Parte 28 I poteri di Aneaje

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Punto di vista di Aneaje

Esco dalla Baita Rossa dopo la colazione con i miei tre amici e mi incammino verso la capanna delle mie insegnanti con le quali ho appuntamento per la mia lezione quotidiana.

Dentro una borsa di tessuto beige che ho a tracolla c'è il pesante libro preso in prestito in biblioteca, "La magia elementale del Bios" che ho iniziato a leggere già da ieri sera.

Fortunatamente oggi il sole è velato, e la temperatura è più mite di quella di ieri.

Cammino nel prato a monte del campo di addestramento, è incredibile come a tutte le ore ci sia sempre qualcuno che si allena: probabilmente, dato il grande numero di guerrieri, qui hanno dei turni come li hanno per le ronde.

Anche da lontano noto la figura possente di Finnegard che è impegnato in un combattimento a mani nude: ieri si è fermato a parlare con me mentre aspettavamo la fine della riunione, prima di andare al fiume.

Quell'uomo è enorme!

Sarà alto due metri e dieci, quaranta centimetri di altezza ci separano, per parlarci ho dovuto sforzarmi il collo e alla fine, visto che eravamo lungo il declivio vicino a casabranco, mi sono messa nel punto più alto rispetto al suo e così era "solo" una ventina di centimetri più alto di me.

Non è solo l'altezza ad incutere timore: ha le spalle molto ampie, la sua muscolatura è possente, mi ricorda molto le immagini degli antichi vichinghi del pianeta Terra, cui assomiglia anche nell'acconciatura, con la barba castana lunga fino alla base del collo, raccolta in una treccia fermata da una fascetta di metallo argentato. I suoi capelli sono rasati su un lato e lasciati lunghi sull'altro e sulla sommità della testa, e sono acconciati qua e là con piccole treccine anch'esse fermate da piccole bande di metallo argenteo.

Ma ha gli occhi buoni, un castano eccezionalmente chiaro, quasi giallo, dalla forma stretta e allungata.

È stato carino, mi ha chiesto come andava da quando sono arrivata nel branco, poi mi ha fatto ridere con alcune battute dette col suo grosso vocione.

Quando i ragazzi sono finalmente usciti da casabranco a fine riunione e ci siamo salutati mi è sembrato improvvisamente imbarazzato, mi ha augurato buona permanenza arrossendo un poco, mentre si grattava la nuca.

Quell'uomo è veramente particolare!

Superato il campo, dopo pochi minuti entro nel bosco seguendo il sentiero.

Quando Evalyn è venuta a chiamarmi per la colazione ero già pronta nel mio carinissimo abito verde lungo fino al polpaccio, mi ero già sistemata i miei ribelli capelli ricci fermando la parte superiore con una forcina e lasciando liberi il resto, sulle spalle, ed ero intenta nella lettura del libro.

Quando sono andata in soggiorno non credevo ai miei occhi: Zistra che cucina?

Lei e la preparazione del cibo sono due delle cose più distanti che possano esistere, non l'ho vista mai fare nemmeno il caffè.

Per una frazione di secondo ho pensato di passare, di rinunciare a mangiare il cibo cucinato da lei, ma... siamo amiche, no? E siamo qui per sostenerci nel nostro cammino, che amica sarei stata se le avessi girato le spalle?

E francamente non me ne sono pentita: uova dolci a parte, era tutto buono!

Sono proprio contenta dei progressi che sta facendo Zistra, sembra tutta un'altra persona da quando siamo qui nel Branco della Luna del Sud.

E anche io devo ammettere che mi sento diversa da quando sto qui: mi sento meglio, mi sento più "io", più potente.

L'energia magica che ho sempre sentito dentro di me come una vecchia amica, come una parte di me, qui si sta espandendo, ha modo di manifestarsi con naturalezza e attinge potenza dalla selvaggia natura circostante come le radici di una pianta traggono nutrienti dal terreno.

Il mito del Lupo Blu - 1° libro: l'incarnazione del mitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora