capitolo 9

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Ester era stata fortunata nel trovare la Regina senza il suo seguito di dame; si era risparmiata occhiate strane e bisbiglii che riguardavano le mansioni che, a una come lei, non spettavano.
La trovò nel giardino privato, piccolo e ben curato, un tempo il luogo in cui sua sorella Marta passava la maggior parte del suo tempo.

Stava raccogliendo i fiori, le mani tenute al sicuro da guanti in pelle, il corpo coperto da un lungo mantello nero da cui faceva capolino la parte finale della sua gonna verde, di cui gli ultimi centimetri erano sporchi di fango.

Quando si accorse di lei fu colta dalla sorpresa.

-Chiedo scusa, avrei dovuto annunciarmi. -Disse lei, spolverandosi nervosamente il mantello. La giovane donna scosse lentamente la testa e sorrise.

-Ero molto presa dai miei pensieri, mi sarei sicuramente spaventata a vedere anche soltanto la mia stessa ombra! -Guardò il proprio mazzo di fiori e gli diede una sistemata, poi guardò verso il cielo grigio. -Temo che a breve pioverà. Andiamo dentro, così farò portare del tè per noi e un po' d'acqua per i fiori. Volevo provare a costruire una piccola ghirlanda...-scosse lentamente la testa- ma torniamo a noi, hai novità per me?

Ester assentì, sentendosi arrossire violentemente. Attese di entrare negli appartamenti della Regina per iniziare a raccontare.

Ciò che le aveva riferito la nonna finché Ester non entrò effettivamente in scena, il giorno in cui Diana scomparve per ore e ore, fu un po' confuso, perché la nonna stessa aveva faticato a ricordare con precisione; da quando aveva cominciato a pensare che Diana in bagno ci stava mettendo troppo, al rendersi conto che, in bagno non c'era più o peggio, non c'era mai stata.

La Regina non si mostrò arrabbiata, se non nei confronti di chi aveva fatto allontanare sua figlia dalla casa della Guaritrice.

-Non sono riuscita a farle dire molto, pareva assai scossa ma, sono sincera, credo sia stata colpa del Lenghelo della casa: nonna mi ha raccontato di averla sorpresa scendere dalla soffitta pensando che fosse il bagno ma, quella parte di casa, è proprio dove lui vive. Credo non abbia gradito la visita di una persona sconosciuta...di solito è tranquillo ma evidentemente lo abbiamo tutti sottovalutato.

Viviana annuì lentamente. - Vostra nonna dovrebbe tentare di comunicarci, anche se sarà difficile. Anche quello che vive qui a volte gioca qualche brutto scherzo agli ospiti. -La Regina sorseggiò del tè- l'importante è che si sia tutto risolto.

-Invero, per quanto il meglio in questione vale più per noi che per Diana. Se siete certa di volerle parlare domani al ballo, mia Signora, farò di tutto per convincerla. Credo che liberarla da questi segreti sia un bisogno tanto per lei, inconsapevolmente, quanto per noi. – La giovane donna assentì.

Abbassò lo sguardo, puntandolo, in apparenza o forse no, in un punto non ben definito. I tratti del suo volto erano tesi, la pelle priva di rossori pareva fatta di ceramica. Bevve ancora del tè, poi puntò lo sguardo verso la grande finestra che occupava quasi l'intera parete più corta di quel salottino rettangolare, munita di un davanzale interno su cui erano sistemati cuscini.

Quello era uno dei posti preferiti di Ester, soprattutto quando la Regina aveva voglia di ascoltare della musica e allora lei vi si sistemava col liuto, accompagnando la dolce voce di Sofia.

-Ho parlato con mia sorella. - Disse all'improvviso, non distogliendo lo sguardo dalla finestra che, da quell'altezza e posizione, mostrava il cielo privo di nuvole. - Verrà qui a fine mese, come di consueto e, se per quel giorno avrò già parlato a mia figlia, ci incontreremo tutti quanti, così avrà modo di conoscere anche mia nipote Sofia, mentre se non riuscirò a parlarle, ci vedremo solo noi tre, mentre Riccardo starà con la sorella.

Le Cronache Delle Streghe- Libro primoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora