General FictionMarco ed Alessandro, in questa storia non sono cantanti ma un barista il primo ed uno studente di giurisprudenza il secondo. Alessandro, entrerà pian piano nella vita di Marco, come una tempesta (Easifatan in Arabo). Ma non sarà un' impresa facile...