Capitolo 6.1

43 4 55
                                    

La mattina successiva, Diana si svegliò non trovando Ester accanto a lei. Dalla luce che entrava dalla finestra, pensò che fosse ancora molto presto. Spostò le coperte e, dopo aver sistemato i jeans, non propriamente comodi per dormire, si alzò, accompagnata da cigolii in direzione della porta chiusa. Lentamente l'aprì, e, facendo capolino, si rese conto che non vi era nessuno nel breve corridoio che, oltre ad ospitare la camera di Ester, aveva altre tre porte: due che, per forza, dovevano essere le camere del ragazzo e della signora, l'ultima, forse, il bagno, dove effettivamente doveva andare.

In punta di piedi uscì, attraversando il corridoio e passando davanti alle due camere da letto vuote.

Bussò alla terza porta e, non ricevendo alcun occupato! In risposta, aprì, ritrovandosi una scalinata che portava in alto, da cui proveniva l'unica fonte di luce.

Un bagno in soffitta, forse? Pensò Diana, trovando però il tutto assai sinistro: non c'era neanche una candela, sia mai una lampadina, e la polvere nell'aria era palpabile. No, impossibile. Pensò di nuovo, rendendosi conto che, nonostante lei non fosse allergica a nulla, se non al pomodoro, aveva un bruciore al naso che si sarebbe trasformato a breve in una crisi di starnuti.

Se quello non era il bagno, Ester, il giorno precedente, dov'era andata, usando la scusa di doverci andare? Che senso aveva mentire? Magari era la verità, anche se in quel caso non c'era altro da provar disgusto per le condizioni igieniche di quel posto.

Diana salì i gradini con passo felpato, cercando di non toccare con le mani le pareti di legno. Per fortuna non c'erano ragnatele! Ciò significava che effettivamente qualcuno, qualche volta, con la stessa frequenza con cui Di' prendeva un voto superiore al sei e mezzo, puliva.

Giunse all'ultimo scalino e lì si rese conto che la soffitta non era nulla di diverso da quel che era effettivamente. Il soffitto era più basso di quanto Diana s'aspettasse, lo raggiungeva saltando e allungando una mano, alle pareti due finestre per i lati lunghi e una sola in quelli corti. A terra una serie di bauli di diverse dimensioni, mobili coperti da teli logori; un tavolo impolverato con sopra delle candele quasi completamente consumate, affiancato da una sedia senza una gamba. Nient'altro.

Diana si chiese di nuovo perché Ester le avesse mentito ma, prima che il nervoso prendesse il sopravvento, uno strano rumore, una sorta di lamento, proveniente dalla zona dei bauli, la fece rigirare e scendere i gradini in più o meno, un nanosecondo.

-Perché eravat...eri in soffitta? - La voce apparteneva alla nonna di Ester, intenta a uscire dalla propria camera. -Ero salita per vedere come stessi ma, non trovandoti in camera, ho pensato fossi scesa e di non averti notata!

-In soffitta? Pensavo fosse il bagno. - Disse, respirando profondamente. Dopo qualche secondo di pausa aggiunse: - evidentemente sbagliavo e, probabilmente, c'è un qualche animale rimasto chiuso, perché ho sentito un verso che di certo non apparteneva ad un topo. - A quelle parole, l'anziana che, si era capito, non sapeva lontanamente nascondere il fatto di star mentendo, spalancò gli occhi per qualche secondo, nascose le mani nelle tasche del grembiule che indossava e perfino il topo che pareva fissato sulla sua spalla voltò la testolina bianca da un'altra parte.

-Sarà stato uno spiffero d'aria! E' impossibile che ci sia qualcosa, me ne sarei accorta.

Quello non era uno spiffero ma c'era qualcosa che ha fatto quel verso. Un gatto, forse. Perché mentire? Credo che mi porrò questa domanda parecchie volte...

-Il bagno se ti serve è di fuori. Copriti bene! - Le parole furono dette tranquillamente, un sorriso premuroso sulle labbra, in netto contrasto col volto sconvolto della diretta interessata.

-Di fuori?- Chiese.

-Sul retro della casa, sì! Puoi usare la porta della cucina, invece di fare il giro della casa e prendere freddo. -Diana, che non aveva mai sentito dell'esistenza di bagni del genere se non nei campeggi, si limitò ad annuire lentamente e a lasciarsi guidare in cucina, dove la donna le preparò la colazione a base d'infuso di menta e biscotti al burro.

Le Cronache Delle Streghe- Libro primoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora