Il mito del Lupo Blu - 1° libro: l'incarnazione del mito

Parte 21 La verità vi renderà liberi

Punto di vists di Rukus

Lenahari, Zistra, Kornoori ed io ci stiamo incamminando nello spiazzo fuori dalla casa del branco, prendendo la salita che porta al bosco, percorrendo il sentiero che passa vicino all'enorme campo di addestramento dove alcuni guerrieri si stanno esercitando, alcuni a mani nude, altri con la spada, altri ancora in forma di lupo.

Il sole è inclemente sulle nostre teste, il suo calore è troppo per la mia coprente veste scura e per il movimento che stiamo compiendo.

La biblioteca di casabranco è eccezionale: sono arrivato prima degli altri per fare un sopralluogo e poter vedere cosa è custodito in quelle enormi sale che occupano per intero il quarto piano della grande costruzione, e vi ho trovato volumi molto antichi e preziosi affiancati a nuove pubblicazioni, tutto catalogato e curato in modo eccelso.

Aspettando l'ora dell'appuntamento mi sono messo a leggere un vecchio libro sul mito del Lupo Blu che ero riuscito a studiare solo in copia virtuale e del quale mi ero stampato i passi che avevo ritenuto più importanti: anche se l'ho già letto, niente è paragonabile al poter tenere in mano un volume, voltare con cura le sue pagine ingiallite dal tempo che qualcun altro ha preservato per tanti anni in modo che io possa toccarlo, odorarlo, carpire la conoscenza in essa contenuta direttamente dalla fonte intelligente e capace che ha avuto il desiderio di condividere parte della sua mente con me.

E mi è dispiaciuto quando mi è stato chiesto di accompagnare le ragazze da Parloor, non capisco perché sia necessaria la mia presenza: io sarei volentieri rimasto a parlare con i due ricercatori, Vraida e Tamussen per scambiare notizie e punti di vista sul mito. Peccato, ma è un appuntamento solo rimandato nel tempo, che farò in modo che avvenga in futuro.

Non volendo ascolto la breve conversazione tra Zistra e Lenahari, dove la lupa rimprovera l'elfo di essere stata bugiarda nei suoi confronti e capisco quanto la ricerca al Nucleo di Turit sia stata falsata dal comportamento della giovane elfo: Zistra si è chiusa in se stessa, praticamente rifiutandosi di collaborare, facendo credere di essere del tutto fuori della realtà, e questo non ha sicuramente giovato alla ricerca del Lupo Blu.

Anche se lei fosse una "gemma", al Nucleo non sarebbe potuta assolutamente sbocciare.

Sono contento dunque che la ricerca del mito prosegua qui al Branco della Luna del Sud, dove le ragazze, Zistra in primo luogo, ma nel complesso tutte e tre, sembrano più tranquille, quasi più luminose.

Entriamo nel fitto del bosco, l'aria è più fresca e odorosa di resine, di polline, piacevolmente umida.

Quella che mi preoccupa maggiormente ora è Lenahari: il suo comportamento è inappropriato, la sua parte di lupo sta prendendo troppo il sopravvento, sta cadendo verso emozioni e sentimenti terreni, materiali, temo che in questo modo si possa corrompere, possa bruciare la possibilità di manifestare il mito, se la vera "gemma" fosse lei.

Qui è tutto più vivido, colorato, chiassoso, sanguigno, come vissuto più intensamente, e talvolta mi mancano i pomeriggi passati a Turit in silenzio a pregare oppure a studiare.

Nella mia mente appare il simbolo di questa animalità che mi circonda e ha gli occhi viola di un gatto: la giovane strega deve avermi fatto di sicuro un incantesimo, anche oggi in biblioteca mi sentivo attirare da lei, come l'acqua quando non può rifiutarsi di scorrere via tra le fessure di una roccia.

Ho faticato a non guardarla apertamente, con ancora addosso il vestito particolare che aveva ieri, a seguire le sue mosse, a vederla sorridere con lo sguardo felice che ha fatto quando ha trovato un libro che ha catturato il suo interesse, eppure oggi non mi ha cercato, non ha tentato di parlarmi.

Il suo incantesimo ha parlato per lei, mi ha circondato come una nebbia ed è penetrato nel mio essere, accendendo i miei sensi.

Per un attimo mi sono sentito senza fiato, come ieri, e ho dovuto allentarmi il primo bottone del colletto per mitigare il calore del mio corpo.